mercoledì 18 febbraio 2015

pc 18 febbraio - La dama di servizio degli USA, Pinotti: avanti con gli F35! Che fine ha fatto il movimento di lotta sul territorio di Novara?

Pinotti e il Pentagono: l’Italia va avanti sugli F35. Il Parlamento chiede di dimezzare la spesa

Un tweet del ministro: «Nè conferme nè disdette. Il numero di 90 stabilito dal precedente Governo». Obiettivo: tutelare la manutenzione affidata a Cameri
La linea di assemblaggio degli F35 a Cameri, Novara

18/02/2015
«Il programma F35 prevede l’acquisto da parte dell’Italia di 90 di questi caccia di quinta generazione e il governo, nonostante l’opposizione della sinistra e del mondo pacifista, intende mantenere l’impegno»: lo fanno sapere dall’ufficio del Pentagono addetto agli F35 e la notizia viene confermata da fonti militari italiane, secondo le quali si sta lavorando per portare a casa quel numero di velivoli, ma con un taglio consistente dello stanziamento originario. In serata, arriva la presa di posizione dello stesso ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che in un tweet scrive: «Nessuna conferma, nessuna disdetta. Numero di 90 è stato stabilito dal precedente Governo. Il programma prosegue secondo l’illustrazione data al Parlamento».

Dunque si va avanti secondo i piani originari anche se, viene ripetuto, il programma potrebbe essere ridefinito alla luce delle risultanze del Libro Bianco della Difesa, che sarebbe dovuto essere pronto entro la fine del 2014 e che invece non è stato ancora completato. Nel frattempo, però, tutto resta com’è: il numero di 90 allo stato non si tocca, anche perché si rischierebbe di perdere la manutenzione in Italia, a Cameri, nel Novarese, di tutti gli F35 europei.

Il programma dovrebbe costare all’Italia quasi 14 miliardi (di cui parte del Parlamento ha chiesto il dimezzamento). Somma già ridotta dopo che la Difesa stessa, durante il Governo Monti, ha deciso un ridimensionamento del programma, passando dagli iniziali 131 velivoli agli attuali 90. In attesa delle risultanze del Libro Bianco gli ordini sono stati sospesi, ma nelle more di questa eventuale ridefinizione del programma è stato nei mesi scorsi firmato l’impegno relativo all’anno 2014 per la produzione di un lotto di due velivoli, che si aggiungono ai sei per i quali i contratti sono già stati firmati e sono operanti, con consegne previste tra il 2015 e il 2016.
Sui cacciabombardieri, l’Italia ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri, in provincia di Novara, lo stabilimento dove verranno costruite le ali e il blocco centrale della fusoliera e che oggi è stato designato come unico centro di manutenzione in Europa. Il primo cassone alare prodotto in Italia dovrebbe uscire dallo stabilimento di Cameri il prossimo mese di marzo.

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