martedì 11 marzo 2014

pc 11 marzo - 1.547 miliardi di spesa militare mondiale nel solo 2013… la "corsa agli armamenti" dell'imperialismo non ha mai fine

"Il sistema imperialista sta attraversando la sua più grave crisi dagli anni '30. I tentativi attuali per affrontarla e superarla non fanno che approfondirla ed estenderla.
La crisi strutturale, esplosa nel campo della finanza, si è gradualmente estesa nel campo della produzione, provocando una crescente recessione. La crisi procede secondo la legge dello sviluppo diseguale all'interno della ricerca della massima estorsione del plusvalore e della contesa sul mercato mondiale….
[…]
"I rapporti di forza tra gli imperialisti sono fluttuanti. Pur restando gli USA la sola superpotenza, le loro potenzialità sono considerevolmente indebolite dalla resistenza delle loro vittime e dalla crisi. Questo lascia un certo spazio al raggruppamento dell’UE, anche se fattori simili hanno impatto negativo anche sulle sue posizioni. La Russia non è altrettanto colpita dalla crisi. Grazie all’asse con la Cina e consolidando i legami con le repubbliche ex-sovietiche, ha guadagnato un certo vantaggio e ha incrementato la contesa. Nel complesso, la collusione resta principale nelle relazioni  interimperialiste, ma l’imperialismo in crisi sviluppa contraddizioni al suo interno che possono divenire potenziali fonti di una nuova guerra mondiale. Le potenze imperialiste, principalmente gli USA, scatenano ed accentuano guerre di aggressione, invasione e neocolonialismo nei diversi scenari del mondo in cui i loro interessi sono vitali o minacciati. Nello sviluppare queste guerre proseguono nella corsa agli armamenti e si dotano di strumenti militari sempre più devastanti, superando ogni limite sancito dalle convenzioni internazionali e dai diritti umani."

[dalla Risoluzione N°1 approvata alla Riunione Speciale di Partiti mlm del Movimento Rivoluzionario Internazionalista pubblicata il 1° maggio 2012]

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I dati della spesa militare riportati da un articolo del sole 24 ore che però non dice il vero quando parla di diminuzione della spesa in Europa e Usa, a parte il fatto che si tratta sempre di cifre colossali, ma i momentanei "tagli" vengono sempre dopo enormi aumenti degli anni precedenti.

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Un oceano meno pacifico

06 marzo 2014
 Il sole 24 ore

Dopo anni di tagli dovuti alla crisi la spesa militare globale torna a crescere dello 0,6% per cento, da 1.538 miliardi di dollari a 1.547 miliardi, secondo l'Istituto britannico Ihs Jane's. Europa e Usa riducono i budget ma sono i forti incrementi in Medio Oriente, Russia ed Estremo Oriente a determinare l'inversione di tendenza. Washington guida la classifica spendendo 582 miliardi (incluse le spese per le operazioni oltremare), ma le stime prevedono che fra tre anni sarà statunitense “solo” un terzo della spesa militare mondiale contro il 42% del 2010. Segue Pechino con 148 miliardi di dollari che dovrebbero salire di almeno il 7% nel 2015 portando la Cina a spendere più della somma dei bilanci militari di Londra, Parigi e Berlino. Il potenziamento e l'espansione navale dei cinesi hanno determinato una corsa alle armi nella regione tra gli oceani Indiano e Pacifico con incrementi di spesa soprattutto in Giappone, India e Corea del Sud. In terza posizione la Russia con 68 miliardi di dollari destinati ad aumentare nei prossimi tre anni del 44 per cento in base a un programma che destina 100 miliardi entro il 2017 solo per l‘acquisizione di nuove armi e equipaggiamenti. Un piano che, salvo choc finanziari, potrebbe venire ulteriormente rafforzato in seguito ala crisi ucraina.

Riarmo a tappe forzate anche in Medio Oriente dove il programma atomico iraniano ha gonfiato i bilanci militari degli emirati del Golfo portando i sauditi al quarto posto con una spesa di quest'anno di 60 miliardi di dollari, tre in più della Gran Bretagna.

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