venerdì 13 febbraio 2015

pc 13 febbraio - Libertà per il compagno Hem e i prigionieri politici in India - un appello di diverse associazioni operaie e studentesche

Noi, organizzazioni e individui firmatari, ci siamo uniti per formare il "Comitato per la difesa e liberazione del compagno Hem e tutti gli altri prigionieri politici". Da tempo sentivamo la necessità di un tale comitato, che si è fatta più che mai necessario nella situazione attuale, quando ogni forma di dissenso e protesta contro lo Stato viene sempre più criminalizzata. Per la comunità studentesca della JNU, questa criminalizzazione del dissenso è molto vicina. Il compagno Hem, ex studente di questo campus, da un anno e mezzo langue nella prigione centrale di Nagpur. Contrariamente a quanto sostenuto dalla polizia, è chiaro che è stato praticamente rapito (tre giorni prima del suo arresto ufficiale), brutalmente torturato in custodia e tenuto in isolamento per più di 6 mesi dopo aver partecipato a proteste dentro carcere – fatti che ha rivelato nella sua recente lettera aperta dalla prigione centrale Nagpur. Nel frattempo gli sono stati negati i minimo diritti costituzionalmente garantiti, a cui ogni prigioniero politico ha diritto. Grazie alle disposizioni del draconiano UAPA, la polizia ha impiegato più di 6 mesi per produrre un atto di accusa contro di lui e la sua richiesta di libertà su cauzione è stata discussa solo nel settembre 2014, vale a dire quasi 13 mesi dopo il suo arresto, presso il Tribunale di Aheri, che l’ha respinta.
Intensificando la nostra campagna per la liberazione di un nostro compagni e collega che è stato fianco a fianco con noi in tante lotte, comprendiamo che il suo non è un caso isolato
Mentre le classi dirigenti del paese, in particolare sotto l'attuale governo BJP capeggiato dalla NDA, si allinea sempre più al grande capitale e alle forze feudali e intensifica l’oppressione sulle masse lavoratrici, allo stesso tempo si va armando con una pletora di leggi draconiane per reprimere la resistenza del popolo. Oggi le carceri di questo paese, dal Maharashtra al Jharkhand, al Chattisgarh, al Bengala Occidentale, all’Odisha, sono riempite di Dalit, Adivasi, musulmani e attivisti popolari, di intellettuali, attivisti per le libertà civili, studenti e insegnanti che si sono segnalati per la solidarietà con i movimenti popolari e schierato contro l'oppressione statale. Ciò che è accaduto a Hem, nel recente passato è capitato anche noti difensori delle libertà civili e attivisti politici, come Binayak Sen, Sudhir Dhawale, Abhay Sahoo, Manorma Devi, Jitan Marandi, Arun Ferreira, Vernon Gonzalvez, attivisti del Kabir Kala Manch e altri ancora. Simile sorte è toccata ai lavoratori della Maruti, ancora dietro le sbarre. Nei soli distretti Dantewada e Bastar in Chattisgarh, più di 1300 sospetti attivisti del PCI sono stati arrestati, marchiati come maoisti. Siamo stati tutti testimoni di come un professore della DU, il Dr. GN Saibaba sia stato rapito in pieno giorno da agenti in borghese della polizia del Maharasthra e poi incriminato con analoghe accuse preconfezionate. La stessa storia si è ripetuta a Vizag, per un professore dell’Andhra University e ora contro noti due attivisti del Kerala - Jaison Cooper e Thushar Sarathy.
Crediamo che a tutti quanti sono stati incarcerati in forza di queste leggi draconiane, a causa della loro ideologia politica o per aver partecipato a movimenti popolari dovrebbe, per lo meno, essere riconosciuti lo status di prigionieri politici e garantiti i diritti costituzionalmente sanciti - compresi il diritto a un processo rapido e alla libertà provvisoria. Al contrario, in realtà, vediamo come lo Stato prolunghi deliberatamente la carcerazione, in attesa di udienze che non si tengono, e anzi moltiplichi gli arresti di attivisti politici, senza produrre né testimoni né prove. I prigionieri sono tenuti in isolamento per mesi, per impedirgli di socializzare con gli altri. Di recente, lo Stato ha perfino adottato il processo in videoconferenza, in modo a da non produrre i prigionieri politici neppure davanti alle Corti per le udienze. Nel febbraio di quest'anno, migliaia di prigionieri nelle carceri in Maharasthra, Jharkhand e Odhisa, sono ormai da 9 giorni in sciopero della fame (in larga parte taciuto dai media) per protestare contro questa prassi. Abbiamo visto più volte come alla maggior parte di quelli incriminati con queste leggi draconiane sono stati liberati su cauzione e infine assolti solo dopo anni e anni di carcere. Tutti questi fatti rendono ben chiaro che questi arresti e detenzioni sono di natura squisitamente politica – evidentemente volti a impedire che gli attivisti politici si organizzino contro le politiche antipopolari dello Stato.
Diverse organizzazioni e comitati per i diritti democratici e civili si sono espresse a difesa dei diritti dei prigionieri politici. Alcuni di esse hanno anche fornito assistenza legale a questi prigionieri. Ma in un momento in cui sono sotto attacco il movimento degli studenti, l’organizzazione e l’attivismo degli nei movimenti popolari fuori dell’università, in questo paese come in tutto il mondo, è necessario un comitato di studenti per fronteggiare questi attacchi. Questo è particolarmente urgente dato che su uno dei nostri compagni di studio, Hem, continua ad accanirsi il peso degli apparati dello Stato, della polizia, dei tribunali e delle autorità carcerarie. Questo comitato è un passo verso la costruzione di una grande solidarietà contro la repressione di Stato verso l'attivismo politico.
Compito di questo comitato sarà realizzare una campagna politica all'interno e fuori del campus, contro la crescente repressione delle voci del dissenso. È in questo contesto che abbiamo ritenuto necessario un comitato della comunità studentesca a difesa di tutti quei prigionieri politici arrestato per aver preso parte ai movimenti di massa che sfidano le strutture di potere dominanti; dei singoli attivisti che sono stati di presi di mira e colpiti dagli apparati dello Stato in forza di leggi speciali o anche ordinarie. Questo comitato lancerà un’ampia campagna politica per i loro diritti in quanto prigionieri politici - diritto alla libertà provvisoria, a un processo limitato nel tempo, a presenziare alle udienze, a temere pubblicazioni, a non essere torturati in custodia e tutti gli altri diritti democratici e civili. Il comitato sarà composto da individui e organizzazioni culturali e politiche di sinistra e progressiste. I piani futuri di azione saranno definiti attraverso meccanismi trasparenti e democratici.

All India Students Association (AISA), All India studenti Federation (AISF), Birsa Ambedkar Students Association (BAPSA), Campus Front of India (CFI), Dastak, democratica Students Union, IPTA, Jagriti Natya Manch, Janrang, Jan Sanskritik Manch, Krantikari Naujawan Sabha (KNS), Revolutionary culturale anteriore (RCF), studenti Federation of India (SFI), The New materialisti (TNM), Emirati Dalit studenti Forum (UDSF)

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