martedì 17 marzo 2015

pc 17 marzo - I soldi della Torino Lione passavano da Incalza


Incalza LtfErcole Incalza è stato l’uomo delle grandi opere di ben 7 governi consecutivi tanto che negli ambienti dei lavori pubblici era considerato il vero Ministro, visto che da Lunardi a Lupi lui è rimasto sempre al suo posto.
L’inchiesta che lo ha visto trarre in arresto è relativa a diversi intrecci che vanno dal Tav toscano al Mose veneziano, passando dall’onnipresente Expo.
Vari tipi di reati gli sono contestati e tra le altre cose sono stati passati al setaccio i rapporti con alcuni imprenditori e collaboratori stretti, assegnatari di buona parte dei lavori pubblici sottoscritti da Incalza.
Uno in particolare, Stefano Perotti esce nell’inchiesta insieme al figlio del Ministro Lupi, per lavori e favori diretti al pargolo del ministro di CL. Che difende Incalza a spada tratta oggi sui quotidiani.
Neo detenuto e neo pensionato, Incalza era il direttore della Struttura Tecnica di Missione del Ministero, sotto le dirette dipendenze del Ministro di turno. Questo organismo ha il compito di “definire le strategie per l’assetto trasportistico del Paese”, compresa la Torino Lione che dalle indiscrezioni non comparirebbe, per ora, in questa inchiesta; ma si sa, qui la vicenda assume caratteri inquietanti perchè sono avvenute cose molto discutibili attorno alla Tav in Val Susa, rese sempre pubbliche dal movimento, ma da queste parti la magistratura ha un solo obbiettivo nel mirino: la crociata contro i notav.
Siccome immaginiamo che a breve tutto il “sistema tav” baderà a prendere le distanze da Incalza, facendosi forte della non presenza della Torino Lione nell’inchiesta che lo ha fatto mettere agli arresti, ci teniamo a pubblicare il documento che segue(qui in pdf), che fa ben comprendere che ruolo aveva Incalza anche nella Torino Lione.
E’ una lettera del Novembre 2013 a lui indirizzata dal direttore generale di LTF Maurizio Bufalini, nella quale si chiedono a Incalza ben 21,5 milioni di Euro, da aggiungere allo stanziamento iniziale di 143 milioni di Euro per il tunnel geognostico della Maddalena (un aumento dei costi del 15% dopo due anni dall’apertura del cantiere). I 21 milioni e mezzo di Euro richiesti da LTF a Incalza sarebbero serviti a rafforzare le difese del cantiere/fortino: reti anti intrusione, assistenza alle forze dell’ordine (uffici, bagni chimici e raccolta immondizia), sistema di illuminazione, varco autostradale e soldi dati alla Sitaf per il restringimento della carreggiata. Incalza era l’uomo a cui rivolgersi per chiedere ancora soldi per il cantiere della Maddalena.
Non briciole, ma milioni di euro a disposizione dell’uomo dei 7 governi, quello su cui tutti potevano contare, e che poteva fare il bello e il cattivo tempo in termini finanziari, cosa che al sistema tav torna sempre molto utile.

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