lunedì 22 dicembre 2014

pc 22 dicembre - I compagni e le compagne di 'proletari comunisti PCm-Italia salutano con forza e solidarietà la compagna Sarya

YPJ: ci batteremo fino alla fine per gli ideali in cui credeva Sarya

YPJ: ci batteremo fino alla fine per gli ideali in cui credeva Sarya
Le compagne della combattente del MLKP Sibel Bulut (Sarya Özgür) che è ha perso la vita una settimana fa mentre combatteva nelle fila delle YPJ a Kobanè hanno definito Bulut una donna calorosa, dotata di grande forza di spirito, sincera, una militante ideale. E hanno aggiunto: “Ci batteremo fino alla fine per gli ideali di fratellanza fra popoli, per l’eguaglianza e la libertà delle donne in cui lei credeva”.
Le combattenti YPJ, Avesta Serêkanî e Dicle Fırat, hanno ricordato il periodo che Sibel Bulut trascorse nel Cantone di  Cizîrê (Jazireh), la sua resistenza e la sua vita a Kobanè.
ypj
Voleva essere sulla linea del fronte
Avesta Serêkanî, combattente delle YPJ, ci dice di aver incontrato Sarya Özgür a Tel Temir l’anno scorso durante l’operazione  Hasekê. Le compagne dicevano che un’amica era venuta dalla Turchia, da un’altra organizzazione. Era Sarya. Ci siamo intese veramente bene; lei non ci ha fatto mai sentire che proveniva da un’ organizzazione diversa. Siamo rimaste insieme fino all’operazione invernale a Tel Hamis. Alle persone nuove non era permesso andare al fronte ma Sarya voleva veramente combattere. Voleva essere sempre lì dove si svolgeva l’azione”.
Avesta Serêkanî ha detto di aver incontrato ancora Sarya mesi dopo a Serêkanîyê dove lei si mostrava una combattente più esperta “ma il suo sorriso e il suo calore erano sempre gli stessi” aggiunge. “Senza alcuna esitazione si disponeva sulla linea del fronte insieme alle compagne d’armi delle YPJ. Solo in seguito ho appreso che Sarya era andata a Kobanè” ha detto.
Non l’ho vista a Kobanè
Avesta Serêkanî ha detto di essere andata anche lei a Kobanè ma di non essere riuscita a incontrarsi con Sarya lì. “Sono stata tanto triste quando ho sentito che era morta. E la cosa peggiore era che non l’avevo potuta vedere di nuovo”.
Era molto sincera e ispirava fiducia
Avesta Serêkanî ha detto che Sarya attribuiva grande importanza alla lotta per la libertà delle donne, aggiungendo che era molto sincera e non parlava mai negativamente di nessuno. “Ispirava fiducia e trattava tutti ugualmente”.
Ho dato il mio fucile a Sarya
Avesta Serêkanî ha detto che dopo che era stata ferita a Tel Hemis aveva offerto il suo fucile a Sarya quando era andata a farle visita. Sarya le disse: “Cercherò di essere all’altezza di questo dono”.
Avesta Serêkanî ha concluso dicendo che Sarya aveva un berretto con una stella rossa appuntata al quale era molto affezionata ed ha aggiunto: “Voglio trovare un berretto come quello da indossare per ricordarmi di lei quando combatto.”
Ci siamo incontrate durante uno scontro
Dicle Fırat, combattente delle YPJ dice di aver incontrato Sarya durante uno scontro a fuoco a Kobanè in Novembre. “Arrivò sul fronte sud durante il combattimento. Combatté al nostro fianco fino al mattino. Era entrata nel vivo dell’azione e non si addormentò fino all’alba.”
Dicle Firat ha detto di essere stata con Sarya per alcuni giorni e che augurerebbe a tutti di poterla incontrare. Dicle Firat aggiunge: “Siamo entrate in azione insieme. Lei era davanti a me e non mi avrebbe lasciato passare avanti. Era molto determinata e quel giorno abbiamo inferto un duro colpo sul nemico.”
Dicle Firat ha affermato che entrare in azione con Sarya la caricava di energia ed ha aggiunto che le è difficile esprimere come si è sentita quando ha saputo che Sarya era caduta in battaglia.
“Sarya era una combattente eroica e pronta ad autosacrificarsi . Aveva una forte consapevolezza del cruciale tema riguardante la libertà delle donne e attribuiva grande importanza all’uguaglianza tra i popoli. Resterà sempre un modello esemplare per noi. Come combattenti YPJ combatteremo fino alla fine per la fraterna coesistenza dei popoli e per la libertà di tutti i popoli del Medio Oriente, gli ideali in cui la nostra compagna Sarya credeva”.

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