sabato 7 febbraio 2015

pc 7 febbraio - Macelleria messicana 2: una "discarica" di desaparecidos, alcuni orrendamente mutilati, nella regione di Guerrero. Solo in sei anni sono scomparse in Messico oltre 26mila persone e sono solo una parte dei crimini della dittatura borghese-latifondista dello stato fascista e terrorista messicano!

Ancora notizie dal fronte dell'orrore in Messico. Sessantun cadaveri sono stati trovati in un crematorio abbandonato di Acapulco, a circa 200 chilometri da Iguala, dove il 26 settembre sono scomparsi 43 studenti. In un paese che sta ancora cercando di capire quale sia stata la fine dei ragazzi e chi siano i loro carnefici, il ritrovamento dei 61 corpi, alcuni dei quali di donne e adolescenti, ha quindi avuto un forte impatto, in particolare nello stato di Guerrero, tra le regioni più povere e con una forte e devastante presenza del narcotraffico.
 

Sia Acapulco sia Iguala si trovano appunto nello stato di Guerrero, molto vicine una dall'altra, appena 200 chilometri: almeno dal punto di vista geografico quindi le due storie sembrano intrecciarsi. Su quanto sia successo al "Crematorio del Pacifico" di Acapulco le autorità per ora tacciono. A capire che c'era qualcosa che non andava sono stati i vicini del quartiere, che hanno riferito di un «insopportabile odore» proveniente dal luogo.
 

Le forze della sicurezza e la squadra di medici legali giunti sul posto hanno trovato i primi cadaveri e poi, proseguendo le ricerche in varie zone del crematorio, sono arrivati a recuperarne 61. Non si esclude però che il bilancio finale possa essere ancora più grave: secondo alcuni media, i cadaveri potrebbero essere anche un centinaio. Nel corso della giornata, sono via via emersi dettagli sul macabro ritrovamento. Molti dei corpi erano in forte stato di decomposizione ed erano nudi avvolti in lenzuola bianche e coperti di calce.

Altri sono invece stati trovati vestiti, alcuni sono mutilati. Altro dato considerato importante dagli investigatori: a quanto pare, alcuni corpi sono stati abbandonati non molto tempo fa, altri invece da molti mesi. Il crematorio funzionava in altre parole come una sorta di discarica di cadaveri. In un momento di grande difficoltà per il presidente Pena Nieto, il Messico deve quindi da oggi fare i conti con le due tragedie, Iguala e, appunto, Acapulco, un paradiso di spiagge e sole, la più nota delle località turistiche della costa pacifica messicana, ma ormai da tempo terra di narcos, uccisioni e violenza.


Secondo la testimonianza di alcune delle persone arrestate nell'inchiesta sugli studenti, i ragazzi sono stati uccisi e i loro corpi bruciati e abbandonati vicino ad Iguala.


Proprio ieri, migliaia di persone hanno dato vita ad una protesta per l'ennesima volta lungo l'autostrada tra Acapulco e Città del Messico, contestando le versioni ufficiali del governo sul caso Iguala. Del quale si è d'altra parte parlato anche presso l'Europarlamento di Bruxelles, dove alcuni dei genitori dei ragazzi 'desaparecidos' hanno chiesto al governi «giustizia. Vogliamo ritrovare - hanno sostenuto - i nostri figli».

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