sabato 7 febbraio 2015

pc 7 febbbraio - Sull'organizzazione borghese e l'ideologia della sconfitta

I governi della borghesia hanno sempre una struttura composita ma occorre individuare qual'è la frazione dominante
per analizzarne le contraddizioni interne.
Le contraddizioni interne interagiscono con lo scontro esterno governo-masse ed esse provocano crisi-caduta

da Pillole comuniste - 1-
14-8-2013


Oggi però  siamo in una fase di difensiva strategica. Il governo Renzi è riuscito nella sua operazione: rappresentare l'interesse generale dei padroni, riuscire ad unirli nei loro interessi di classe, unire il parlamento. Quando un governo compatta i padroni, non ci sono contraddizioni tra i padroni che possano influire sul governo per cambiare la sua politica antioperaia e antipopolare.
In queste condizioni di maggior debolezza della classe operaia e delle masse popolari, truffate da un governo al totale servizio dei padroni (Jobs act, decreto salva Ilva ecc.), è imperativa, per i lavoratori e le masse popolari, l'organizzazione e l'unità di classe, per far cadere il governo e riaprire lo scontro con i padroni in una situazione di minor debolezza per i lavoratori.

I romanzi francesi sugli anni 70 ripropongono l'ideologia della sconfitta, della tragedia politica, generazionale, individuale.
Manca, purtroppo, l'altra storia e altri romanzi

da Pillole comuniste - 1-
18-4-2013


La storia la fanno i popoli ma la scrivono i vincitori. La sovrastruttura culturale, ideologica, che si eleva sulla struttura economica della società capitalistica, non può che essere portatrice di un'ideologia della sconfitta e della tragedia, dando queste come naturali e ineluttabili per riperpetuare il sistema economico che le sottende, anche esso - il sistema capitalistico - considerato come naturale ed eterno.
Invece la scienza ci insegna che i processi vitali, la natura stessa sono in continua evoluzione, in movimento. La scienza e l'esperienza ci insegnano che il sistema capitalistico non è affatto naturale, anzi è contro natura al punto tale che la natura stessa vi si ribella (quindi non c'è niente di eterno). La storia ci insegna che i modelli sociali, i diversi modi di produzione, proprio perché li fanno i popoli, possono e debbono evolversi ed adeguarsi allo sviluppo sociale delle forze produttive. Perchè l'unico elemento naturale del sistema capitalistico è quello intrinseco del conflitto borghesia-proletariato, capitale-natura e delle sue crisi sempre più aspre
Chi vincerà la guerra scriverà la storia. E' una guerra di lunga durata ma non abbiamo scelta, dobbiamo farla e dobbiamo vincerla. Per la natura e l'umanità, spetta al popolo scrivere altra storia e altri romanzi.

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