sabato 7 febbraio 2015

pc 7 febbraio - Macelleria messicana 1: trovato il cadavere smembrato del giovane Gustavo Salgado

https://frentepopular.wordpress.com/: Inicia marcha en Morelos para exigir justicia por el asesinato del compañero Gustavo Salgado

Messico, decapitato militante Fpr, era vicino ai 43 scomparsi

Messico, il giovane Alejandro Gustavo Salgado Delgado
Guerrero. Il cadavere smembrato del giovane Gustavo Salgado trovato nel comune di Ciudad Ayala

di Geraldina Colotti

Tor­tu­rato, deca­pi­tato e smem­brato. Il corpo dell’attivista mes­si­cano Ale­jan­dro Gustavo Sal­gado Del­gado è stato ritro­vato così, nei pressi di un vil­lag­gio di cam­pa­gna nel comune di Ciu­dad Ayala (More­los). Aveva 32 anni ed era un diri­gente del Frente Popu­lar Revo­lu­cio­na­rio (Fpr). Svol­geva atti­vità poli­tica e di soste­gno ai brac­cianti della mon­ta­gna di Guer­rero, uno dei ter­ri­tori con la mag­gior quan­tità di col­ti­va­zioni di oppio al mondo. L’Fpr è un movi­mento di guer­ri­glia di stampo leni­ni­sta che ha le sue basi legali nelle pove­ris­sime zone di cam­pa­gna della regione ed è pre­sente nelle Nor­ma­les Rura­les, tra­di­zio­nali fucine di rivoluzionari.
Stu­denti nor­ma­li­stas erano anche i 43 scom­parsi di Ayo­tzi­napa, al cen­tro di una mobi­li­ta­zione che non si placa. L’Fpr aveva subito dif­fuso un comu­ni­cato di soste­gno aperto ai fami­gliari degli stu­denti e alle orga­niz­za­zioni popo­lari per denun­ciare «il cri­mine di stato». Del­gado era in prima fila nelle mani­fe­sta­zioni che hanno scosso la coscienza del Mes­sico a seguito del mas­sa­cro di Iguala (nel Guer­rero) del 26 set­tem­bre scorso. Allora, l’attacco con­giunto di nar­co­traf­fi­canti e poli­zia locale ha pro­vo­cato diversi morti e feriti fra gli stu­denti che mani­fe­sta­vano con­tro le poli­ti­che di pri­va­tiz­za­zione del pre­si­dente Enri­que Peña Nieto. E da quel giorno man­cano all’appello 43 ragazzi: anzi, 42 dopo che l’esame dei resti ritro­vati in una delle nume­rose fosse comuni clan­de­stine venute alla luce dopo il caso, ne ha iden­ti­fi­cato uno. Il governo ha deciso di inter­rom­pere le ricer­che pren­dendo per buona la ver­sione for­nita da alcuni pen­titi: i poli­ziotti hanno con­se­gnato i ragazzi ai nar­cos e que­sti li hanno uccisi e bru­ciati nella disca­rica di Cucula.
Con­fes­sioni tutt’altro che spon­ta­nee — ha rive­lato un’inchiesta della rivi­sta Pro­ceso — giac­ché poli­ziotti e nar­cos pen­titi pre­sen­tano evi­denti segni di tor­tura. Una pra­tica cor­rente in uno stato in cui il busi­ness della «lotta al nar­co­traf­fico» ali­menta quello giudiziario-poliziesco e serve per repri­mere le pro­te­ste popo­lari. «Vivi li hanno presi e vivi li vogliamo», con­ti­nuano a gri­dare i fami­gliari dei nor­ma­li­stas, con­vinti che potreb­bero tro­varsi nelle caserme mili­tari e por­tano il loro grido in tutte le istanze internazionali.
La Com­mis­sione nazio­nale per i diritti umani ha accu­sato il governo mes­si­cano di palese ina­dem­pienza nella ricerca degli scom­parsi e gli ha chie­sto di per­met­tere l’intervento del Comi­tato delle Nazioni unite sulle spa­ri­zioni for­zate, in base all’articolo 31 della Con­ven­zione inter­na­zio­nale per la pro­te­zione di tutte le per­sone con­tro le spa­ri­zioni for­zate dell’Onu. Per la prima volta, nei giorni scorsi, dieci esperti in tema di diritti umani, indi­pen­denti e di diverse nazio­na­lità, hanno esa­mi­nato il caso dei 43 alle Nazioni unite insieme a una dele­ga­zione dei fami­gliari. Anche il Par­la­mento euro­peo ha rice­vuto i fami­gliari degli scom­parsi e ha deciso di desti­nare parte di un fondo di un milione di euro alla loro ricerca: «I nostri figli sono con­ta­dini come noi, li abbiamo man­dati a scuola affin­ché non sof­frano quello che sof­friamo noi, che lavo­riamo dall’alba al tra­monto», — ha detto uno dei geni­tori, tor­nando ad accu­sare le poli­ti­che del governo.
Il Guer­rero è uno degli stati mes­si­cani più poveri e con il più alto tasso di cri­mi­na­lità orga­niz­zata. Nel 2014, il numero dei seque­stri, in Mes­sico, è aumen­tato del 30% rispetto all’anno pre­ce­dente: nel 2013 sono stati 2.166, alla fine del 2014 erano già 2.818. Un segno evi­dente del fal­li­mento delle poli­ti­che per la sicu­rezza e dell’assenza di poli­ti­che pub­bli­che del neo­li­be­ri­sta Peña Nieto. Ieri sono stati sco­perti 61 corpi in un cre­ma­to­rio abban­do­nato ad Aca­pulco, a circa 200 km da Iguala. Nes­suno, però, risulta bru­ciato, e diversi resti appar­ten­gono a donne (fra le vit­time più nume­rose della vio­lenza in Messico).
Per le strade del Guer­rero, a fianco delle foto dei 43, ora c’è anche quella di Ale­jan­dro Gustavo Sal­gado Del­gado, «caduto com­bat­tendo», dicono i mani­fe­sti. E si chiede giu­sti­zia anche per lui. Il giorno della sua scom­parsa, il Frente Popu­lar Revo­lu­cio­na­rio ha scritto che il lavoro sociale del mili­tante dava fasti­dio ad alcuni cacic­chi della zona e ha accu­sato lo stato di More­los e il suo gover­na­tore. Sal­gado è stato visto per l’ultima volta nella serata di mar­tedì scorso, al ter­mine di un’assemblea coi brac­cianti della comu­nità di El Chi­va­tero. Negli ultimi tempi, stava pre­stando assi­stenza agli sfol­lati degli ura­gani Ingrid e Manuel, fug­giti a More­los per lavo­rare nelle pian­ta­gioni di canna da zuc­chero. Finita la riu­nione, ha preso un auto­bus e da allora non se n’è saputo più nulla fino al ritro­va­mento del suo corpo martoriato.

La morte del diri­gente riporta in primo piano il con­flitto sociale nel sud del paese, dove ancora agi­scono — sep­pur inde­bo­lite — diverse for­ma­zioni di guer­ri­glia. In vista delle ele­zioni par­la­men­tari di giu­gno (una sorta di mid-term) la cri­tica dei movi­menti popo­lari, che chie­dono riforme radi­cali, si fa più forte. Ha scritto l’Fpr: «Che sia chiaro: la solu­zione che noi pro­po­niamo è la rivo­lu­zione, dare un taglio netto a que­sto sistema poli­tico, eco­no­mico e sociale putre­fatto, agli sfrut­ta­tori e ai per­so­naggi che li ser­vono. Per ogni morto, scom­parso o tor­tu­rato, impri­gio­nato o per­se­guito, il popolo pareg­gerà i conti».

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