lunedì 13 ottobre 2014

pc 13 ottobre - Appuntamento del Lunedì al circolo di Palermo con il Che Fare? di Lenin - Una libera sintesi del primo capitolo di una compagna per riprendere il filo dello studio

PREMESSA per fare chiarezza

 1 – L’EMANCIPAZIONE DEL LAVORO fandato da PLECHANOV 1893,
2 – UNIONE DI LOTTA PER L’EMANCIPAZIONE DELLA CLASSE OPERAIA 1895
3 – POSDR PARTITO OPERAIO SOCIALDEMOCRATICO RUSSO COSTITUITO NEL 1898  a  MINSK

Dalla formazione del Partito operaio socialdemocratico russo  POSDR nasce l’esigenza fondamentale di costituire un’organizzazione politica unitaria nel paese – un organizzazione guidata da un unico programma /statuto – per raggruppare i vari circoli del paese, ma nei circoli si hanno degli orientamenti e concezioni diverse – UN DIVERSO MODO D’INTERPRETARE IL MARXISMO - 

Nella fase di preparazione del 2 Congresso del  1903 vengono fuori due diverse posizioni: la 1° posizione  quella  rivoluzionaria di Lenin  e la 2 posizione quella moderata di Martov, queste due posizioni si scontreranno sulle concezioni del rapporto tra il partito e le masse, tra direzione e spontaneità, tra unità e democrazia.

Per la posizione  di Martov è da ritenersi menbro del partito chiunque partecipi in qualche modo alle lotte del partito e quindi non è definito il rapporto tra partito e le masse non precisato il rapporto tra direzione e spontaneità  che in un modo o in un altro aiuti la lotta.
Per Lenin può essere membro del partito solo chi milita attivamente...  “il Partito come reparto d’avanguardia della classe sia un qualcosa il massimo possibile organizzato.....” 

Quindi questo diventa lo scontro tra le due posizioni che si definiranno via via, la posizione rivoluzionaria di Lenin avrà la maggioranza ed è per questo che si chiameranno bolscevichi ( maggioranza)  e la posizione di Martov definiti economisti – perchè il proletariato deve limitarsi alla lotta economica -  menscevichi  (minoranza).

L’ala rivoluzionaria si trova a scontrarsi contro l’ala degli economisti che in quel momento influenzavano il movimento operaio (cosa che tutt’oggi vediamo preponderante in alcune organizzazioni politiche e sindacati di base)  lotta per gli interessi quotidiani,   lotta per  le condizioni economiche e scioperi per condurre queste lotte – e questa ci riconduce ad una interpretazione meccanica del MARXISMO  -  “IN REGIME DI AUTOCRAZIA, PRIMA CHE SIA CONQUISTATA LA DEMOCRAZIA BORGHESE TOCCA ALLA BORGHESIA CONDURRE LA LOTTA POLITICA; IL PROLETARIATO DEVE LIMITARSI ALLA LOTTA ECONOMICA”

Per gli economisti valeva il principio “agli operai la lotta economica, ai liberali la lotta Politica”  -  era per questo negato alla classe operaia l’interesse alla lotta per la lotta rivoluzionaria e il compito essenziale che le spetta in questa lotta, “poichè l’economia è il momento di base e la politica la sovrastruttura,  è nella lotta economica che si forma la coscienza politica della classe operaia”  quindi: il movimento, la rivendicazione immediata, la spontaneità doveveano essere in primo piano per la classe operaia,  mentre si sottovalutavano/negavano sempre per la classe operaia, la direzione, la elaborazione strategica e tattica, il programma politico, il partito, la teoria rivoluzionaria.

L’economismo = variante RUSSA dell’opportunismo tedesco di Bernstein  - dove da una revisione ai principi fondamentali del Marxoismo si negava la dittatura del proletariato e quindi negazione del dominio del proletariato sulla borghesia.

Il  “CHE FARE?“ è altro un'ampia ed efficace critica, polemica alla spontaneità degli economisti contro cui Lenin si propone di lottare per affermare la giusta e corretta teoria, senza teoria rivoluzionaria non vi può essere partito rivoluzionario,  e la pratica rivoluzionaria.

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CHE FARE?  -   Lenin 

Il testo come analisi/sviluppo del MARXISMO per l’organizzazione del proletariato nazionale e internazionale. Lenin . avrebbe voluto iniziare con l’analisi  “DA CHE COSA COMINCIARE” e si era posto dei temi principali:

1) CARATTERE E CONTENUTO DELL’AGITAZIONE POLITICA,
2) COMPITI ORGANIZZATIVI,
3) PIANO PER LA CREAZIONE DI UN ORGANIZZAZIONE DI LOTTA PER TUTTA LA RUSSIA.

Anche se i tre temi restano argomenti fondamentali del testo, Lenin deve affrontare l’importante questione delle due tendenze nella socialdemocrazia russa  che dovevano essere analizzate, per cui il testo diventa anche una chiarificazione sistematica della differenza della politica tradunionista e la politica socialdemocratica, tanto da rendere questa chiarificazione la spiegazione dell’atteggiamento degli economisti e l’organizzazione dei rivoluzionari.

Sulla parola d’ordine”LIBERTA’ DI CRITICA” in voga tra i riformisti/revisionisti Lenin non fa altro che una forte critica alla posizione degli opportunisti  che mistificano il socialismo:

 “la socialdemocrazia deve trasformarsi da partito di rivoluzione sociale  a un partito democratico di riforme sociali”
“Si nega la possibilità di dare un fondamento scientifico al socialismo  e di provare che, dal punto di vista della concezione materialistica della storia, esso è necessario ed inevitabile”
“si nega il fatto della miseria crescente, della proletarizzazione, dell’inasprimento delle contraddizioni capitalistiche”
“si dichiara inconsistente il concetto stesso di “scopo finale”  e si respinge categoricamente l’idea della dittatura del proletariato”;
“si nega l’opposizione di principio tra liberalismo e socialismo”;
“si nega la teoria della lotta di classe”.
 si vuole nascondere – reprimere di fatto l'organizzazione politica rivoluzionaria che deve guidare le lotte operaie  e sociali verso la conquista del potere politico.

 -  La socialdemocrazia deve trasformarsi da partito di rivoluzione sociale in partito democratico di riforme sociali – Chi non chiude intenzionalmente gli occhi non può non vedere che la nuova tendenza  “critica” del socialismo non è altro che una varietà di opportunismo.

La libertà di critica è una grande parola, ma sotto la bandiera della libertà dell’industria si sono fatte le guerre più brigantesche, sotto la bandiera della libertà del lavoro i lavoratori sono stati costantemente derubati.

Verso e contro i  difensori della parola d’ordine “libertà  di critica”  in cui la rivista  “Roboceie Dielo” persevera va la critica di  Lenin.

“Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile tenendoci con forza per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco. Ci siamo uniti, in virtù di una decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della lotta alla via della conciliazione. Ed ecco che taluni dei nostri si mettono a gridare: "Andiamo nel pantano!". E, se si incomincia a confonderli, ribattono: "Che gente arretrata siete! Non vi vergognate di negarci la libertà d’invitarvi a seguire una via migliore?". Oh, sí, signori, voi siete liberi non soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete, anche nel pantano; del resto pensiamo che il vostro posto è proprio nel pantano e siamo pronti a darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri penati. Ma lasciate la nostra mano, non aggrappatevi a noi e non insozzate la nostra grande parola della libertà, perché anche noi siamo "liberi" di andare dove vogliamo, liberi di combattere non solo contro il pantano, ma anche contro coloro che si incamminano verso di esso…”
Ce Circolo proletari comunisti Palermo
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Gruppo di Studio sul "Che Fare?" il Lunedì dalle ore 17,15 in Via G.del Duca, 4 Palermo

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