giovedì 5 giugno 2014

pc 5 giugno - speciali elezioni - 4 - uno sguardo sul nuovo Parlamento europeo

le pen è analizzata a parte

Il nuovo parlamento europeo nella sostanza non conterà neanche questa volta nulla, ma la crisi dell'Europa imperialista fa sì che l'Europa stessa e i suoi governi abbiano bisogno di una foglia di fico e una camera di compensazione che completi il ruolo della troika e aiuti a trattare le contraddizioni interne e nello stesso tempo a far sfogare in un recinto di parassiti le istanze anti euro e anti Europa che brulicano nei paesi europei.
Uno strumento nuovo, aggiuntivo dell'Europa imperialista ma molto vecchio perchè somiglia ai vecchi parlamenti dell'epoca d'oro della legge proporzionale e di un'Europa non in crisi. In questo nuovo parlamento non è cambiato granchè; dei 776 seggi i popolari ne avevano 274 ora ne hanno 213, targhettati Merkel ed esprimenti la presidenza, probabile Junker, sono in questo momento forza di maggioranza, ma nella sostanza di minoranza rispetto al panorama maggiormente venato di critiche e di euroscetticismo.
I socialisti sono passati da 190 a 196, il loro peso relativo è cresciuto, la direzione è schiacciantemente socialdemocrazia tedesca, la prospettiva è l'intesa condizionante con i popolari.
La sinistra radicale, ringiovanita da Syriza, è passata da 35 a 42.
Tutto il resto è un mare dove destra e sinistra non esistono più, sono tutti euroscettici a parole, a caccia poi in sostanza di inclusione nelle larghe intese della maggioranza parlamentare, liberali (passati da 83 a 64), verdi (passati da 57 a 53), conservatori antifederalisti (passati da 57 a 46). Questi più o meno dovrebbero sostenere la maggioranza.
E' cresciuta notevolmente l'opposizione di destra tra gruppi euroscettici indipendenti. Queste forze piene di fascisti, nazisti, xenofobi, razzisti, hanno attualmente la loro base oggettiva in Francia con agganci significativi in Inghilterra, Italia, e di simile orientamento è anche la maggioranza dell'Est Europa. Il pericolo di questa presenza è la legittimazione parlamentare e istituzionale, non tanto dei sentimenti reazionari che dentro la crisi c'erano e ci saranno, quanto della militanza paramilitare organizzata che vuole sporcare i paesi europei di nero e di sangue.
In questo senso l'europarlamento può diventare un centro politico organizzato della reazione.
Serve quindi un fronte antifascista e antimperialista europeo come movimento ma anche come rappresentanza alternativa fuori dal parlamento.

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