domenica 5 luglio 2015

pc 5 luglio - Una corrispondenza e una opinione da Tunisi - per il dibattito

Il terrorismo colpisce a Sousse-Tunisia

Dopo il Bardo, il terrorismo colpisce a Sousse e la carneficina lascia dietro di sè 38 morti e altrettanti feriti di cui la maggior parte sono turisti inglesi.
Le anime pie sono scioccate da questo atto barbaro, altri puntano il dito contro le autorità, denunciano l’incapacità della polizia e la noncuranza dei soccorsi. Infatti, il kamikaze ha agito con comodo, per più di mezz’ora prima che i poliziotti arrivassero, lo stesso ministro degli interni non era al corrente poichè, secondo le sue dichiarazioni, è la direttrice dell'hôtel che lo ha informato (Aicha Driss, parlamentare di Nidaa Tounes, partito del presidente) .
Oltre al fragile sistema di sicurezza, gli esperti accusano la polizia parallela e la complicità latente dei "fratelli musulmani" senza alcuna distinzione (Ennahdha, eltahrir-partito salafita- Ansar al-Charia-partigiani della legge coranica ecc…), l'opinione publica contesta la versione ufficiale dei fatti soprattutto, le testimonianze oculari e alcuni video contraddicono le informazioni avanzate dal ministero degli interni. E indipendentemente dalla verità di questa o quella versione, il terrorismo è radicato, esso porta con sè la barbarie come la nube la tempesta.

Fratelli musulmani, fonte di terrorismo.

Enahdha, filiale locale dei fratelli musulmani, era maggioritaria in seno all'assemblea costituente, ha governato sotto forma di troika per più di tre anni e ha piazzato tutte le sue pedine, puntelli dell'imperialismo in tutti i posti chiave dello stato, nei dipartimenti regionali e locali, è sempre al governo e al parlamento poichè anche dopo le elezioni legislative e presidenziali, vinte da Nidaa Tounes, ritorna al potere in seguito alle direttive imperialiste che raccomandano la coabitazione fra i due partiti: Enahdha–Nidaa Tounes, progetto elaborato in comune accordo con le sfere imperialiste durante la riunione a Parigi poi ad Algeri anche prima delle elezioni, boicottate da più della metà degli elettori ( su 7 milioni e mezzo di elettori, 3 milioni e 100 mila hanno partecipato: Nidaa ha fatto man bassa di 1 milione e 300 mila voti, Enahdha ha ricevuto 992 mila voti, il fronte popolare riformista: 123,400voti). E malgrado gli ordini dei suoi padroni negli USA, in Europa e nel golfo. Così tutte le istanze dello stato sono infiltrate dai fratelli musulmani che prestano man forte ai terroristi con mezzi indiretti e le dichiarazioni dei loro leaders sono inequivocabili: " appello al jihad in circa 5000 moschee, ripristino della legge coranica e del 6° Califfato, difesa dei salafisti considerati come figli della patria, finanziamento delle associazioni caritatevoli che pullulano nel paese, associazioni utilizzate come copertura per riciclaggio di denaro e traffico di ogni tipo, invio di giovani tunisini in Siria e in Libia…)

Il terrorismo, una carta per distogliere l’attenzione dalle lotte sociali

La crisi del sistema è al suo culmine: le casse sono vuote, il paese è sull’orlo del fallimento, indebitato, al soldo del FMI, è obbligato a sottomettersi alle esigenze dei suoi creditori senza nessuna alternativa, tranne obbedire agli ordini imperialisti e far pagare il conto alle masse popolari, già allo stremo dopo tanti anni di sacrifici.
Di fronte all’aumento delle proteste sociali in tutti i settori, il moltiplicarsi degli scioperi detti selvaggi, poichè non riconosciuti dal principale sindacato (UGTT) che ha sempre operato per il cosìddetto "dialogo sociale" contro gli interessi delle classi lavoratrici , il potere attuale: Nidaa-Ennahdha fa balenare il pericolo del terrorismo e minaccia d'instaurare lo stato d'emergenza che vieterebbe ogni forma di protesta e non cessa di chiamare alla pretesa "unità nazionale" per salvare la pelle e continuare a vendere il paese al migliore offerente e sfruttare i più indigenti.
Le classi al potere, elette da una minoranza, grazie al denaro sporco, non sono adatte, vista la loro natura (compradori, feudatari e burocrati corrotti fino al midollo) a sventare i piani dei terroristi fondamentalisti, solo le masse popolari possono far fronte a questo flagello che l'impérialismo alimenta attraverso i suoi lacchè per realizzare il suo progetto del Grande Medio Oriente. Ma da sole le masse possono scatenare mille e una insurrezione come quella del 17 dicembre 2010 ma senza fare la rivoluzione fintanto che non saranno organizzate e dirette da un partito rivoluzionario che mostrerà la bandiera della rivoluzione nazionale democratica con una prospettiva socialista.
Tutte le condizioni oggettive sono propizie per la rivoluzione, ma manca l’anello forte della catena poichè la sinistra da salotto; il fronte popolare e i suoi derivati macchinano con le classi al potere, la burocrazia sindacale e la società civile finanziata da freedom house, frederic hebert, georges Soros etc… e la sinistra detta rivoluzionaria è in letargo, vacilla fra un discorso di sinistra e una pratica di destra, rimanendo per il momento incapace di presentarsi come alternativa.
Nel frattempo la marea nera continua ad avanzare, sostenuta dagli imperialisti e i lacchè locali in Irak, Siria, Libia, Yémen, Tunisia, e più tardi Algéria. Per questo, è tempo che le forze rivoluzionarie si facciano carico della loro responsabilità storica, si sbarazzino delle loro catene e organizzino in comune dei comitati di difesa popolare che siano capaci di continuare la lotta e di sventare i piani reazionari nella regione.

H B, militante Tunisino

Tunisi, 30 giugno 2015 

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