giovedì 7 maggio 2015

pc 7 maggio - MARTEDI' 12 RIPRENDE IL PROCESSO ETERNIT - DALL'INTERVISTA DELL'AVV. BONETTO: "IL CAPITALISMO PRODUCE MERCI E MORTI CON LA STESSA INTENSITA'"

CASALE MONFERRATO  La settimana prossima, martedì 12 maggio, con la prima udienza preliminare sulla richiesta della Procura di rinvio a giudizio di Schmidheiny per omicidio di 258 ex lavoratori Eternit e cittadini, inizia il processo Eternit bis. L'Afeva – Associazione Familiari e Vittime Amianto organizza un pullman da Casale Monferrato


Dall'intervista dell'Avv. Bonetto, legale di operai e familiari di lavoratori Eternit morti. 
L'intervista rilasciata in occasione di una delle udienze a Taranto del processo Ilva, in cui è legale delle parti civili presentate dallo Slai cobas sc.

L'Eternit è stata un tentativo di fare un'operazione innovativa. Di considerare come unico fenomeno quello dei danni prodotti all'ambiente e alle persone da produzioni industriali.
Ci sono stati processi per disastri ambientali, ma quello di tenere assieme tutto, lavoratori, abitanti e ambiente, con l'art. 434 del codice penale, è stata un'operazione innovativa che è andata a sollevare un problema storicamente sotto la polvere, cioè gli effetti a lungo termine delle produzioni industriali. L'Eternit ha cessato la produzione nel 1986 e la gente continua a morire per quelle produzioni.
Il primo grado di giudizio ha riconosciuto che questa operazione si poteva fare, e anche la Corte d'appello. La Cassazione in modo ancora più violento della sentenza Thyssen, ha detto NO: dovevate fare i processi caso per caso per i singoli morti, perchè tenere assieme quanto accadde nel 1986 con oggi non è previsto dal codice penale, visto come articolo che esauriva le possibilità di punire nel momento in cui cessavano i comportamenti fattivi dei responsabili. Quindi è dal 1986 che comincia a determinarsi la prescrizione. Il fatto che la gente continui a morire non si tratta di “disastro” ma di singoli omicidi che bisogna perseguire uno per uno.
Questa interpretazione è secondo me forzata. La lettera della norma è degli anni '30, in quegli anni non vi erano disastri per l'utilizzo dei cancerogeni, in mente, allora, avevano l'idea di un disastro semi istantaneo, il cancerogeno invece non è mai istantaneo, ci impiega almeno 10 anni per far emergere i primi effetti, per l'amianto, almeno 30 anni dall'esposizione. Quindi, secondo la Cassazione per i cancerogeni non ci possono essere disastri. La Cassazione ha ideato il “disastro perfetto”, che c'è ma non è punibile.

Questa è una visione reazionaria: c'è un problema si cerca di affrontarlo per quello che è in maniera unitaria, loro invece dicono no: la lettera della norma dice che si devono vedere i singoli casi.
In Corte d'appello abbiamo detto che la produzione industriale produce merci e morti in serie, le patologie sono un effetto della produzione industriale, le patologia di amianto non esisteva prima della sua produzione industriale, Il capitalismo produce merci e morti con la stessa intensità.
Non accorgersi di questo è grave, quando se ne erano accorte le vedove dei lavoratori che appendevano i manifesti funebri sui muri della fabbrica. Se ne sono accorte loro negli anni '80..., ma la Cassazione ha detto: se ne dovevano accorgere prima...

In risposta a queste due sentenze sono state purtroppo deboli. La stampa ha dedicato solo alcuni articoli, e non c'è stata un'adeguata reazione di forze sindacali, ambientaliste, politiche.
Il presidente della Repubblica che più volte si è pronunciato per la tutela dei lavoratori, questa volta ha taciuto su Eternit e questo ha un significato. C'è da dire che Eternit non era solo un riconoscimento della questione unitaria, la sentenza di secondo grado aveva aggravato la pena (18 anni di carcere ad un multimiliardario svizzero, che è tra il più importante “benefattore” della Svizzera, organizza corsi di formazione in Vaticano sullo sviluppo sostenibile). La Cassazione si è trovata di fronte ad un soggetto grosso. Non ho le prove delle telefonate del padrone Eternit ai suoi “amici”, ma...
Rispetto alla politica, Renzi in primis ha deviato l'interesse sul problema, Renzi ha detto che bisognava allungare la prescrizione, ma il problema è invece da quando decorre la prescrizione non quanta è lunga.
Per l'Eternit la seconda sentenza aveva detto che non c'era prescrizione perchè il disastro è in atto e rientrerà solo quando i morti rientreranno nella media.
Altri hanno detto: approvare norme nuove, ma queste si applicheranno ai disastri nuovi. Quindi dovremo aspettare altri 30 anni per i disastri nuovi. Vi sono stati articoli stampa che hanno scritto: la fregatura che hanno preso le vittime almeno sta portando al cambiamento delle norme. Ma che facciamo? Chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto...
In questo senso una certa timidezza c'è stata per chi dovrebbe occuparsi di certe cose. Per le organizzazioni sindacali la loro timidezza è data dal fatto che ci sono altri processi simili, vedi Ilva, dove c'è una famiglia di un certo peso e una attività in corso. Quindi prendere una posizione drastica, “che i reati vanno sempre puniti”, rischiava di sbilanciarsi.

E' stato un segnale
La sentenza Eternit è reazionaria, nel senso reale della parola; dice: torniamo indietro di 50 anni.

Ma siccome questo processo riprende, cosa c'è da aspettarsi?
Il processo Eternit è complicato, perchè mette assieme 260 casi di morti nel corso degli anni, in parte lavoratori in parte abitanti, unificati dal dato di essere molto documentati - perchè nel disastro puoi affrontare il fenomeno anche genericamente rispetto al singolo episodio, in questo caso invece devi dimostrare il singolo episodio.
Terzo elemento: fare un unico processo per così tanti casi implica tempi lunghissimi, solo un udienza per ogni caso già sarebbero 260 udienze. Il tutto perchè la Cassazione ha impedito la trattazione unitaria della questione.

Nessun commento:

Posta un commento