martedì 10 marzo 2015

pc 10 marzo - I padroni rivogliono indietro i soldi del contratto! “Non era mai successo…”Vogliono tutto! Non solo i diritti che ci hanno già strappato… È urgente uno sciopero generale dei lavoratori, vero e dal basso che costringa padroni e governo a fare un passo indietro…

 “Non era mai successo che gli industriali chiedessero ai lavoratori di restituire una parte degli aumenti contrattuali concordati”, dice il giornalista di Affari e Finanza di ieri con un articolo il cui titolo non dice subito qual è la sostanza del discorso: “Rinnovo dei contratti alla prova della deflazione”.  Non solo tutti gli ultimi contratti sia privati che pubblici firmati dai sindacati governativi, Cgil-Cisl-Uil, hanno di fatto avallato le richieste dei padroni e le politiche dei governi, ma  ci sono ancora milioni di lavoratori senza rinnovo del contratto, e tra questi quelli del pubblico impiego che aspettano da sette anni!

“A inaugurare il ‘nuovo corso’” continua il giornalista, “sono stati i chimici che rivogliono indietro 79 euro in media da ciascun dipendente. Effetto deflazione, hanno spiegato.” I padroni questa volta hanno trovato pure una bella scusa che il giornalista esprime con queste parole: “Insomma, poiché l’inflazione reale è molto al di sotto di quella considerata per gli incrementi retributivi, i lavoratori devono restituire la parte eccedente.” E cioè per i padroni visto che c’è la crisi e i prezzi di tutti i beni non sono aumentati allora gli operai non possono chiedere aumenti contrattuali! E stiamo parlando di miserie, perché come abbiamo detto, gli ultimi contratti firmati non prevedevano di fatto aumenti veri, tanto che è salita alle stelle la differenza fra quanto sono aumentati i profitti dei padroni e i salari degli operai.

“Difficile pensare che la mossa di Federchimica non faccia parte di una strategia della Confindustria. Ed è possibile pensare che l’idea degli industriali sia quella di una sorta di moratoria contrattuale alla vigilia dell’avvio della vertenza dei metalmeccanici.” Il giornalista capisce che si tratta di una mossa di tutti i padroni che giocano d’anticipo per prevenire possibili richieste dei metalmeccanici! E come hanno fatto con la campagna per l’abolizione del contratto a tempo indeterminato si appoggiano alle “disparità” che esisterebbero nel mondo del lavoro, infatti il giornalista aggiunge: “D’altra parte i contratti pubblici sono bloccati da anni e nel settore del credito è in atto uno scontro durissimo tra i sindacati e banchieri con quest’ultimi pronti a destrutturare il sistema degli inquadramenti con effetti non irrilevanti sulle retribuzioni.”

Ma il giornalista “economico” alla fine non può fare a meno di rimproverare questa fame di profitto e di vendetta dei padroni e con parole sue dice: “Riemerge per questa via il vecchio vizio delle nostre imprese: competere sui costi più che sulla qualità. La Germania ha imboccato un’altra strada e i metalmeccanici dell'Ig Metall hanno strappato un aumento del 3,4% mentre il sindacato dei servizi pubblici chiede il 5,5%. Difficile imitare i tedeschi, ma è altrettanto difficile pensare che si possa uscire dalla crisi senza alimentare la domanda interna. [cioè senza dare soldi ai lavoratori!] A meno che gli imprenditori italiani non si accontentino di una vittoria di Pirro.”

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