sabato 22 novembre 2014

pc 22 novembre - Renzi contestato a Bologna e a Parma

Bologna respinge Renzi

Non c'è città in cui il Pd e soprattutto il premier più reazionario degli ultimi anni non ricevano dure contestazioni.  a Bologna Renzi ha partecipato alla chiusura della campagna elettorale in vista delle elezioni del consiglio regionale emiliano romagnolo di domenica.
La contestazione, lanciata da Ross@ Bologna e dalla campagna Noi restiamo, ha visto la partecipazione di oltre trecento persone tra studenti, collettivi, attivisti dell'Usb e di Asia-Usb.
Del fango è stato versato ai piedi del Paladozza, davanti al cordone di polizia dispiegato per difendere il palazzetto e i simpatizzanti del PD regionale perchè, come recitava lo striscione di Rossa e Noi restiamo "Gli argini si sono rotti, il vostro fango vi seppellirà" allundendo chiaramente anche alle recenti alluvioni che hanno messo in crisi migliaia di persone.

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Se lo slogan di Renzi era "La speranza batte la rabbia", lo slogan dei manifestanti è stato "La nostra speranza è la nostra rabbia", e la rabbia di tutti quelli in presidio che hanno gridato la vergogna di un partito, il "partito della nazione", che non fa che difendere gli interessi dei grandi industiali .... La conseguenza della politica renziana nella società non ha portato finora altro che repressione e disagio sociale, dalla ultra-precarizzazione del lavoro sancita con il Jobs Act, alla ultra-precarizzazione dell'abitare sancita con il decreto Lupi e ancora lo smantellamento dei diritti sindacali, la definitiva benedizione delle privatizzazioni e della speculazione edilizia.
Dopo un'ora di presidio sotto il Paladozza, sede della convention democratica, i manifestanti hanno dato vita ad un corteo selvaggio sfilando per il centro, durante il quale una sede del Pd è stata oggetto della rabbia dei manifestanti. 
...lancio delle uova contro la sede e la segnalazione di una vetrinetta andata in frantumi. 
Renzi a Parma, cariche della polizia contro i contestatori

Renzi a Parma, cariche della polizia contro i contestatori

 a Parma, dove poco prima era arrivato il capo del governo Matteo Renzi. In piazza per tributargli la dovuta accoglienza erano scesi attivisti delle organizzazioni della sinistra radicale e dei centri sociali, militanti dei sindacati di base e un gruppo di lavoratori e delegati della Fiom Cgil. Un centinaio di persone in tutto, compresi un gruppo di operai in lotta per il posto di lavoro. Ad un certo punto, raccontano i media locali, il via Mazzini alcune decine di manifestanti avrebbero cominciato a premere sul cordone di polizia in assetto antisommossa che impediva l’avvicinamento al vicino palazzo del Comune dove è atteso un incontro tra il premier e il sindaco Pizzarotti e alcuni operai avrebbero cercato di scavalcare le transenne e a quel punto è partita una violenta carica. Dopo e nonostante le manganellate, i dimostranti hanno comunque continuato la loro contestazione contro le politiche dell’esecutivo e il Pd nella strada che porta al palazzo comunale di Piazza Garibaldi esponendo cartelli e striscioni che recitano "Matteo Renzi uguale presidente di Confindustria", "Renzi buffone, Marchionne è il suo padrone", e poi ancora “La Ue vuole precarietà, Renzi gliela darà” e “Licenzi padri precarizzando i figli”.

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