mercoledì 13 agosto 2014

pc 13 agosto - le forze armate genocide israeliane uccidono un videoreporter italiano - e l'ignobile mezzacazetta del governo Renzi Mogherini è pronta a giustificare e coprire l'ennesimo crimine israeliano

Simone Camilli, videoreporter italiano ucciso a Gaza. Stava filmando disinnesco

La notizia è stata postata su Facebook dal portavoce del ministero della Sanità palestinese a Gaza Ashraf al-Qedra e successivamente confermata dalla Farnesina. Simone Camilli, 35 anni, era stato molte volte in Israele e nei Territori palestinesi.

Simone Camilli, videoreporter italiano ucciso a Gaza. Stava filmando disinnesco
Stava filmando il disinnesco di un missile. Era il suo lavoro. Quello di videoreporter impegnato in zona di guerra. Ma l’ordigno israeliano, lanciato da un F-16 di Tel Aviv e rimasto inesploso, ha ucciso Simone Camilli, 35 anni, originario di Roma, collaboratore di alcune agenzie di stampa tra cui Associated press. Morti anche un reporter di Gaza e i cinque palestinesi che erano a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, per disarmare il missile sganciato nel corso dell’operazione ‘Margine protettivo’. L’esplosione è avvenuta mentre una squadra di esperti della polizia stava provando a disattivare l’ordigno nei pressi delle torri al-Sheikh Zayid. Imprecisato il numero dei feriti. Camilli è il primo giornalista ucciso nella Striscia dall’inizio del nuovo conflitto, il cui bilancio è finora di 1900 morti palestinesi e 67 israeliani.
Dal profilo Linkedin si legge che il reporter era stato varie volte in Israele e nei Territori palestinesi nel 2012, 2011, nel 2008 per l’operazione “Piombo fuso“. Camilli aveva raccontato anche il rilascio del soldato israeliano del giornalista Gilad Shalit nel 2011 e del giornalista della Bbc Alan Johnston rapito a Gaza nel 2006. Aveva lavorato anche per raccontare il naufragio della Costa Concordia, l’arresto di Radko Mladic e la morte di Papa Giovanni Paulo II. Era stato anche in Georgia per raccontare la guerra nel 2008. Nel 2007 era stato in Turchia a seguire gli scontri con i miliziani del Pkk. “Simone viveva da lungo tempo in quella zona ma in passato ha seguito anche altri conflitti in zone difficili del mondo, autore di numerosi reportage. È sempre stato in prima linea” raccontano alcuni parenti del giornalista. 
Camilli lavorava anche l’Ifad (il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo). Aveva studiato al liceo scientifico Morgagni di Roma e si era laureato all’università La Sapienza in Storia e religione islamica. Conosceva molto bene Gaza, dove era stato tate volte. Per l’Ifad coordinava la produzione di materiali video in Paesi in via di sviluppo. Nel 2011 aveva realizzato un documentario sulla vita quotidiana a Gaza insieme al collega Pietro Bellorini.
Il corpo del reporter è stato portato nell’ospedale Kamal Adwan. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa palestinese Maan, tra i morti ci sarebbe anche un giornalista locale, del quale non è stato diffuso il nome. L’agenzia inoltre, citando come fonte il portavoce del ministero della Sanità di Gaza Ashraf al-Qidra, fornisce l’identità di altre tre vittime palestinesi. Si tratta di: Bilal Muhammad al-Sultan di 27 anni, Taysir Ali al-Hum di 40 anni e Hazem Ahmad Abu Murad di 38 anni. Tra i feriti ci sarebbe anche il fotoreporter palestinese Hatem Moussa.  
I palestinesi hanno accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco. Secondo alcuni testimoni, la Marina israeliana ha sparato contro una barca di pescatori lungo la costa di Rafah, nel sud della Striscia. La tregua, stata indetta per permettere il proseguimento dei colloqui indiretti tra israeliani e palestinesi con la mediazione egiziana al Cairo, sembra nuovamente vacillare. E a contribuire all’innalzamento della tensione ci sono anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri di Tel Aviv: ”Israele deve sconfiggere Hamas anche a costo di un’altra conflagrazione bellica, non può permettersi una guerra di logoramento” dice Avigdor Lieberman al quotidiano Haaretz. “Se l’attuale cessate il fuoco sta portando al collasso”, ha aggiunto, Israele deve “prendere l’iniziativa, anche se questo vuol dire una significativa escalation. E chiudere la faccenda nel più breve tempo possibile”. Oltre a sottolineare che Israele non collaborerà con l’inchiesta dell’Onu sulla guerra a Gaza, il capo della diplomazia israeliana ha dichiarato che l’operazione del suo Paese a Gaza non terminerà finché non verranno recuperati tutti i corpi dei soldati caduti. 
Eppure si stava lavorando per una estensione del cessato il fuoco. Il Cairo stava cercando di estendere di 72 ore il cessate il fuoco che scade alle 21 per poter proseguire i colloqui indiretti tra israeliani e palestinesi. L’Egitto, impegnato nel ruolo di mediatore, ha presentato alle due parti una proposta di soluzione. Le due delegazioni saranno impegnate nella terza giornata di colloqui.

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