domenica 31 maggio 2015

pc 31 maggio - EXPO - LA POLIZIA SPIA I LAVORATORI - RIPRENDERE LA LOTTA CONTRO L'EXPO SU TUTTI I FRONTI

(Da Il Manifesto)
«All’Expo Milano viene pra­ti­cato uno spio­nag­gio poli­tico ai danni dei lavo­ra­tori come alla Fiat negli anni Set­tanta». Per Anto­nio Lareno, dele­gato Cgil per l’Expo, non ci sono dubbi: «Cin­quan­ta­mila cit­ta­dini che hanno pre­sen­tato una can­di­da­tura per lavo­rare all’Expo sono stati fil­trati dalle forze di poli­zia a loro insa­puta nell’ultimo anno». Alcune cen­ti­naia di lavo­ra­tori, assunti fino ad aprile, sono stati licen­ziati prima dell’inizio del «grande evento» per motivi, non ancora chia­riti, di sicurezza.
Il loro numero non è ancora pre­ci­sato. Sem­bra comun­que supe­riore alle tre­cento per­sone. Lo atte­stano le testi­mo­nianze rac­colte anche dalla Cgil. I licen­zia­menti sono avve­nuti per tre ragioni: «Per causa di forza mag­giore non dipen­denti dalla volontà» di Expo; «per prov­ve­di­menti delle auto­rità com­pe­tenti» o delle «auto­rità com­pe­tenti di pub­blica sicu­rezza». Tra le per­sone col­pite da que­sto bando ci sono coloro che hanno par­te­ci­pato a mani­fe­sta­zioni con­tro la riforma Gel­mini nel 2008, hanno occu­pato una casa o lavo­rato con rifu­giati politici.A Expo è stato creato uno stato di ecce­zione dove qual­cuno – la Que­stura di Milano, il mini­stero dell’Interno? — decide in maniera insin­da­ca­bile chi può lavo­rare e chi no. I cri­teri di que­sta ope­ra­zione di poli­zia non sono noti, tanto meno ai diretti inte­res­sati. Ad oggi non si cono­sce né l’archivio dal quale sono state attinte le infor­ma­zioni, né chi ha legit­ti­mato la loro dif­fu­sione a sog­getti terzi come le aziende o l’Expo.
«Il pro­blema riguarda la nostra demo­cra­zia – con­ferma Lareno – Que­sto è un caso limi­tato, ma esi­ste uno spio­nag­gio ille­cito e una vio­la­zione della pri­vacy dei cit­ta­dini. Que­ste pra­ti­che potranno essere usate domani per altri eventi, e in ogni luogo di lavoro. Basta dichia­rarli “zone a inte­resse stra­te­gico” dove l’accesso viene rego­lato in base all’autorizzazione di un organo di poli­zia o ammi­ni­stra­tivo. Stiamo assi­stendo a una cosa mostruosa».
Venerdì scorso a Milano i rap­pre­sen­tanti sin­da­cali hanno incon­trato alcuni diri­genti di prima fila dell’esposizione nell’ambito delle atti­vità dell’osservatorio Expo, una strut­tura bila­te­rale di con­ci­lia­zione interna. «Hanno fatto la parte di chi se c’era, dor­miva – rac­conta Lareno — È stato con­fer­mato che le per­sone che lavo­rano con un con­tratto a ter­mine, i volon­tari Expo e i gior­na­li­sti sono stati “fil­trati”. È una palese vio­la­zione dell’articolo 8 dello Sta­tuto dei lavo­ra­tori che vieta inda­gini sulle opi­nioni dei lavo­ra­tori e dell’articolo 15 che vieta le discri­mi­na­zioni sul posto di lavoro». Cgil, Cisl e Uil invie­ranno dif­fide alle aziende e a Expo dove chie­de­ranno la rein­te­gra dei lavo­ra­tori. Poi ci sarà il risvolto penale e un espo­sto al garante della privacy..."

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