martedì 3 dicembre 2013

pc 3 dicembre - MILLE MILIARDI di EURO DALLE TASCHE DEI LAVORATORI A QUELLE DEI PADRONI GRAZIE A Cgil Cisl Uil

Al contrario delle fesserie sulla ripresa o ripresina del presidente del consiglio, Enrico Letta, non passa giorno che un esperto borghese invece non analizzi in maniera meno demenziale i dati che rispecchiano la situazione attuale della crisi a livello nazionale e mondiale, cercando di individuarne i motivi, dato che di questa ripresa non si vede propria l'ombra, anzi con queste analisi anche per la borghesia 2 più 2 sembra fare quattro: per dirla semplice semplice i padroni sfruttano i lavoratori facendo una montagna di profitti con  l'aiuto dei governi e dei sindacati; i salari si abbassano progressivamente e non si spende più e l'"economica si ferma".

Ritroviamo questa riflessione in un articolo apparso ieri sulla Repubblica che approfondisce un aspetto di questa crisi, e, cioè, la funzione del sindacato confederale, Cgil, Cisl, Uil, innanzi tutto!

L'autore dell'articolo, Tronti, che è stato anche Ministro per la pubblica amministrazione, dà la colpa dell'attuale crisi in cui si trova l'Italia anche all'Accordo del '93 tra governo,Confindustria e sindacati che ha portato di fatto nelle tasche dei padroni 1.069 miliardi! togliendoli dalle tasche dei lavoratori. Per questo viene a mancare quella che chiamano "domanda interna" e cioè i lavoratori adesso non hanno soldi da spendere!

Con parole sue, che interpretiamo fra parentesi, l'ex ministro dice: “Il contributo offerto dalla quota del lavoro [il salario perso dai lavoratori] alla remunerazione del capitale [ai profitti dei padroni] nel quadro del Protocollo del 1993 è ingente: a prezzi del 2005, oltre 50 miliardi l’anno già due anni dopo la sigla del protocollo, fino a più di 75 miliardi l’anno nel triennio 2000-02 e attorno ai 68 miliardi l’anno tra il 2003 e il 2007. Soltanto con la crisi (tra il 2009 e il 2012), in dipendenza dalla tenuta dei salari contrattuali reali a fronte della caduta della produttività del lavoro, il contributo si è ridotto a valori più modesti, 30-40 miliardi l’anno. Il valore cumulato di questi trasferimenti impliciti e silenziosi dal 1993 al 2012 ammonta a ben 1.069 miliardi: una cifra sufficiente a spiegare non solo il freno della domanda interna di consumi e l’aumento dell’indebitamento delle famiglie…"

Tronti spera e dice che “Il nuovo protagonismo unitario dei partner sociali [e qui sembra piuttosto stupido dato che si parla ancora una volta dell'unità tra Cgil.Cisl e Uil, il governo e i padroni, esattamente come c'era stata nel '93] lascia intravedere la possibilità che il sistema di relazioni industriali italiano esca dal tunnel dei fallimenti.” Ma non si capisce perché adesso dovrebbe funzionare dato che Tronti insiste nel definire "scambio politico masochistico che ha visto un sindacato debole e diviso accettare un impressionante numero di riforme strutturali sul lavoro (salari, contratti, pensioni) senza avere in cambio opportunità di occupazione sostenibile né prospettive di sviluppo.”
Il sindacato confederale proprio da questa analisi si vede che non è né debole né diviso nella sostanza! Ha fatto, attraverso mille accordi, da tempo una scelta di classe, quella dei padroni, condita con carriere personali fatte di ascese ai vertici del governo e delle maggiori aziende del paese.

Questo ennesimo professore al servizio della borghesia, dà consigli anche lui affinché si possa " trainare il Paese fuori dal tunnel della bassa crescita” entrando però in contraddizione con ciò che dice qualche riga prima. Ma per "uscire fuori dal tunnel" i padroni conoscono solo un modo: la distruzione di merci e il peggioramento costante delle condizioni dei lavoratori e delle masse popolari, a cui resta un solo modo per uscire fuori da questo tunnel barbaro del sistema borghese: la rivoluzione.


L'articolo citato: http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2013/12/02/news/lo_scambio_masochistico_di_un_sindacato_debole-72466373/

Nessun commento:

Posta un commento