giovedì 12 marzo 2015

pc 12 marzo - IL JOBS ACT ABOLISCE LA FORMAZIONE NEL CAMBIO DI MANSIONE

Da: Rassegna.it

I Decreti attuativi sulla riforma del mercato del lavoro rendono facoltativo l’obbligo della formazione quando si è demansionati.
Secondo Calleri (responsabile Sicurezza CGIL): “effetti devastanti sulla salute dei lavoratori, che saranno molto più ricattabili”.

Non si finisce mai di scoprire cosa non va nel Jobs Act. L’ultima (cattiva) novità è contenuta nei Decreti attuativi del 20 febbraio scorso, in relazione alla possibilità del demansionamento dei lavoratori in caso di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale.
Nella norma approvata dal Consiglio dei Ministri si rende facoltativo l’obbligo della formazione quando si viene cambiati di mansione. In altre parole: il lavoratore può cambiare mansione, in questo caso può essere demansionato, e non ricevere più alcuna formazione specifica riguardante il nuovo compito.

Una “piccola” misura, che però può avere effetti devastanti sulla salute e sicurezza dei lavoratori. “Un impiegato di un’industria” – spiega Sebastiano Calleri, responsabile Sicurezza della CGIL nazionale – “può essere demansionato e mandato a lavorare in una linea di produzione, quindi a contatto con un qualsiasi macchinario o attrezzatura che assolutamente non conosce, senza avere svolto neanche un’ora di formazione per il suo nuovo incarico”.
“In questo modo” - spiega l’esponente sindacale - “si abolisce di fatto l’articolo 2087 del Codice Civile, come da sempre richiede Confindustria, che è l’architrave su cui si fonda il sistema di prevenzione e protezione, visto che prescrive all’imprenditore di fare tutto il possibile per evitare i rischi connessi alle mansioni di lavoro, secondo tutte le norme tecniche e scientifiche il più possibile aggiornate”.

La formazione al cambio di mansione, in pratica, da obbligatoria [ai sensi dell’articolo 37, comma 4, lettera b) del D.Lgs.81/08] diventa facoltativa. “Questa misura, oltre agli evidenti rischi legati allo svolgimento di un nuovo compito, porterà i lavoratori a non richiedere più i propri diritti, proprio a partire da quelli relativi alla formazione e all’informazione” - aggiunge Calleri.
“Questo singolo provvedimento” - conclude il responsabile Sicurezza della CGIL nazionale - “è perfettamente in linea con la filosofia generale del Jobs Act. Grazie al combinato disposto delle norme fin qui approvate su licenziamenti e demansionamento, i lavoratori e le lavoratrici saranno molto più ricattabili, e le loro condizioni di lavoro peggioreranno. Quale lavoratore, sotto la minaccia di licenziamento o demansionamento, sarà messo in condizione di richiedere l’osservanza delle norme prevenzionistiche? E quale sarà l’effetto di tutto ciò sull’efficacia del ruolo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza all’interno delle aziende e, ancor di più, nel loro rapporto con i lavoratori? Su questa norma, allora, dobbiamo informare i lavoratori, aprire una campagna specifica, impegnandoci per farla cambiare”.

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Il Decreto attuativo a cui fa riferimento l’articolo di Rassegna.it e quello sul riordino delle tipologie contrattuali.
Tale Decreto prevede al comma 1, terzo periodo dell’articolo 55 (Mutamenti delle mansioni) quanto segue:
Il mutamento di mansioni è accompagnato, ove necessario, dall’assolvimento dell’obbligo formativo, il cui mancato adempimento non determina comunque la nullità dell’atto di assegnazione delle nuove mansioni”.


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