sabato 18 ottobre 2014

pc 18 ottobre - VIAGGIO NEI LUOGHI DELL'ALLUVIONE: IL BASSO PIEMONTE

Giovedì sedici ottobre: è passata una settimana esatta dall'alluvione che ha colpito Genova, e soltanto tre giorni dall'avvento dello stesso fenomeno nelle zone del Basso Piemonte alessandrino.
Come già tre anni fa, decido di compiere un tour nelle zone colpite da questa catastrofe in-naturale; la prima tappa è proprio nei territori piemontesi: in fondo tutta la stampa borghese si è concentrata sugli avvenimenti che hanno toccato il capoluogo ligure, tralasciando quanto avvenuto nelle altre zone.
Ho  deciso di impiegare almeno due giornate per rendere al meglio possibile gli effetti del diluvio che si è abbattuto sull'alessandrino.
Mi preme precisare che, dalla partenza dalla stazione di Genova Piazza Principe fino al luogo dove sorgono i cantieri del Terzo valico dei Giovi nel quartiere genovese di Trasta - nelle cui prossimità, a causa di una frana dovuta proprio al disboscamento effettuato per realizzare l'imbocco della galleria di valico, il venerdì precedente è deragliato un treno Freccia Bianca - il convoglio procede a passo d'uomo, in modo da non interferire con i lavori tutt'ora presenti nella sede ferroviaria.
Finalmente si arriva nella città dei Campionissimi; non si può fare a meno di notare come il borgo sia diviso in due: la parte alta - quella antica - non ha subito che pochi danni dall'invasione delle acque, mentre in quella bassa i problemi sono ancora evidenti, aggravati dalla mancanza di acqua potabile, nonostante siano già passati alcuni giorni dagli eventi atmosferici.
Raggiunto al telefono, l'ex candidato sindaco Alessandro Molinari mi spiega che il maggiore responsabile della situazione è il rio Gazzo, unico corso d'acqua che attraversa la città, che da molti anni è stato tombinato; non solo, però sottolinea anche le enormi responsabilità di chi da decenni mal governa il Comune.
Lascio Novi Ligure poco più di un'ora dopo, per recarmi al mio paese: Bosio; la corriera che mi conduce a destinazione è costretta a passare in zone fino a poco tempo fa bellissime, ora ridotte a lande di tipo lunare, con melma e frane ovunque.
Giungo a destinazione, e non posso fare a meno di notare che il paesaggio attorno a me è notevolmente mutato rispetto all'ultima mia visita della scorsa settimana: vi sono frane dappertutto e addirittura - nella frazione della Spessa, esattamente in via Regina Margherita angolo via del Campo - si è aperta una voragine alta tre metri tra due villette abitate tutto l'anno; un abitante di quel terreno mi spiega che si tratta del cedimento della rete fognaria a causa del sovraccarico.
Il resto della giornata la trascorro mettendo in ordine gli appunti e visitando alcuni amici pesantemente colpiti dalle innumerevoli frane che circondano il territorio bosiese.
La mattina successiva la sveglia suona alle ore 6:15; la giornata sarà lunga e faticosa, a causa delle località da raggiungere perché simboliche per una determinata valle.
Alle 7:30 arrivo a Gavi: il capoluogo, anch'esso senza acqua potabile, è invaso dal fango a causa delle piogge torrenziali che hanno portato con sé i detriti provenienti dalla collina dove insiste lo storico forte voluto dall'allora Repubblica di Genova.
I danni peggiori si trovano nelle campagne circostanti, invase dall'acqua: qui sono a rischio le coltivazioni, in particolare quelle del pregiato vino bianco che prende il nome dal paese.
Colgo l'occasione per rettificare una notizia da me data nei giorni scorsi; il torrente Lemme non è esondato, si è soltanto ingrossato: questo non gli ha impedito di invadere cantine e box avventatamente costruiti sotto ad abitazioni erette al livello del letto del fiume.
A seguire decido di risalire il corso del torrente, verso il luogo dove si trovano i cantieri del Terzo Valico ferroviario dei Giovi; il tragitto - seppur breve, dalle ore 8:50 alle ore 9:10 - è costellato da parecchi smottamenti di terreno e segni della recente alluvione: sia nel Comune di Carrosio sia, in misura minore, in quello di Voltaggio.
L'ultima tappa, di questa prima parte del viaggio nei luoghi colpiti dalla calamità in-naturale, è la val Borbera: qui i paesi maggiormente colpiti sono Vignole e Borghetto, dove l'enorme massa d'acqua caduta ha creato alcune pericolosissime voragini all'interno della sede stradale; continuando poi il viaggio verso Cabella Ligure - il centro più importante della valle - non mancano allagamenti e frane, ma il tutto è molto più leggero rispetto a quanto accaduto a sud della zona denominata Strette.
Per concludere, dopo aver ascoltato decine di testimonianze, posso tranquillamente affermare che quanto è accaduto ha precise responsabilità: l'incuria del territorio, il famigerato patto di stabilità - che impedisce ai Comuni di sfruttare a pieno le risorse a disposizione - ed i continui tagli ai trasferimenti dal Governo centrale agli Enti locali.
Bosio (Al), 18 ottobre 2014

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

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