martedì 15 luglio 2014

pc 15 luglio - Le cronache dei massacri di Gaza

Gaza: settimo giorno di bombardamenti. Pronti 42 mila riservisti per l’invasione via terra [diretta]

gaza_bandiera_rovineIl bilancio delle vittime sale a 185 e 1385 feriti. L’esercito israeliano riprende i rastrellamenti, legati al rapimento dei tre giovani coloni lo scorso mese, nella Cisgiordania meridionale: 1 morto e 23 arresti.

AGGIORNAMENTO ORE 21 – AL-JAZEERA: 185 MORTI E 1385 FERITI, A KHAN YOUNIS UCCISO ADOLESCENTE IN MOTOCICLETTA
I morti palestinesi nei primi sette giorni dell’operazione israeliana “Barriera protettiva” contro la Striscia di Gaza sarebbero ora 185 e i feriti 1385. Lo riferisce al-Jazeera. Il portale israeliano Ynet da’ notizia di 5 persone rimaste uccise a Gaza dopo un raid dell’aviazione israeliana, mentre l’agenzia palestinese Ma’an riferisce di un adolescente palestinese, Ziyad al-Najjar, di 16 anni, colpito nella zona di Khan Younis da un razzo dell’aviazione mentre era in motocicletta.

AGGIORNAMENTO ORE 20 – ESERCITO ISRAELIANO: “HAMAS SEMBRA PRONTO PER IL CESSATE IL FUOCO”. MA IL MOVIMENTO RIBADISCE: “SOLO ALLE NOSTRE TRE CONDIZIONI”

“Notiamo – ha dichiarato un alto ufficiale dell’esercito israeliano a Haaretz – che Hamas è sempre più vicino ad accettare il cessate il fuoco. Sia Hamas che la Jihad islamica avranno interesse a chiudere la partita e mettere fine alle operazioni militari”. Secondo l’intelligence israeliana, l’esercito avrebbe colpito il 50 per cento dei luoghi di fabbricazione dei missili (inclusi quelli a gittata superiore a 80 km) nella Striscia di Gaza. L’intelligence stima inoltre che, in base ai razzi lanciati in questi giorni e ai siti bombardati, l’arsenale a disposizione dei movimenti islamisti sarebbe circa il 55 per cento.
Ma da fonti presenti ai colloqui ora in corso al Cairo per cercare una tregua, Hamas ha detto di acconsentire al cessate il fuoco solo se verranno rispettate tre condizioni:
- l’apertura del valico di Rafah e degli altri valichi di frontiera per l’importazione e l’esportazione
- il rilascio di tutti i palestinesi arrestati da Israele nei rastrellamenti dell’ultimo mese in Cisgiordania in seguito alla scomparsa dei tre coloni israeliani
- nessuna intromissione israeliana in un governo palestinese
Inoltre, Hamas chiede che qualcuno monitori il rispetto dell’accordo da parte di Israele. Il corrispondente di al-Jazeera ha riferito che, stando a quanto detto da un ufficiale di Hamas, Stati Uniti, Turchia e Qatar sono i maggiori attori di questi colloqui al Cairo.

AGGIORNAMENTO ore 17.15 – ONU: “L’80% DELLE VITTIME SONO CIVILI, IL 20% BAMBINI”

Nonostante i tentativi israeliani di convincere della volontà di evitare vittime civili, le Nazioni Unite hanno stimato che oltre l’80% delle 173 vittime ad ora dell’attacco israeliano non sono miliziani, ma civili. Di questi il 20% sono bambini (almeno 36). Oltre 1.200 feriti, i due terzi dei quali donne e minori. Le case distrutte sono oltre 940, 400mila persone sono senza elettricità e 17mila i rifugiati interni.

AGGIORNAMENTO ORE 16.00 – 173 MORTI PALESTINESI, RAZZO CADE A SDEROT SVENTRANDO UN EDIFICIO. I NUMERI DELL’UNRWA

Il bilancio delle vittime è salito a 173, come riferisce al-Jazeera. Un razzo è caduto poco fa nella città di Sderot, sventrando un edificio ma non  provocando vittime né feriti, mentre un soldato israeliano è rimasto ferito da un colpo di mortaio a Eshkol. L’esercito continua a bombardare “obiettivi terroristici”, come riporta Haartez: non è riuscito però a effettuare un omicidio mirato a Khan Younis, perché l’uomo colpito in motocicletta – secondo i militari si tratterebbe di un miliziano di Hamas responsabile del lancio dei razzi verso Israele – è stato solo ferito e poi soccorso da una folla di civili. E la “missione è stata annullata”. Intanto Chris Gunness, portavoce dell’UNRWA, ha twittato alcuni numeri relativi alla situazione di Gaza:
-49 sedi dell’Unrwa danneggiate dal 1 giugno, di cui tre solo nei bombardamenti di ieri
-22 milioni di dollari da trovare urgentemente (appello d’emergenza)
-6474 persone si sono recate presso le cliniche dell’Unrwa, inclusi 500 bambini

AGGIORNAMENTO ORE 14.30 – VALICO DI RAFAH APERTO PER I PELLEGRINI, CHIUSO PER FERITI E SFOLLATI

Le autorità egiziane hanno autorizzato l’apertura del valico di Rafah fino alle 15 di oggi, oltre che per gli internazionali che decidono di lasciare la Striscia, anche per i pellegrini diretti in Arabia Saudita. Intrappolati invece i feriti e gli sfollati, con la scarsità di medicine che incombe: oggi l’Egitto ha concesso l’ingresso nel Paese solo a 4 feriti gravi provenienti da Gaza.

AGGIORNAMENTO ORE 13.30 – HAMAS: “NON SAPEVAMO NULLA DEI TRE COLONI”

Hamas non possedeva alcune informazione sull’uccisione dei tre coloni israeliani lo scorso mese. Lo ha detto il viceministro degli Esteri di Gaza Ghazi Hamad ad al-Jazeera. Hamad ha negato – come invece sostiene Israele - che Hamas usi i civili come scudi umani, manifestando il proprio stupore per il fatto che la comunità internazionale non abbia ancora condannato l’uccisione di civili innocenti da parte di Israele.

AGGIORNAMENTO ore 12.50 – A BEIT HANOUN SI PREPARA LA SEPOLTURA DEI 18 MEMBRI DELLA FAMIGLIA AL-BATSH, UCCISI DA UNA BOMBA ISRAELIANA CONTRO LA LORO CASA

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AGGIORNAMENTO ORE 10.30 – LITE NELLA KNESSET, IL LEADER DI BALAD CACCIATO DALLA COMMISSIONE AFFARI INTERNI. UNA DONNA PALESTINESE E I SUOI DUE FIGLI SCAMPANO AD ACCOLTELLAMENTO NEL QUARTIERE EBRAICO DELLA CITTÀ VECCHIA DI GERUSALEMME
Traballano le istituzioni dell’”unica democrazia del Medio Oriente”. Jamal Zahalka, leader palestinese d’Israele del partito di opposizione Balad, è stato rimosso dalla Commissione affari interni e ambientali della Knesset per aver urlato al Commissario di polizia Yohan Danino di avere “le mani coperte di sangue”. Niente rimozione, invece, per il presidente della Commissione, la parlamentare del Likud Miri Regev, che ha gridato a Zahalka “terrorista”.
Il leader del partito di opposizione Meretz Zahava Gal-On ha invece chiesto un immediato e unilaterale cessate il fuoco per “l’alto numero di vittime innocenti e le centinaia di feriti” che l’operazione contro Gaza ha causato finora. Gal-On ha poi dichiarato che Israele deve chiedere la mediazione di Abu Mazen con Hamas e considerarlo “l’unico rappresentante legittimo del popolo palestinese”.
Il portale palestinese Ma’an ha dato notizia di un tentato accoltellamento di una donna palestinese e dei suoi due figli di 8 e 10 anni da parte di estremisti ebrei israeliani a Gerusalemme. Il fatto è accaduto sabato notte nella città vecchia di Gerusalemme, mentre i tre stavano attraversando il quartiere ebraico.
AGGIORNAMENTO ore 9.30 – PALESTINESI IN FUGA DA ATRARA
(Foto: Michele Giorgio/Nena News)
Gerusalemme, 14 luglio 2014, Nena News
L’operazione israeliana “Barriera Protettiva” è entrata nel settimo giorno. Finora sono 172 i palestinesi uccisi e oltre 1230 feriti. Secondo il Palestinian Center for Human Rights, 130 sarebbero civili, tra cui 35 bambini e 26 donne. Oltre 17 mila persone, tra cui gli sfollati di Beit Lahiya che ieri hanno lasciato le loro case sotto minaccia di bombardamento da parte dell’aviazione israeliana, si sono rifugiate nei centri dell’Unrwa presenti in tutta la Striscia. Precipita anche la situazione sanitaria, con la penuria di medicine e di attrezzature dovute all’assedio imposto a Gaza da Israele.
Sono continuati anche nella notte i raid israeliani, soprattutto nella zona di Deir al-Balah, Beit Lahiya e Khan Younis, dove 3 persone sono rimaste uccise: i militari di Tel Aviv hanno riferito di aver colpito “42 obiettivi”.  Ieri mattina è entrata in gioco anche la marina militare israeliana, con un commando che ha tentato di entrare a nord di Gaza ma è stato respinto da Hamas dopo uno scontro a fuoco. L’invasione di terra sembra sempre più vicina, anche se non ancora confermata, soprattutto dopo la riunione di ieri dell’esecutivo israeliano: dei 48 mila riservisti autorizzati dal governo, 42 mila sono stati chiamati.

Intanto, in Cisgiordania continuano i rastrellamenti dell’esercito israeliano legati alla scomparsa dei tre coloni trovati morti il 30 giugno scorso. Nella notte i soldati hanno arrestato 23 palestinesi: tra loro, riferisce Haaretz, cinque residenti di Hebron “legati a Hamas” e “sospetti complici del rapimento”. Un palestinese è invece morto questa mattina vicino Hebron, colpito dal fuoco dell’esercito che si apprestava ad arrestare tre ragazzi “mascherati e armati di pietre”.

da Nena News

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