giovedì 24 luglio 2014

pc 24 luglio - Amianto, Cantarella e altri ex manager Alfa a processo per i 15 operai morti ad Arese

L'ex amministratore delegato di Fiat Auto è accusato di omicidio colposo: rinviati a giudizio anche con lui l'ex presidente Giorgio Garuzzo e altri quattro ex dirigenti.
 Regione Lombardia parte civile

 
Paolo Cantarella e Giorgio Garuzzo, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex presidente di Fiat Auto, sono stati mandati a processo assieme ad altri quattro ex manager di Alfa Romeo con l'accusa di omicidio colposo per i decessi di 15 lavoratori dello stabilimento di Arese: secondo l'accusa sarebbero stati causati da forme tumorali da amianto. Lo ha deciso il gup milanese Simone Luerti, che ha prosciolto un imputato e ha dichiarato la prescrizione del reato in relazione a cinque decessi. Il dibattimento si aprirà il prossimo 5 novembre. Il giudice, che ha accolto la richiesta del pm Maurizio Ascione, oltre a rinviare Cantarella (ora nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica, che ovviamente non ha alcun legame con questa vicenda giudiziaria) e Garuzzo, ha disposto il processo anche per Corrado Innocenti, ex ad di Alfa Romeo; Piero Fusaro, ex presidente di Lancia Industriale spa; Vincenzo Moro, ex ad Alfa Romeo e Giovanni Battista Razelli, ex ad di Alfa Lancia Industriale. Prosciolto invece Luigi Francione, ex presidente di Alfa Lancia spa, perché per la breve durata della sua carica la posizione di garanzia non è stata assunta in concreto. La Procura inizialmente aveva chiesto il processo per i casi di 20 operai morti a partire dalla metà degli anni 2000 in quanto, secondo l'accusa, avrebbero respirato negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta fibre di amianto nello stabilimento, senza adeguate misure di sicurezza. Il gup ha dichiarato prescritte le accuse relative a cinque decessi anteriori al 2003. Al processo, che si aprirà davanti alla nona sezione del tribunale di Milano il prossimo 5 novembre, saranno parti civili i familiari di una decina di vittime, la Regione Lombardia, l'Inail e l'Asl Milano 1, e (ma solo per il danno all'immagine), i sindacati Fiom-Cgil, Slai-Cobas e Flmu-Cub e il Comune di Arese. Respinta invece la richiesta avanzata dall'associazione Medicina democratica.

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