mercoledì 13 maggio 2015

pc 13 maggio - Discarica Bussi, i giudici popolari: "Ci dissero di non condannare la Montedison"

I giudici popolari della Corte d'Assise di Chieti, nel processo sulla discarica di Bussi, avrebbero ricevuto pressioni per assolvere i 19 imputati accusati di avvelenamento delle acque e per derubricare il disastro ambientale a disastro colposo.
E' quanto sostiene, in un articolo comparso oggi, Il Fatto Quotidiano.
Non abbiamo nemmeno letto gli atti, ci siamo rifatti alle slide viste in udienza e alle parole sentite in aula” è la rivelazione shock fatta in forma anonima da alcuni membri della giuria popolare al giornalista Antonio Massari.
“Ma c’è di più” scrive Massari.

“La sentenza fu emessa alle 17 e le cronache raccontano di una seduta durata circa cinque ore. “In realtà – ci spiegano – appena ci siamo riuniti abbiamo ordinato il  pranzo. Dopo aver pranzato abbiamo iniziato a discutere del più e del meno, di vacanze e viaggi, finché, dopo un bel po’ di tempo, abbiamo iniziato ad affrontare la decisione”. “Abbiamo aspettato che arrivassero le cinque, ma della sentenza non abbiamo discusso tutto il tempo”.

Il Consiglio superiore della magistratura apre fascicolo
Sulla vicenda raccontata dal Fatto Quotidiano farà indagini e valutazioni anche la
prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura.
A disporne l'apertura è stato il Comitato di presidenza dello stesso Csm.
"L'avvio della pratica - ha spiegato il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini - è stato deciso anche dopo aver ricevuto una missiva dall'avvocato dello Stato, Cristina Gerardis".

Le altre reazioni
"Se le fonti anonime, presentate come due giudici della Giuria popolare, de Il Fatto Quotidiano confermeranno quanto dichiarato al giornale ci troveremmo di fronte ad un fatto di gravita' inaudita".
E' quanto afferma Augusto De Sanctis del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua.
"Stiamo parlando – prosegue De Santis - di un processo con un potenziale impatto economico di miliardi di euro, della qualità della vita di centinaia di migliaia di persone e dello stato dell'ambiente di un'intera vallata. Giudici popolari che ammetterebbero di non aver letto gli atti processuali, di non essere stati sereni nella decisione e di non riconoscersi nella sentenza. Il Presidente della Corte Romandini che si trincera, anche in relazione ad una cena, dietro al segreto della Camera di Consiglio, non commentando una frase che avrebbe pronunciato in quell'occasione e che Il Fatto Quotidiano riporta anche nel titolo per la sua rilevanza in questo racconto".
De sanctis fa sapere che "Stiamo già valutando con i nostri avvocati un eventuale esposto. Ricordiamo che come Forum dell'Acqua commentammo immediatamente in maniera molto dura la sentenza, per le numerose discrasie che erano immediatamente riscontrabili. La Procura di Pescara ha presentato un ricorso direttamente in Cassazione ma dopo quanto pubblicato su Il Fatto Quotidiano ci sembra che vi sia ora ben altro da approfondire".
Idv: “Intervenga Orlando”
"Se fosse confermato quanto scritto dal Fatto Quotidiano sulle pressioni esercitate sui giudici popolari della Corte d'Assise di Chieti che ha emesso la sentenza" assolutoria "sulla 'discarica dei veleni' della Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara), allora chiederò al ministro della Giustizia di intervenire personalmente. I cittadini meritano chiarezza su una vicenda drammatica e dolorosa, che ha segnato indelebilmente un territorio e un'intera popolazione".
A dirlo in una nota il segretario nazionale dell'Italia dei Valori Ignazio Messina, che ha altresì preannunciato il deposito di un'interrogazione parlamentare del partito e l'avvio di un'ispezione dei propri parlamentari Davico e Formisano.
"Lo Stato ha il dovere di fugare ogni ombra - ha osservato - e noi dell'Idv lotteremo, fuori e dentro le aule parlamentari, per tenere sempre alta l'attenzione su questo caso ed evitare in ogni modo che l'intera vicenda, dopo l'iniziale clamore mediatico, cada nel dimenticatoio come, purtroppo, già troppe volte accaduto nella storia d'Italia
M5S chiede invio ispettori a Tribunale Chieti
"Le affermazioni dei giudici popolari in merito all'assoluzione per disastro ambientale della Montedison per la discarica di Bussi sul Tirino, riportate da fonti di stampa e se corrispondenti al vero, sono di estrema gravità. Chiediamo che vengano inviati con urgenza gli ispettori del Ministero della Giustizia presso il Tribunale di Chieti per capire cosa sia successo e di chi siano le responsabilità. Bisogna accertare se vi siano state indebite pressioni affinché il verdetto fosse pilotato verso il disastro colposo così da far scattare la prescrizione".
I deputati abruzzesi M5S Andrea Colletti, Gianluca Vacca, Daniele Del Grosso e i membri M5S della commissione d'inchiesta sul traffico di Rifiuti si dicono "sconcertati" da quanto è successo: "Se i giudici popolari non possono decidere con serenità, perché il presidente della Corte d'Assise li avverte che possono subire rivalse in caso di condanna per dolo - affermano i parlamentari - non c'è esercizio della Giustizia, ma indebite pressioni. Si deve assolutamente andare a fondo su questa vicenda, perché altrimenti i grandi colossi economici possono dettare il corso delle sentenze a discapito di tutti i cittadini, devastando l'ambiente e rimanendo impuniti. Chiederemo, inoltre, di audire in commissione d'inchiesta sul traffico di Rifiuti, i giudici popolari per ascoltare la loro versione dei fatti".

Wwf annuncia presentazione esposto
"Le clamorose rivelazioni de Il Fatto Quotidiano - commenta Luciano Di Tizio, delegato Abruzzo del Wwf Italia - meritano un approfondimento. Il Wwf - ricorda - segue questa vicenda sin dall'inizio. Pagammo anche di tasca nostra le primissime analisi sulle acque potabili e rendemmo pubblico il fatto che in quell'acqua erano presenti contaminanti. Siamo nel processo come parte civile e siamo stati presenti in tutte le udienze. La sentenza ci sorprese ma ne prendemmo atto, sia pure con amarezza. Ora emergono inquietanti ipotesi. Solleciteremo il doveroso accertamento dei fatti, a questo punto necessariamente anche con un esposto, perche' su questa vicenda non restino ombre di alcun tipo".
L'avvocato Tommaso Navarra, che tutela il Wwf Italia nel cosiddetto processo di Bussi, aggiunge: "Laddove confermate, le dichiarazioni apparse oggi sul Fatto Quotidiano appaiono di assoluta gravita'. Noi abbiamo sempre creduto nella estrema fondatezza in fatto e in diritto delle imputazioni. Le centinaia di migliaia di pagine degli atti processuali sono state la base unica e onesta intellettualmente delle nostre convinzioni. Naturalmente per decidere era ed e' indispensabile leggere quelle carte. Se non fosse stato fatto sarebbe di una gravita' assoluta e rispetto a questa ipotizzata evenienza siamo sostanzialmente senza parole. Per come abbiamo sempre fatto - prosegue Navara - continueremo a cercare la verita' anche rispetto a queste novita' che fanno vacillare, speriamo a torto, la nostra piena fiducia nei confronti di una giustizia che in questo caso aveva ed ha anche il presidio della giuria popolare. Quanto prima, in tempi rapidi, attendiamo Giustizia. E siamo sempre fiduciosi di ottenerla, a cominciare dall'esito del ricorso per Cassazione depositato dai pubblici ministeri Mantini e Bellelli per l'annullamento proprio della derubricazione del fatto da doloso a colposo con conseguente ritenuta prescrizione".
Il presidente della provincia di Pescara Di Marco: "Gravissimo se notizie sono vere"
"Se quanto appreso oggi dall'articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano in data odierna dovesse rivelarsi vero sarebbe davvero gravissimo. Si tratterebbe di una ferita profondissima e insanabile per il nostro territorio, già martoriato da anni di inquinamento e avvelenamento del suolo e dell'acqua". Lo afferma il Presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco.
"Sono sicuro - aggiunge Di Marco - che la magistratura, come sempre ha fatto, si muoverà al più presto per fare chiarezza su questa vicenda e che chiarirà le modalità con cui la giuria popolare è arrivata al verdetto. Non possiamo accettare che una simile ombra scenda su questa triste vicenda e sono sicuro che i giudici togati, a cui plaudo per il grande lavoro svolto fino ad ora per individuare le cause che hanno portato alla discarica dei veleni, definiscano questi ultimi contorni che si sono delineati".

Castaldi (M5S): "Riaprire il processo"
Un'ispezione ministeriale e la riapertura del processo. E' quanto chiede il senatore del M5s Gianluca Castaldi alla luce degli elementi emersi dall'inchiesta giornalistica del Fatto Quotidiano, unendosi, in ciò, alle richieste di Augusto De Sanctis del Forum H20 e del sindaco di Bussi (Pescara) Salvatore La Gatta.
"Lo scorso dicembre, con un dispositivo di sei righe, la Corte d'Assise di Chieti - ricorda Castaldi - ha assolto tutti i 19 imputati nel processo sulle discariche dei veleni della Montedison a Bussi. Il disastro ambientale è stato derubricato a disastro colposo, a sua volta finito nel nulla per sopraggiunta prescrizione. E' stata una sentenza che ha sbalordito e amareggiato gli abruzzesi: com'è possibile che la contaminazione delle acque ci sia stata, ma che la colpa non sia di nessuno? Forse le risposte stanno per arrivare".

"All'avvelenamento dell'ambiente e della salute - afferma il parlamentare pentastellato - si sarebbe infatti aggiunto anche quello istituzionale e giuridico. Da quanto apprendiamo oggi da un'inchiesta del Fatto Quotidiano, i giudici popolari coinvolti nel processo non solo non avrebbero mai letto gli atti del processo, ma sarebbero addirittura stati minacciati di finire rovinati dalla Montedison se non avessero deciso di escludere il dolo e di deliberare a favore del disastro colposo. Il Movimento 5 Stelle presenterà per questo una interrogazione. E' stato già detto che sarebbe gravissimo e inaudito se i giudici popolari fossero stati messi in condizioni di non serenità nel loro giudizio: ma se i fatti fossero confermati, altro che 'condizioni di non serenita'', qui ci troveremmo di fronte a minacce di tipo mafioso - accusa il senatore - esercitate da poteri forti che rifiutano di farsi processare. La faccenda non finisce qui, i cittadini abruzzesi meritano di sapere la verità: se il processo contro Montedison è stato davvero inquinato con metodi criminali, i responsabili dovranno pagarla molto cara".

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