lunedì 24 agosto 2015

pc 24 agosto - Renzi è in crisi e la borghesia del Nord lancia un appello sul Corriere: “Noi lo sosteniamo, fatelo anche voi”

Calo di consensi e maggioranza che scricchiola al Senato per il premier. Ma, in attesa della ripresa dei lavori parlamentari a settembre, intervengono a sostegno del premier 209 esponenti dell'elite economico-finanziaria, che comprano una pagina del quotidiano di Via Solferino per evidenziare il suo "coraggio" ed elencare gli obiettivi raggiunti. Anche se ricordano che "molto rimane da fare"
di Eleonora Bianchini | 22 agosto 2015 il fatto quotidiano

In soli 18 mesi finalmente questo governo ha realizzato ciò che nessuno era riuscito a fare prima e senza i soliti compromessi al ribasso”. Pagina 22 del Corriere della Sera, sabato 22 agosto. In testa la scritta “Noi continuiamo a sostenere Matteo Renzi!” e sotto tutti gli obiettivi raggiunti o “in via di conclusione” dell’esecutivo guidato dal segretario Pd. Che, nel momento di maggiore difficoltà politica – tra calo dei consensi elettorali sotto il 30% fino alla minaccia del Vietnam parlamentare della minoranza Pd sul Senato elettivo e di una maggioranza che scricchiola a Palazzo Madama –  incassa il sostegno della borghesia del Nord.
Sono in tutto 209 i firmatari dell’appello sul quotidiano di Via Solferino, che lo
sottoscrivono in calce – in piccolo – con nomi e cognomi. Tutti esponenti autorevoli del mondo della finanza, (inclusa Roberta Furcolo, la moglie dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel) divisi tra avvocati d’affari, consulenti finanziari, manager e imprenditori. Chiedono a Renzi “e ai parlamentari che dicono di sostenerlo ad andare avanti” e a opporsi con decisione ai professionisti del no”, ma vogliono coinvolgere anche i “cittadini interessati alle sorti del Paese“. Vorrebbero che si manifestassero “pubblicamente”, ad esempio con “lettere al giornale, interventi sui blog o altro”.
L’elite economico-finanziaria del Nord che “tifa” per il premier gli riconosce i risultati raggiunti ed evidenzia in particolare quattro elementi. Il suo “coraggio” per “la volontà di cambiare le cose”, sottolineano il traguardo raggiunto della Buona Scuola che “finalmente utilizza la meritocrazia e rende ogni preside responsabile della scuola che deve dirigere”. Poi c’è “il Senato” per rendere con la riforma “più efficiente l’attività parlamentare”. E infine il capitolo “emergenza” migranti. L’unico, però, in cui non compare nessun risultato incassato dall’esecutivo, ma che diventa il gancio per attaccare “le vergognose e ipocrite proposte demagogiche dei partiti di opposizione” che “mirano soltanto ad attirare facili consensi“.
Per chi firma sono tanti i risultati raggiunti, anche se ammettono che “molto, certamente, rimane da fare”. Ad esempio? “Interventi decisi che impongano la moralizzazione della classe politica“, continuo contrasto “alla corruzione e alla criminalità organizzata” – anche se tra gli obiettivi raggiunti elencano l’approvazione del ddl Grasso – e interventi per porre al centro “una autentica cultura della responsabilità“. Poi invitano l’esecutivo a “impostare una strategia di comunicazione continuativa e mirata per mantenere un filo diretto con il Paese“.
I nomi – Ma, scendendo più nel dettaglio, chi sono i firmatari? Si tratta di professionisti dei salotti buoni, del mondo dell’economia e della comunicazione finanziaria, avvocati d’affari manager e imprenditori, tutti sponsor del premier. Che è un “uomo politico” determinato a “cambiare davvero le cose in questo Paese, nonostante quotidiano tentativi di fermarlo e condizionarlo in ogni maniera e forma”. C’è Roberta Furcolo, ex dirigente di Intesa San Paolo e nota per essere la moglie di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Che, peraltro, già a ottobre 2014 sottolineava l’esigenza di “sostenere gli sforzi del governo (Renzi, ndr) per rendere più competitivo il sistema Italia”.
Oltre a essere Executive Board Member di Aon SpA, multinazionale del settore assicurativo, si è parlato di lei quando il 21 febbraio 2012, durante un incontro a Piazza Affari con l’allora presidente del Consiglio Mario Monti e davanti a 400 esponenti della finanza chiese riguardo l’agenda del governo: “Si prevede di attaccare la casta e ridurre il peso della macchina dello Stato?”. E un suggerimento: “Non cercate troppo il consenso delle parti sociali“. Il premier rispose scherzando: “Se l’accordo non arriverà in tempo o non sarà completo mi ricorderò di lei”.
Nella lista dei firmatari, poi, c’è Chicco Testa, presidente – tra le varie cariche – di Sorgenia e Assoelettrica. E poi Guido Roberto Vitale (consulente finanziario e fondatore della Vitali&Co.), Giovanni Tamburi (ex banchiere d’affari e finanziere), Andrea Casalini (amministratore delegato di Eataly Net, società di e-commerce legata al gruppo di Oscar Farinetti), Auro Palomba (esperto di comunicazione finanziaria e fondatore della società di “reputation” Community) e il nobile Gaddo della Gherardesca.
Si aggiungono anche Paolo Colonna (ex presidente della società di investimento Permira) e Paolo Cuccia (presidente del Gambero Rosso holding con un passato in Capitalia, Eur, Citicorp, Bulgari, Abn Amro e Acea). Ma questi sono solo alcuni. In attesa del test al Senato, per ora Matteo Renzi può contare sul sostegno della borghesia del Nord. Con tutti i suoi nomi e cognomi.

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