sabato 8 agosto 2015

pc 8 agosto - La "buona scuola" del governo Renzi: docenti precari, in particolare donne, costretti a rinunciare all'immissione in ruolo - docenti a tempo indeterminato verso la via della "precarizzazione" con l'eliminazione della sede di titolarità

Riportiamo sotto la lettera di una docente precaria del Sud che sintetizza bene, purtroppo, la condizione in cui si stanno trovando diversi precari in questi giorni in merito alla questione delle assunzioni in ruolo, tanto proclamate dal governo scellerato Renzi/Giannini, che con un meccanismo perverso, a dir poco, sta dividendo i docenti in fasi di assunzioni con le vecchie regole e in fasi di assunzioni con nuove regole penalizzanti  discriminando i docenti nel loro diritto di passare di ruolo dopo tanti anni di precariato. 
Da questa penalizzazione e discriminazione poi ad essere colpite sono soprattutto le donne, la maggioranza della popolazione lavorativa della scuola, che in tante hanno oggettive difficoltà a lasciare la propria residenza, città, regione... (solo dalla Sicilia i docenti che possono essere assegnati fuori sede sono 15.000) per trasferirsi in altre città a chilometri di distanza, perchè essendo anche mogli, madri... non possono lasciare o portarsi con sè i figli, per via anche di difficoltà economiche, visti i costi che comporta un trasferimento dall'oggi al domani in un'altra residenza... E non si tratta di "piagnistei" come dice l'arrogante Renzi ma di difficoltà vere, concrete, immediate, cui questo Stato non fa fronte e maggiormente quando questo riguarda la maggioranza delle donne che sempre più devono accollare su di sè il lavoro di cura. 

Lettera di una mamma - Insegnante che non puo' perdere la sua famiglia per il piano assunzioni scuola.

Mi chiamo Alessandra, abito a Messina e sono precaria nella scuola primaria da ben 26 anni.
Dopo tantissimi sacrifici oggi la scuola mi chiede di fare una domanda dove dovro'ò elencare tutte le province d'Italia...
Le province nelle quali potro'ò essere mandata a lavorare. Ho 52 anni, un figlio autistico, disabile al 100%, per il quale ho lottato e lotto ancora tutti i giorni percheé gli vengano riconosciuti i suoi diritti.
A gennaio mio marito ha avuto un infarto.
Ora mi viene chiesto... anzi mi viene imposto!... di fare le valige e abbandonare la mia famiglia.
Ho chiesto di potermi avvalere della 104 nella domanda e mi è e' stato negato.
Ho una figlia di 23 anni: non potraà piu'ù costruirsi un futuro per prendere il mio posto?
Che scotto dobbiamo pagare perche'é io possa lavorare? Non ho mai preteso la scuola accanto, mi basterebbe rimanere in provincia. Oggi il mio paese mi ha tolto il diritto di essere lavoratrice, moglie e sopratutto madre.
Tutto questo e'è inaccettabile!

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Intervistando in alcune scuole  lavoratrici docenti di ruolo è emersa la preoccupazione e la rabbia nei riguardi di una riforma  che di fatto porrà tutti i lavoratori della scuola in una condizione di precarieta', nonostante il ruolo, per via del nuovi organici previsti secondo gli ambiti territoriali.

Secondo la riforma del governo infatti, che  abolisce di fatto la cosiddetta sede di titolarità,  gli eventuali  docenti soprannumerari per esempio non potranno più' fare la domanda di trasferimento in un'’altra scuola ma concorreranno negli elenchi territoriali sottoposti in pratica ai diktat di selezione dei presidi neo-padroni.

"E se nessun preside ci "sceglie" che fine faremo dopo tanti anni di ruolo?”. "Questa riforma è un abominio! Dovremo augurarci di non essere mai in soprannumero, cosa alquanto improbabile, o saremo costrette a subire condizioni di lavoro magari difficili, visto che non avremo piu' la possibilita' di potere chiedere un’'altra sede secondo le graduatorie di istituto interne che fino ad oggi sono state vigenti ma che saranno abolite..."

Ma in diverse alla fine concordavano dicendo: "siamo scese tutte a scioperare contro la riforma ma il governo se n’è' fregato... ci auguriamo che da settembre la mobilitazione continui… non si puo' restare a subire…"

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Da Blasting News > News lavoro 

Riforma scuola, la mobilità: chi avrà la titolarità di sede tra le assunzioni 2015/16? Ma dal prossimo a.s. i docenti non potranno più chiedere il trasferimento
Cambia la mobilità con la riforma della scuola varata dal Governo Renzi. Dalla lettura del maxiemendamento approvato dal Senato lo scorso 25 giugno, emerge che la titolarità di cattedra sarà garantita per il prossimo anno scolastico ai vecchi insegnanti, ovvero a quelli che sono già di ruolo, ed ai circa 50 mila docenti (su 102.734 precari) che beneficeranno del piano straordinario delle assunzioni previsto con la Buona scuola entrando a far parte dell'organico di diritto.
Dunque, i candidati che verranno assunti nel prossimo settembre con le vecchie regole e saranno titolari di cattedra sulle classi di concorso delle loro materie di insegnamento, avranno diritto a mantenere la sede di titolarità.

Ma da questa sede non potranno più spostarsi a partire dall'anno scolastico 2016/17, anche in coincidenza di due importanti effetti della riforma: in primo luogo, la cattedra assegnata provvisoriamente a settembre 2015, diventerà, presumibilmente, definitiva. Per i docenti che faranno parte dell'organico di diritto dall'anno scolastico 2015/2016, infatti, il diritto a mantenere la sede di titolarità sarà effettivo nel momento in cui avranno ottenuto la sede definitiva: le amministrazioni scolastiche avranno tempo fino al 1° settembre 2017 per l'assegnazione.

In secondo luogo, sarà proprio dall'anno scolastico 2016-17 che la riforma della scuola terminerà la sua fase transitoria per essere applicata integralmente. E, dunque, si seguirà la regola prevista dal disegno di legge numero 1934, secondo la quale i prof, non potendo più chiedere il trasferimento dalla sede dove sono titolari di cattedra ad un'altra sede, non potranno, di conseguenza, nemmeno ambire al trasferimento con le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni che, in ogni caso, dovrebbero essere applicate per l'ultima volta con le vecchie regole nel prossimo anno scolastico.
Dopodiché la richiesta di trasferimento comporterà la perdita della titolarità e la reimmissione dei richiedenti negli elenchi territoriali.

Titolarità di sede per docenti del potenziamento e docenti in esubero: cosa dice il Ddl scuola
Il discorso è diverso per i docenti che verranno assunti e che faranno parte dell'organico dell'autonomia e per i prof che andranno in esubero o in soprannumero nell'anno scolastico 2016-17: non avendo una sede di titolarità, andranno a concorrere negli elenchi territoriali.

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