mercoledì 29 luglio 2015

pc 29 luglio - SANITA’: IL DDL ENTI LOCALI E’ UN CRIMINE CONTRO L’UMANITA’

Così come per il ddl “buona scuola” anziché per il Jobs Act, per la Sanità il governo Renzi agisce come moderno fascista e impone la dittatura del profitto (continuando coi colpi di maglio alla demolizione della Costituzione) a discapito dei Diritti: alla cura, in primis, per i proletari, le classi meno abbienti, i migranti; alla prevenzione, alla ricerca.
Come al solito si usano termini quali “razionalizzazione della spesa” o “mala gestione” o ancora “taglio esami diagnostici non necessari” o “13 miliardi di euro risparmiati con meno esami diagnostici e minori visite specialistiche”. Un corollario di paroloni per giustificare un vero e proprio piano criminale.
Partiamo dalla citazione dell’art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Seguendo questo dettato universalistico, dal 1980 fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale, frutto, principalmente, della grande stagione di lotte dei lavoratori della Sanità, e che è stato riconosciuto come modello di civiltà a livello internazionale. SSN che di fatto istituiva una sorta di “stato sociale”, applicando i principi di uguaglianza e pari diritti.
Ma passata la stagione delle lotte e protagonismo dei lavoratori della Sanità, lo Stato ha iniziato a demolire il SSN, trasormando le USL (Unità Sanitarie Locali) in ASL (Aziende Sanitarie Locali), attraverso la Legge 502/92. Quindi lo Stato si erge a imprenditore e, di fatto, le Asl hanno iniziato a guardare più ai bilanci che al “servizio” da erogare.

E’ questa trasformazione che ha costituito i grossi buchi nei bilanci della Sanità Pubblica. Bilanci taroccati per continuare a ricevere i finanziamenti (chiaramente da parte delle varie Direzioni, espressione del malaffare, della corruzione, delle ruberie) e che ha visto in prima fila le cosiddette Regioni “virtuose” (Lombardia, Toscana, Emilia, Piemonte, Veneto su tutte). Ospedali al collasso, con continue chiusure, a partire dei Servizi sul Territorio, dando il via alla stagione del “nomadismo della cura” (tradotto: i viaggi della speranza, principalmente dal Sud, a cui sono stati costretti migliaia di lavoratori, indigenti, ridotti in malora dall’aumento delle spese).
Ma è con la “spending review” che si è avanzato verso la barbarie: blocco del turn over (di fatto un taglio di posti di lavoro “camuffato”); tagli dei posti letto; taglio delle prestazioni e riduzione dei giorni di degenza (non si guarda ai fini della cura, ma dei costi: più giorni rimani ricoverato, meno guadagnano le Amministrazioni). Volendogli dare un nome non possiamo non usare “negazione dei diritti umani”.

Basta questo per poter affermare che col termine “esami diagnostici non necessari”, il governo si erge a giudice unico allo stesso diritto alla stessa Vita. Ma il governo fa di più: da un lato intimidisce i Medici di Base con la prospettiva di decurtazione dello stipendio, nel “caso” di prescrizioni “improprie”; infatti nel DDL si specifica: “Il medico, quando fa la ricetta, dovrà riportare l’indicazione della condizione di erogabilità. Le visite e i trattamenti che esulano da questi paletti saranno a totale carico dell’assistito”; e allo stesso tempo si impone a chi deve curarsi il ricorso alle prestazioni privatistiche e a pagamento. Così i vari ras della sanità privata continueranno a fare enormi profitti sulla pelle della collettività. Alla faccia della, loro, stessa democrazia...
Allo stesso tempo quando il governo parla di “risparmi da reinvestire”, se non fosse tragico, potremmo parlare di ennesima bufala. Sono decenni che non un soldo viene “riutilizzato” nella prevenzione, nella ricerca, nella ristrutturazione, nuove assunzioni. Mentre la cronaca quotidiana, da Milano a Palermo, da Bolzano a Lampedusa, ci mostra il marcio di questo sistema.
Va ricordato un altro aspetto che non ha trovato spazio sia nella cosiddetta opposizione sia nei mass media: la salute e sicurezza dei lavoratori della sanità e le cure per i malati di patologie derivate all’esposizione a sostanze cancerogene, quali amianto. Di fatto nelle varie Aziende ospedaliere sono state ridotti, in alcuni casi cancellati, i controlli sullo stato di salute dei lavoratori (conferma del fatto la vita dei lavoratori non conta un cazzo, tranne che per i profitti che produce per i padroni) e già si è costretti a pagarseli di tasca propria. A fronte del fatto che con le varie riforme pensionistiche, infermieri e personale di supporto (che fanno un lavoro altamente usurante), si troveranno a “prestare” il loro servizio fino a 67 anni, magari con una catetere vescicale o una stampella come supporto.

Il governo impone e le regioni applicheranno: tagli-privatizzazione-aumento delle tasse. La Grecia non è lontana.
Su una cosa siamo “d’accordo” con Maroni: “il governo Renzi ha dichiarato guerra”, ma non come dice il razzista Bobo alle “regioni virtuose”, ma una guerra ai lavoratori, ai pensionati, ai migranti, alle donne, alle masse popolari. E a questa guerra è necessario rispondere in maniera adeguata. Come i lavoratori della Scuola è necessario costruire una mobilitazione, scioperi, blocchi, che abbiano il carattere di una rivolta per, non solo, contrastare questo scempio, ma per cacciare questo governo.

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