mercoledì 16 settembre 2015

pc 16 settembre - I maoisti e la situazione internazionale

Crisi, guerre, repressione, oppressione, 
disoccupazione, miseria!

Proletari e popoli oppressi uniamoci e prendiamo il futuro nelle nostre mani!

Viva la Rivoluzione!

L’imperialismo continua ad attraversare una profonda crisi economica e a scaricarla sui proletari e popoli del mondo. Parlano di ripresa, ma l’unica cosa che riprende è la corsa ai profitti, ricchezze e armamenti.
Per i proletari, i contadini poveri e le altre masse popolari in ogni paese del mondo, invece, abbiamo disoccupazione, leggi sul lavoro che aumentano precarietà, sfruttamento e schiavismo, miseria, rapina delle materie prime e risorse energetiche, devastazione dell’ambiente e dei e territori.
I giovani senza lavoro sono ormai la maggioranza, nonostante la loro crescita scolastica e culturale. Le nuove tecnologie vengono usate per fare più profitti, intensificare sfruttamento e il comando e controllo dispotico sul lavoro e per aumentare la potenza distruttrice degli armamenti.
Contro questa situazione proletari e masse popolari si ribellano nei paesi imperialisti come nei paesi oppressi dall’imperialismo. Proletari e masse non possono accettare una condizione di vita e di lavoro sempre peggiore; una vita di stenti senza speranza né futuro e odiano sempre più i loro oppressori e aguzzini.

Nei paesi oppressi, operai, contadini e giovani sono ripetutamente scesi in piazza e affrontato una dura repressione per respingere gli attacchi alle loro condizioni di vita; i contadini, forza principale della rivoluzione di nuova democrazia, resistono alle politiche anticontadine di deportazione e annientamento e persistono nella lotta per la terra contro vecchie e “nuove” forme di dominio semi-feudale, base della dominazione imperialista.
Nei paesi imperialisti le rivolte di giovani e immigrati, da Ferguson a Stoccolma, alle banlieues parigine, e le lotte operaie generali spesso si scontrano con gli apparati repressivi dello Stato.
Tutto questo mostra che la rivoluzione, come esigenza e tendenza, è sempre più emergente e si scontra con la reazionarizzazione e fascistizzazione degli Stati e governi.
Ovunque, nelle lotte e nelle guerre popolari, avanza il protagonismo delle donne per fermare l’odiosa oppressione di classe e di genere, che riempie le strade del mondo di stupri e femminicidi, e per rivendicare una rivoluzione che sia autentica liberazione.

Per fronteggiare e prevenire la ribellione popolare, l’imperialismo, i suoi Stati,i suoi governi, di destra o di falsa “sinistra”, rispondono con feroce repressione, massacri, persecuzioni, demagogia e mistificazioni; edificano Stati di polizia che cancellano libertà politiche, sociali e personali, nel vano tentativo di fermare l’onda popolare e l’organizzazione rivoluzionaria delle masse.
Usano anche le lusinghe della farsa elettorali dei riformisti, socialdemocratici e revisionisti per contenere la rabbia delle masse dentro il loro sistema reazionario. Queste forze alimentano l’illusione che un governo “popolare” possa superare i danni della crisi. Per esempio in Grecia, massima espressione della crisi in Europa, forze di nuova socialdemocrazia, come Syriza, arrivano al governo come ultima spiaggia, ma non sono in grado di opporsi ai diktat del capitale e delle banche europee né di rispondere ai bisogni e alla lotta delle masse. Anche se i servizi resi all’imperialismo da queste forze di falsa sinistra che fuorviano le masse restano un ostacolo, in molti paesi le masse rispondono con l’intensificazione della lotta di classe e l’astensione e il boicottaggio elettorale sempre più estesi. In Ucraina e nell’Est Europa avanzano forze reazionarie, anche di tipo nazista, appoggiate da Usa, Europa e Nato, in un quadro di contesa interimperialista con la Russia di Putin. Le masse lottano giustamente contro fascismo e imperialismo occidentale, ma serve la direzione comunista autentica per non essere pedine dell’espansionismo della Russia imperialista.

La ribellione dei proletari e delle masse domanda un cambiamento radicale e il mezzo per ottenerlo è solo il rovesciamento armi in pugno delle loro classi dominanti e l’edificazione di una nuova società libera da sfruttamento, oppressione e imperialismo.

Dentro la crisi si acutizzano le contraddizioni interimperialiste e si fa sempre più incalzante la tendenza a una nuova guerra mondiale di spartizione – anche se quella tra imperialismo e popoli e nazioni oppresse resta la contraddizione principale oggi nel mondo – e la tendenza alla rivoluzione resta la tendenza principale e si incarna nella potenziale nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

La ribellione delle masse, per trasformarsi in rivoluzione vincente di nuova democrazia nei paesi oppressi dall’imperialismo in marcia per il socialismo e in rivoluzioni proletarie e socialiste nei paesi imperialisti in marcia verso il comunismo, ha bisogno in ogni paese di un partito comunista rivoluzionario autentico, di un fronte unito diretto dal proletariato di tutte le masse sfruttate e oppresse e di un esercito rivoluzionario e popolare.
Là dove le masse non hanno questi strumenti, le loro lotte eroiche e generose perdono e/o finiscono preda di forze reazionarie, sempre legate al sistema imperialista, forze che non possono liberarle dalle loro catene sociali, economiche e politiche.

L’imperialismo, in nome della lotta al terrorismo, scatena guerra e terrore interno. Ma è l’imperialismo il vero terrorismo, il mostro che bisogna combattere e abbattere. Che cosa c’è al mondo peggio dell’imperialismo?
L’imperialismo soprattutto Usa intensifica la politica di guerra, invasione e aggressione in Irak e Afghanistan e fomenta guerre in Siria, Libia, Yemen e in tutto il Medio Oriente e Asia Occidentale. Risponde alle rivolte nei paesi arabi installando al potere forze che continuano la politica dei vecchi despoti e regimi, come in Egitto, in combutta e alleanza con il gendarme sionista, Israele, e altri regimi reazionari dell’area, dalla Turchia all’Iran, all’Arabia Saudita.
In queste guerre e interventi armano forze reazionarie e feudali che poi si rivolgono contro di essi, portando la guerra all’interno degli stessi paesi imperialisti con feroci attentati che minano la sicurezza e la forza di questi Stati, al cui interno vi sono masse e settori di immigrati ribelli che odiano l’imperialismo.
Là dove questi interventi diretti e indiretti hanno luogo, l’imperialismo continua ad applicare la sua politica di guerra a bassa intensità, con le sue creature e manovre per mettere masse contro masse, per deviare il bersaglio delle lotte dei popoli oppressi dal loro nemico principale, allo scopo di dividere il fronte unito antimperialista, come ora in Siria, affrontando le masse arabe e curde.
Là dove l’ISIS si afferma, le masse combattono e resistono, come le masse curde, con un ruolo di prima fila delle donne a Rojava, Kobane. Ma solo combattendo con la guerra popolare, non solo l’ISIS ma anche l’imperialismo e i regimi reazionari dell’area, le masse possono liberarsi dall’oppressione sociale e nazionale.

La borghesia e i suoi intellettuali sofisticati, nelle cittadelle imperialiste come nei centri di cultura dei paesi oppressi dall’imperialismo, cantano il funerale della classe operaia e della sua ideologia poderosa tracciata da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, mentre in ogni angolo del mondo assistiamo ad una gigantesca ripresa della lotta operaia, classista e combattiva, che scuote le cittadelle del capitale, e anche la Cina, come pure tutti i paesi del presunto sviluppo del capitale, i cosiddetti “paesi emergenti”.
Nel sistema imperialista grandi paesi, come il Brasile, la Turchia, ecc sono attraversati da grandi lotte di operai, contadini e altre masse popolari e mostrano come l’ascesa economica di questi paesi sotto il dominio dell’imperialismo ne fa “giganti dai piedi di argilla” e terreno della rivoluzione.

Non c’è luogo al mondo che non veda tensioni e acutizzazione della lotta di classe.
In questo quadro è la guerra popolare, guidata da partiti marxisti leninisti maoisti, l’unico riferimento strategico della lotta di liberazione.
La guerra popolare in India, colpendo direttamente in uno dei principali bastioni dell’imperialismo e della reazione del mondo, ha suscitato grande entusiasmo tra le masse rivoluzionarie di tutto il mondo e diventa un poderoso punto di accumulazione internazionalista. Insieme alla guerre popolari nelle Filippine, Perù e Turchia, continua a minare l’imperialismo e mostra la strada per rovesciare il sistema di sfruttamento e di oppressione dell’imperialismo e le forze reazionarie feudali, per la costruzione di un nuovo potere e una nuova società.

I comunisti marxisti leninisti maoisti nel mondo devono rafforzare e costruire i Partiti Comunisti per assumere i loro compiti di direzione e sviluppo in tutto il mondo, liberando le loro file dalle tendenze revisioniste e capitolazioniste, come il prachandismo in Nepal, l’avakianismo in Usa, la linea opportunista di destra (LOD) in tutte le sue forme in Perù, ecc., senza allo stesso tempo cadere nella sterilità del rivoluzionarismo piccolo borghese e dogmatico.
La costruzione dei partiti comunisti deve avvenire nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, in funzione della lotta rivoluzionaria per il potere.
..ci chiama ad alzare alta e forte la bandiera rossa del comunismo e della rivoluzione in ogni manifestazione, in ogni lotta antimperialista nel mondo, portando e rigenerando con forza la parola d’ordine: “Proletari e popoli oppressi di tutto il mondo uniamoci”!

Uniamoci per fermare le guerre imperialiste e reazionarie, per schiacciare l’imperialismo e la reazione in tutto il mondo!
Salutiamo i martiri del popolo e della rivoluzione, sosteniamo la lotta e liberiamo i prigionieri politici rivoluzionari e comunisti di tutto il mondo!
Portiamo l’internazionalismo proletario autentico nella direzione delle lotte proletarie, nelle lotte dei popoli, per creare le condizioni e avanzare verso una nuova organizzazione internazionale dei comunisti!
Sosteniamo le guerre popolari fino alla vittoria!
Prendiamo il futuro del comunismo nelle nostre mani!

Dichiarazione  1 maggio 2015 sottoscritta da:

Bloc Rouge (Unification des maoistes), Francia
Collective of iranian maoists
Comité de Construcción del Partido Comunista maoísta de Galicia, Stato spagnolo
Democracy and Class Struggle, Stato britannico
Fracción Roja del Partido Comunista de Chile (FR-PCCh)
Great Unrest WSRP, Galles, Stato britannico
Komitees zur Gründung der (maoistischen) Kommunistischen Partei - Austria
Gran Marcha Hacia el Comunismo, Spagna
League  Maoist Rivoluzionary- Sri Lanka
Maoist Communist Group, USA
Marxistisch-Leninistisch-Maoistisches Parteiaufbaukollektiv - Germania
Movimento Comunista di Serbia
Movimento Comunista Maoista Tunisia
Movimiento Popular Perú (Comité Reorganizador) – MPP (CR)
New Communist Party (Liaison Committee) USA
Partido Comunista do Brasil (Fração Vermelha) – PCB (FV)
Partido Comunista del Ecuador – Sol Rojo (PCE-SR)
Partito Comunista dell'India (Maoista)
Partito Comunista di Turchia / Marxista-Leninista - TKP / ML
Partito Comunista (maoista) dell'Afghanistan
Partito Comunista maoista Italia
Partito Comunista Maoista Manipur
Red de Blogs Comunistas (RBC)
Revolutionary Communist Party (PCR-RCP Canada)
Revolutionary Praxis – Gran Bretagna
Revolutionary Intellectual -Cultural Front, Nepal
Servire il Popolo - Lega Comunista di Norvegia
Servir le Peuple - Sheisau Sorelh, Occitania - Stato francese
Workers Voice – Malaysia

Nessun commento:

Posta un commento