sabato 15 marzo 2014

pc 15 marzo - IL SEGNO CORPORATIVO DELLA POLITICA DEL "MATTEORENZI" GOVERNO

Sull'aumento in busta paga, mediamente di 83 euro, ma per tanti molto meno, dal 27 maggio per i lavoratori con salari fino ai 1.500 euro, sbandierato da Renzi e plaudito dai sindacati confederali, con vergognoso giubilo della Camusso, a parte che si dimostrerà nei fatti come pochissima cosa, e un "giro di partita" del tipo: dai da una parte e togli dall'altra, ciò che va soprattutto sottolineato è il segno politico di questo provvedimento. Esso, anche per il tipo di propaganda che ne viene fatta da Renzi, ha un segnale di fatto corporativo, che vuole stringere intorno alla politica del governo una parte dei lavoratori, contro un'altra parte di proletari. Mentre viene dato questo "bonus", nulla viene deciso sul fronte del lavoro ai disoccupati, per tutti gli operai e i lavoratori che hanno perso o stanno per perdere il lavoro e sono privi di ammortizzatori sociali, come nulla per la marea dei lavoratori a sotto reddito, per i precari - anzi per questi nelle misure del Jobs act viene istituzionalizzata e resa permanente la condanna alla precarizzazione a vita. Questo segno corporativo, insieme ad un uso populista, demagogico (anche in funzione elettorale, ma non solo) di questa miseria di aumento, questo scopiazzare un "giovane berlusconi" ma trasversale e ammiccante a destra come a "sinistra", e "più velocemente in sintonia con la pancia dei cittadini", anche qui spaziando dagli industriali (che - vedi le parole di Squinzi - stanno reagendo benevolmente, sia pur non ancora soddisfatti) ai ceti medi, alla "gente", rilancia il moderno fascismo.
Renzi, nelle sue sparate piazziste, impone anche come usare quella miseria di 80 euro: per i consumi...: "dovere andare a un ristorante, comprare un giocattolo al vostro bambino...". Cioè, attenzione, dovete incrementare il mercato - altrimenti perchè ve li abbiamo dati!? 80 o meno euro...!! che i lavoratori e le lavoratrici utilizzeranno per pagare una piccolissima parte di quelle tariffe, bollette, servizi che servono per sopravvivere e che il governo stesso aumenta...

Ma c'è anche l'altro segnale che rafforza l'aspetto di corporativismo dell'azione del "matteorenzi" governo: "padroni e lavoratori stanno entrambi male e il governo deve pensare agli uni e agli altri", questo dovrebbe spingere i lavoratori a non rivolgere più le loro "armi" contro i padroni. La lotta sindacale per aumenti salariali, per i contratti, che già era sparita dall'orizzonte delle fabbriche, dei posti di lavoro, ora viene sostituita dall'azione del governo, che di fatto dando un contentino di aumento salariale vuole esautorare la lotta di classe dei proletari, mentre concede ai padroni un'ampia flessibilità di utilizzo della forza-lavoro (vedi provvedimenti su contratti a termine, azzeramento di fatto dell'art.18, apprendistato). E che questo costituisca una forte garanzia per i padroni, è dimostrato dall'entusiasmo con cui Marchionne ha accolto questa prima uscita del governo "matteorenzi", molto diverso dai suoi precedenti atteggiamenti e dichiarazioni verso gli atri governi.

Da una prima scheda fatta da Usb:
Il bonus "verrà finanziato dai tagli della spending review, tra cui meno servizi sociali, pesante attacco al pubblico impiego con decine di migliaia di persone in mobilità, chiusure e accorpamenti di uffici, chiusura o privatizzazione delle partecipate, in particolare trasporti, igiene ambientale e servizi alla persona i cui costi comunque lieviteranno per i cittadini;
Non si rinnovano i contratti; quanto promesso di recupero economico attraverso una modifica della tassazione ai redditi fino a 25.000 euro non copre neanche lontanamente quanto si perde con il blocco dei contratti e della vacanza contrattuale.
Ai pensionati non va un euro, neanche a quelli al minimo;
A chi guadagna meno di 8.000 euro l’anno e che quindi non paga tasse (gli incapienti) non va un euro
Ai disoccupati non va un euro nè un pensiero;
Agli ex LSU ATA e a tutto il mondo del precariato non si da alcuna prospettiva di lavoro e di reddito
Alle imprese regalano nuove flessibilità allungando a tre anni il periodo di prova e così facendo eliminano l’articolo 18 per ben 3 anni, e portano a 36 mesi, dai dodici della Fornero, l’a-casualità, cioè l’obbligo di dichiarare la causa del perché si assumeva a tempo determinato e non a tempo indeterminato;
La Cassa integrazione in deroga (per cui manca 1 mld per il 2014) scompare, e quella ordinaria e quella speciale non potranno intervenire in caso di cessazione dell’attività"
Ma ancora, tutti gli ammortizzatori sociali spariranno sostituiti da un indennità unica, più bassa, che taglia immediatamente ogni legame con l'azienda (ancora almeno formalmente esistente con Cigo e Cigs e cassa in deroga).
Verranno cancellati i controlli e la formazione per l'apprendistato

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