domenica 15 marzo 2015

pc 15 marzo - LA DROGA DEL "QUANTITATIVE EASING"

Nella "Formazione operaia" di giovedì 12 marzo era scritto: 
"...i governi si illudono e pensano di risolvere il problema aumentando la massa di denaro in circolazione. Dopo gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e altri paesi nel mondo anche l’Unione Europa, tramite Draghi, ha deciso di lanciare il suo “quantitative easing” e cioè di immettere sul mercato circa 60 miliardi di euro al mese per almeno un anno!...
....lo Stato oggi per continuare a far funzionare un sistema che oramai si inceppa cronicamente, immette denaro nel mercato, ma, dice Marx “se oggi tutti i canali della circolazione vengono riempiti di carta moneta al pieno limite della loro capacità d'assorbimento di denaro, domani essi potranno essere sovrappieni, in conseguenza delle oscillazioni della circolazione delle merci. Ogni misura è perduta.. …” e ricomincia il processo che porta alle crisi!"



L'operazione di Draghi è una falsa medicina per il sistema economico; non è la soluzione della crisi ma è solo come una droga che illude di salvare dal disastro ma in realtà aggrava la crisi.
Questa operazione prevede acquisti di titoli - in buona parte pubblici - per 60 miliardi di euro al mese
fino a settembre 2016 e comunque fino a quando l'inflazione non tornerà ai livelli ritenuti coerenti con gli obiettivi della Bce. Con il QE si inietta liquidità nelle banche, nella speranza che questa liquidità si traduca in credito per le famiglie e per le imprese - non certo per le famiglie dei lavoratori, nè per le imprese piccole che sono sul lastrico, ma per quelle pochissime famiglie già con un reddito alto e per le grandi imprese.
Le banche sono state il fattore scatenante la crisi in corso, la peggiore degli ultimi decenni, e a queste banche, impegnate a speculare sui mercati finanziari, rovinate dalle proprie speculazioni, e proprio alle più grosse e determinanti, ritornano i soldi, soldi pubblici, secondo il principio di "socializzare le perdite e privatizzare i profitti". Così ci troviamo - come ha scritto Andrea Baranes - "Austerità per Stati e cittadini che hanno subito la crisi, liquidità illimitata per chi l'ha provocata... Da un lato una quantità sterminata di denaro è all'esasperata ricerca di profitti. Dall'altro fasce sempre più ampie della popolazione sono escluse dall'accesso al credito. Domanda e offerta di denaro non si incontrano, nel più clamoroso fallimento di mercato dell'era moderna".
Con l'operazione della Bce, il risultato sarà solo che le banche si libereranno di un po’ di titoli di stato e riceveranno in cambio liquidità. Fra l'altro pare che le banche che saranno interessate a questa operazione saranno sedici, tra cui proprio quelle con "gestioni molto discutibili e spesso truffaldine - scrive Vincenzo Comito - si rivela una concentrazione dei rischi verso il settore immobiliare e verso gli amici, con un intreccio perverso tra manager senza controllo, politici complici, imprenditori in conflitto di interessi, operazioni di manipolazione dei corsi, insider trading....".

Quindi questa immissione di liquidità non porterà alcun miglioramento nell'economia reale, mentre avrà un impatto sui mercati finanziari che rischia di diventare incontrollabile. COSI' IL CERCHIO SI CHIUDE E LA RUOTA DELLA CRISI DELL'ECONOMIA DEL CAPITALE RICOMINCIA A GIRARE SEMPRE PIU' IN FRETTA: si cerca di tamponare gli effetti della crisi sull'economia capitalista, ma questi interventi portano inevitabilmente dopo un periodo di "droga" ad una maggiore crisi, con effetti sempre più devastanti per lavoratori e masse popolari.

Come scrive Thomas Fazi - "aumentando la domanda di titoli e asset (sia pubblici che privati), il QE contribuisce ad aumentarne il valore (e di conseguenza il patrimonio di chi li possiede, che poi sono gli stessi che operano con maggiore dimestichezza sui mercati finanziari)... Un fatto che ha ricadute molto negative anche sui livelli di disuguaglianza".

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