martedì 21 luglio 2015

pc 21 luglio - i limiti della sentenza al processo per amianto a pirelli in una lettera di un ex operaio

....Tutti i giornali e telegiornali hanno diffuso la notizia delle condanne contro i manager della Pirelli Tyre come una grande vittoria della giustizia, della magistratura che pare stare dalla parte del più debole e che finalmente manda in galera i padroni di una grande, storica e rinomata azienda italiana che produce pneumatici per automobili con fabbriche in tutto il mondo.
Invece non è così. Non è vero che i dirigenti andranno in galera e subito, poiché l’iter processuale prevede ancora due processi, appello e cassazione, per cui sicuramente visto come funzionano le cose in Italia, passeranno ancora parecchi anni prima che la sentenza diventi esecutiva. Per ora l’unica cosa certa di questa situazione è che i dirigenti non vanno in galera subito anche se condannati, come tanti altri casi simili ed eclatanti vedi Eternit di Casale Monferrato piuttosto che Porto Marghera o come alla Tyssen di Torino, mai nessun dirigente ha scontato le pene sentenziate dai tribunali.
Mentre, così è l’ingiustizia, i poveri operai che hanno per tanti anni lavorato a contatto con le polveri di talco d’amianto sono morti anzitempo tra mille dolori e disagi per loro stessi e per le loro famiglie, i colpevoli, cioè i padroni, la famiglia Pirelli, che si sono arricchiti sfruttando la forza lavoro di migliaia di operai sono rimasti estranei alla vicenda. Come spesso accade i dirigenti servi dei Pirelli già avanti con l’età, fra qualche anno al termine di tutti i gradi di giudizio, subiranno magari ulteriori sgravi di pena per motivi di salute e alla fine sconteranno la loro pena, male che vada agli arresti domiciliari. Sempre se verranno confermate le condanne perché i dirigenti con la possibilità di pagare fior di avvocati possono anche venire in seguito assolti.
E poi 24 è il numero di operai uccisi per l’esposizione all’amianto perché le loro famiglie hanno proceduto per le vie legali risarcitorie ma non sappiamo in realtà quanti operai sono morti in tutti questi anni e in tutte le fabbriche Pirelli in Italia e in giro per il mondo per l’esposizione all’amianto in fabbrica.
Quando mai i padroni responsabili di stragi di operai deceduti sul lavoro hanno subito la galera?
Non è forse meglio organizzarci nelle fabbriche e nei posti di lavoro per opporci alle prepotenze dei padroni che ci obbligano a svolgere mansioni pericolose e spesso ci costringono a lavorare a contatto con sostanze tossiche nocive?
Ancora oggi in Italia viene importato l’amianto, nonostante la legge 257 del 1992 lo vieti, questo materiale riconosciuto altamente nocivo alla salute crea gravissimi danni alla salute di chiunque si trovi esposto alle microfibre di amianto, ribelliamoci a queste condizioni di lavoro e uniamoci ad altri operai per evitare che ciò accada.
Operai, organizziamoci prima, denunciamo i ricatti dei padroni che per i loro profitti ci ammazzano e lottiamo contro i loro servi nelle fabbriche oggi, non aspettiamo un domani che i nostri familiari piangano nella sola speranza illusoria di mandare i padroni colpevoli in galera.
Non gridiamo alla grande vittoria per la sentenza di ieri, nessuno finora dei dirigenti andrà in galera, preoccupiamoci invece dei milioni di operai giovani e non che rischiano la vita tutti i giorni nei posti di lavoro malsani, condanniamo prima i padroni perché sono inadempienti alle normative sulla sicurezza, eviteremo migliaia di morti.
Pierfranco operaio ex Pirelli

pubblicata da operai contro

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