mercoledì 19 novembre 2014

pc 19 novembre - Ma la Cassazione deve sempre essere una fogna per i padroni assassini? Vogliono il colpo di spugna sulle condanne

Padroni, giudici: il vostro diritto, le vostre leggi sono la negazione della giustizia vera! 
L'unica giustizia è quella proletaria!
«Anche se oggi qui si viene a chiedere giustizia, un giudice - ha avvertito il pm Iacoviello rivolto alla Corte - tra diritto e giustizia deve scegliere il diritto».  Cioè il diritto borghese , il diritto dei padroni...  


 da il Monferrato:


Ore 17,27 - L'avvocato Enrico Dagna intervenuto per Casale e Villanova ha evidenziato i danni "oggettivi e acclarati" subiti da Casale e dal territorio circostante la previsione di spesa per la bonifica del'amianto compatto e friabile ammonta a circa 62 milioni di euro e che la provvisionale riconosciuta è di soli 30 milioni. Si prevedono altri 27 milioni di euro di costi.
Ha anche fornito i dati del censimento chiuso nel novembre 2014: "Rispetto ai siti già accertati sono emersi ulteriori 6831 nuovi siti per circa 900mila meri quadrati di superfici o come matrice compatta o polverino sono da aggiungere a quelli già monitorati".

Ore 16,22 - L’avvocato di parte civile Sergio Bonetto ha evidenziato che «se quando è stato formulato il codice penale non si conoscevano i cancerogeni e il fatto che agiscono a distanza di decenni, non per questo il diritto può ignorarne gli effetti e rinunciare a fare i processi che riguardano i danni alla salute che ne derivano».
«Non vorrei - prosegue Bonetto - che dopo il delitto perfetto si configurasse da oggi in poi il disastro perfetto, che non trova cioè alcuna sanzione», ha detto l'avvocato Sergio Bonetto, difensore delle vittime, che ha accusato il PG Francesco Iacoviello di essere giunto a conclusioni palesemente illogiche e non il linea con dettato di aderenza Costituzionale, a partire dal ritto alla salute.

Ore 15 - Sgomento fra le vittime e incredulità, incredulità che supera persino la rabbia. Una richiesta difficile da capire, più ancora da accettare.
Annullamento senza rinvio. Perché ha sostenuto il Procuratore Generale della Cassazione Francesco Iacoviello, intervenuto dopo il Giudice Istruttore che ha illustrato il lungo iter del Processo Eternit: non si poteva e non si doveva fare - secondo lui - per disastro ma solo per le morti, colpose o dolose che siano, spiega l'avvocato del Comune di Casale Enrico Dagna.
Pur assumendo che è pacifico che c'è stata una diffusione di fibre nell'ambiente e che la responsabilità della conduzione dello stabilimento è in capo all'imputato Stephan Schmidheiny condannato in Appello a 18 anni di carcere, il magistrato ha ritenuto fondamentale garantire la correttezza della Procedura e la salvaguardia del diritto, anche a costo di sacrificare la giustizia.
L'opposizione fra diritto e giustizia è stata proprio la conclusione della requisitoria di Iacoviello.

Indignato il sindaco di Casale Titti Palazzetti: "Non si può scindere il diritto dalla giustizia. Non si può dire che il diritto non fa giustizia. Mi auguro che il diritto faccia giustizia, non che avvenga il contrario, altrimenti la fiducia nella magistratura non è perseguibile. Mi auguro che la Corte sia più attenta".
Indignato il coordinatore del Comitato vertenza amianto Bruno Pesce: "Significa che anche se si provocasse un milione di morti l'amianto non si può provocare disastro, secondo lui".
La posizione della Procura ha colto di sorpresa anche i legali che rappresentano le parti lese, le migliaia di vittime provocate dall'amianto, a cui passerà la parola alle 15, quando è stata fissata la ripresa dell'udienza.

Ore 14,14 - Doccia fredda per il Processo Eternit. Il procuratore generale ha chiesto una pausa per riflettere sull'annullamento della sentenza senza rinvio. Questo significherebbe che tutto l'iter processuale verrebbe cancellato con un colpo di spugna. Ma il fatto clamoroso è che questo è stato richiesto dalla pubblica accusa: a fine requisitoria il pm ha sottolineato che "di fronte al dilemma tra giustizia e diritto, il giudice deve scegliere il diritto".

Ore 13,30 - "Se voglio ammazzare una persona e devo ammazzare la scorta il dolo è eventuale rispetto alla scorta? No! È sempre dolo intenzionale. Non c'è distinzione fra eventi intermedi dell'azione criminosa. Se l'imputato era mosso con dolo al profitto che poteva realizzarsi solo con quelle condotte come si può distinguere?"
È uno dei passaggi della relazione del procuratore generale che sta svolgendo la sua relazione in questo momento.
"Dolo che oltretutto (quello dell'Eternit) mirava un disastro silente che riaffiora dopo decine di anni".
È quanto al disastro sottolinea "l'elemento della violenza, cioè "l'immissione nell'ambiente di fibre di amianto, immissione che è violenza perché modifica l'ambiente".
Come nel caso di "agenti patogeni. Mi dite - ha aggiunto rivolto alla Corte - cosa sono le fibre se non agenti patogeni?".

Ore 11,40 - È in corso l'udienza di Cassazione del Processo Etenit.
Il dibattimento si è aperto con la reazione del giudice istruttore della Cassazione che sta illustrando la vicenda processuale, esaminando le posizioni assunte dai giudici di primo grado e della Corte di Spello di Torino. Sentenza che sono in parte diversificate, per esempio rispetto alla estinzione del reato di disastro a Bagnoli e Rubiera, bonificato sì ma ancora soggette agli effetti l'inquinamento causato da Eternit nei decenni precedenti.
Tra i passaggi citati dal giudice illustrando la sentenza di Appello Il fatto che l'imputato Schmidheny "aveva avuto piena consapevolezza del processo causale innescato dal belga".
Dolo diretto - dunque - perché il fine era conservare e rafforzare le posizioni sul mercato "a ogni costo", compreso il rischio per la salute. Ora inizia l'illustrazione dei ricorsi.

Ore 10 - "Ho ritrovato tutta la rabbia dei primi giorni e mi amareggia molto che oggi non si possa arrivare alla sentenza". Romana Blasotti Pavesi, presidente dell'Afeva e simbolo della lotta all'amianto in tutto il mondo, è a Roma per la sentenza della Corte di Cassazione.
"Non pensano - dice riferendosi agli imputati - alla tragedia che hanno procurato a Casale e che ha fatto nascere la voglia di eliminare l'amianto in tutto il mondo.
la giustizia è una cosa che pretendiamo. Non possiamo più continuare a piangere. Le vittime sono tante e continuano a esserci. Vogliamo che il nostro caso sia di esempio e che aiuti gli altri a difendersi e a pretendere che cos'è di questo genere non succedano più. Vorrei incontrare Stephan Schmidheiny - dice ancora Romana Blasotti - visto che lui continua a dire che è innocente e che si sente sereno. Noi dopo tanti anni dalla morte dei nostri cari non siamo sereni. Vorrei che Stephan Schmidheiny avesse il coraggio di guardare una moglie che ha perso il marito negli occhi , o una mamma il figlio o dei bimbi piccoli che hanno perso il padre. Abbia il coraggio di guardaci negli occhi e di sentirsi innocente... ".

Ore 9,26 - L'udienza di oggi sarà con tutta probabilità dedicata solo alla relazione del presidente della Corte di Cassazione, che secondo indiscrezioni dovrebbe impegnare circa sei ore. L'intervento della Procura Generale slitterebbe quindi a lunedì 24, data in cui dovrebbero essere sentite anche le parti offese.
Alla difesa degli imputati sarebbe dunque dedicata l'ultima udienza che verosimilmente si svolgerà dunque il 26 ottobre, mercoledì. Per ora il dibattimento non è ancora iniziato e quello relativo all'Eternit non sarà il primo, ad essere aperto perché la Corte affronterà prima tutta una serie (una dozzina, pare) di casi minori che si prevede vengano sbrigati in breve tempo.
L'udienza di Cassazione per il processo Eternit che si apre questa mattina, mercoledì secondo le voci circolate nelle aule giudiziarie non si concluderà probabilmente oggi come invece auspicavano in molti. Secondo le indiscrezioni circolate nel tardo pomeriggio di ieri, martedì, occorreranno invece tutte e tre le udienze fissate dalla presidenza per ultimare l'ultimo grado di giudizio, quello definitivo inappellabile.

La prima, oggi, ma anche quelle già fissate per il 24 e il 26 ottobre. Secondo quanto si è appreso interverranno infatti il giudice della suprema Corte che illustrerà con una relazione l'iter giudiziario svoltosi finora e - subito dopo - la pubblica accusa. E si prospetta una udienza lunghissima, si parla addirittura di 12 ore di dibattimento, dopodiché ci si aggiornerà al 24 ottobre quando toccherà ai difensori dell'imputato lo svizzero Stephan Schmidheiny condannato in primo grado a 16 anni il giudizio, pena inasprita in appello a 18anni di carcere.
Il 26 ottobre infine si tornerà in aula per ascoltare gli interventi dei legali delle parti offese e attendere la sentenza.

Una dilazione dei tempi che alla vigilia era inattesa, tant'è che si riteneva che la sentenza potesse già essere pronunciata dopo la prima giornata di dibattimento.
Del resto non si può dimenticare la complessità della vicenda e del processo che - lo ricordiamo - all'apertura del dibattimento di primo grado poggiava su una istruttoria che contava ben 220.000 pagine, coinvolgendo oltre 6000 parti civili, e affrontava il tema grave di una strage obiettivamemte senza precedenti, con numeri drammaticamente eccezionali: un disastro doloso che ha causato e continua a causare migliaia di morti, tra i lavoratori di ieri e tra i cittadini di oggi. Senza contare il rischio a cui ancora oggi sono esposti tutti coloro che vengono in contatto con l'amianto anche proprio per ragioni professionali, come per esempio chi effettua le bonifiche, ho tutti coloro che si trovano a venire a contatto con l'amianto largamente utilizzato settore delle delizia e molti altri.

Di qui - probabilmente - lo scrupolo dei magistrati su cui ricade la responsabilità di dire l'ultima parola, la verità dal punto di vista squisitamente giuridico, su questa vicenda che investe non soltanto la storia delle comunità nelle località in cui in passato si è lavorato l'amianto in Italia, ma per la risonanza internazionale, globale, che ha questo processo anche per il destino di molte c'entra di migliaia di uomini e donne in tutto il mondo, nelle tante località in cui l'amianto è ancora in pericolo mortale.

Massimiliano Francia

Casale Monferrato | 19/11/2014 — Sara Panelli e Gianfranco Colace i due pm che con Raffaele Guariniello hanno guidato l’inchiesta Eternit sono cauti su quanto sta accadendo in Cassazione a Roma. Entrambi mantengono una posizione attendista. La richiesta di annullamento del Processo Eternit avanzata dal Procuratore Generale Francesco Iacoviello non è la sentenza.

«La richiesta di annullamento di tutte le condanne - dice l’onorevole Fabio Lavagno - rispetto ai primi due gradi del Processo Eternit compiuta oggi in Cassazione dal Procuratore Generale Iacoviello, rappresenta uno schiaffo ai famigliari e alle vittime dell'amianto. Si tratta anche di umiliare la storia di una lunga battaglia sindacale, politica e civile partita da Casale Monferrato, portata avanti per decenni e che ha assunto un risalto internazionale. Lo stesso procuratore, dichiarando che tra giustizia e diritto sceglie il secondo, e quindi un'interpretazione rischia di vanificare il carattere innovatore delle sentenze precedenti che prevedevano il disastro ambientale permanente».

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