martedì 2 dicembre 2014

pc 2 dicembre - Esce il nuovo numero della rivista del PCIndia (maoista) - pubblichiamo l'editoriale - si può richiedere in inglese a csgpindia@gmail.com

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editoriale

Sulla frenesia di Modi e  su un anniversario

Modi ha fama di essere un maniaco del lavoro. Lo ha dimostrato, e anche qualcosa di più. Non c’è mai stata un’apertura del paese all’imperialismo tanto sistematica, rapida e ampia come quella che si è vista nei pochi mesi da quando è in carica. Difesa, assicurazione, risorse naturali - tutto è in vendita. Il nostro uomo ha fretta. Questa svendita all’ingrosso è spacciata come la via per fare dell’India un paese forte.

Si potrebbe supporre che ciò richieda lo sviluppo delle capacità del suo popolo, l’uso delle proprie risorse per diventare autosufficienti. Modi e i suoi mentori del RSS hanno un’idea completamente diversa. Per loro, ‘fare l’India’ è ‘fare in India’, è l’invito, a tutti gli imperialisti e a chiunque abbia capitale, a venire in India, sfruttarne la manodopera e saccheggiarne le risorse. Niente potrebbe mostrare il carattere compradore del Sangh Parivar, la vacuità del suo nazionalismo, meglio di questo slogan. Sarebbero lieti di vendere al miglior offerente anche il loro Bharat Mata.

Il loro aggressivo fascismo braminico hindu serve a questo scopo. Propaga uno sconcio sciovinismo per nascondere la realtà della dipendenza, dividere il popolo e attaccare tutti quelli che resistono.

Se l’estremismo del Sangh Parivar sono peculiari di questa forma, la dipendenza dall’imperialismo e il privilegio dell’induismo brahminico sono tratti comuni a tutti i settori delle classi dominanti indiane. La risoluzione della situazione del paese si trova e va ricercata al di fuori del loro sistema.

È qui che entra in gioco la seconda parte del nostro titolo, l’anniversario. Si riferisce al 10° anniversario del PCI (Maoista). È un’occasione importante. Segna un decennio dalla formazione di un centro dirigente unico della rivoluzione indiana, attraverso la fusione delle sue due principali correnti.

La rivoluzione di nuova democrazia diretta da questo partito, portata avanti attraverso la guerra popolare di lunga durata condotta dal People’s Liberation Guerrilla Army (PLGA), è l’unica via d’uscita per l’India.

Il futuro a cui mira si va già concretizzando nella nuova società e nel nuovo stato in costruzione nelle basi guerrigliere dell’India centrale e orientale.

Un futuro in cui il popolo è padrone del proprio destino, di tutto ciò che lo circonda e delle ricche risorse della sua terra. È qualcosa che si può realmente dire che si sta realizzando in India, grazie al sangue e alle lacrime della suo popolo.

Non c’è da stupirsi, quindi, se questa rivoluzione diventa la più grande minaccia per le classi dirigenti indiani e gli imperialisti. Modi comincia da dove la “guerra al popolo” di Manmohan Singh era arrivata, oggi con più brutalità, accompagnata dal fascismo del Sangh Parivar. Le sue vere intenzioni sono oggi più palesi - 27 battaglioni di para-militari vengono inviati nel solo Chhattisgarh, per distruggere il potere popolare e il PLGA, per assicurarsi che tutti gli ostacoli al saccheggio delle risorse vengano rimossi.

Dobbiamo difendere e rafforzare questa rivoluzione, dobbiamo difendere e rafforzare il partito che la dirige.

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