domenica 13 settembre 2015

pc 13 settembre - I NUOVI CONTRATTI CHE VOGLIONO I PADRONI, FATTI CON SINDACATI ANCORA PIU' SERVILI

Tanti contratti di lavoro nazionali sono già scaduti, ma la Confindustria, il Pres. Squinzi a nome di tutto il padronato, non vuole rinnovarli senza che vengano accettate le nuove regole. 

Prima regola, quella sulla rappresentanza sindacale per cancellare la presenza e l'azione dei sindacati di base, per imporre regole fasciste a Rsu, a lavoratori affinchè passino accordi e contratti che attaccano lavoro, salari diritti dei lavoratori.
Seconda regola, ridurre il CCNL ad una mera cornice che stabilisca il salario minimo; ma - come si legge nell'intervista - anche su questo salario minimo di recupero dell'inflazione - si dice che il padronato ha già dato, anzi dovrebbero essere gli operai a restituire...
Terza regola, gli aumenti salariali dovrebbero essere legati solo e dopo gli aumenti della produttività (cioè aumento dell'intensificazione del lavoro, dei ritmi, della flessibilità di orari, turni, della riduzione di pause, di cancellazione di diritti elementari di tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza - in una parola: aumento dello sfruttamento).
Altri aumenti salariali potrebbero essere legati alla flessibilità di mansioni, ovvero alla disponibilità a mansioni inferiori.
Per non dire che anche questi "aumenti" potrebbero non essere in soldi, ma in pacchetti di welfare che ad esempio prevedano prestazioni sanitarie e previdenziali, o ancora investimenti in formazione... - come dire un regalino accompagnato a una beffa.
Quarta regola, niente scioperi.   

 Dall'intervista a Squinzi pubblicata su La Stampa del 12/9

«Ai sindacati dico: Vi proponiamo una formula innovativa sui contratti di lavoro che serve a tutti per affrontare un mondo che è cambiato e dove le vecchie logiche non valgono più...". Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi apre così il confronto sulla contrattazione con Cgil, Cisl e Uil.
Con i sindacati avete due nodi da sciogliere. Il primo è quello della rappresentanza: contare chi pesa e quanto pesa nelle fabbriche, in modo che gli accordi fatti con i sindacati che hanno la maggioranza non possano essere ostaggio
della minoranza...
«...L’Inps avrà il compito non solo di stabilire gli iscritti a ciascun sindacato, ma anche di tenere il conto dei risultati delle elezioni delle rappresentanze sindacali nelle fabbriche. Così potremo avere un quadro esatto, già dal prossimo maggio, di quanto pesa ogni sindacato».
Tutto bene, dunque, sulla rappresentanza?
«...No, se penso che per rendere operativo questo accordo, firmato nel gennaio 2014 e che è una basilare operazione di democrazia, c’è voluto oltre un anno e mezzo. Troppo. Adesso tocca alla contrattazione. Per sedersi al tavolo su questo argomento c’è voluto l’intervento di Renzi la scorsa settimana a Cernobbio, quando in sostanza ha detto: “O vi mettete d’accordo tra di voi o interveniamo per legge”».
(Sulla contrattazione)... Voi volete nuove regole, ma intanto da qui a fine anno scadono molti contratti di categoria, dai tessili ai metalmeccanici, dagli alimentari, ai chimici. Intanto, quali regole proponete?
«Prima di tutto riconfermiamo in pieno il ruolo del contratto nazionale di lavoro, che deve essere il vero motore del cambiamento. Deve essere un contratto innovativo, con il quale pensiamo di dare una risposta al governo anche sul salario minimo legale...".
Sarà un contratto nazionale che continuerà ad anticipare l’inflazione...?
«Se ci dovessimo basare sull’anticipo e sull’inflazione effettiva sarebbero i lavoratori che dovrebbero ridare i soldi alle aziende... Per questo occorre cambiare il criterio perché il salario deve crescere se la produttività cresce. E la produttività si misura solo a posteriori».
E come andare incontro, allora, alle richieste di aumenti?
«...a più flessibilità ed efficienza potrebbe corrispondere maggior salario. Siamo disposti a offrire aumenti salariali in cambio, ad esempio, di maggiore flessibilità nelle mansioni...
io personalmente, da presidente dei chimici, ho firmato sei contratti senza un’ora di sciopero...».
"...Oggi però chi non ha contratti aziendali deve comunque pagare un elemento compensativo, la perequazione, che si aggiunge al minimo in tutte le aziende. Noi vogliamo che le aziende, in alternativa alla perequazione possano avere altri strumenti e possano scegliere tra una gamma di questi».E quali strumenti?
«Premi legati alla produttività e ai risultati aziendali, oppure pacchetti di welfare che ad esempio prevedano prestazioni sanitarie e previdenziali, o ancora investimenti in formazione sulle persone per migliorare le loro competenze».

"...Oggi stiamo godendo di condizioni esterne straordinarie, il ribasso dell’euro, il quantitative easing che abbassa il costo del denaro e il prezzo del petrolio in calo, che non dureranno per sempre. A Renzi dico approfittiamone. E partiamo dalla pubblica amministrazione».

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