sabato 28 dicembre 2013

pc 28 dicembre - 28 DICEMBRE 1943-28 DICEMBRE 2013, 70° DELL'ECCIDIO DEI FRATELLI CERVI!

UNA GRANDE FAMIGLIA PARTIGIANA, FULGIDO ESEMPIO DI ANTIFASCISMO!

Sette fratelli come sette olmi,  alti robusti come una piantata. I poeti non sanno i loro nomi, si sono chiusi a doppia mandata : sul loro cuore si ammucchia la polvere e ci vanno i pulcini a razzolare.
I libri di scuola si tappano le orecchie. Quei sette nomi scritti con il fuoco brucerebbero le paginette
dove dormono imbalsamate le vecchie favolette approvate dal ministero.
Ma tu mio popolo, tu che la polvere ti scuoti di dosso per camminare leggero, tu che nel cuore lasci entrare il vento e non temi che sbattano le imposte, piantali nel tuo cuore i loro nomi come sette olmi :
Gelindo, Antenore, Aldo, Ovidio, Ferdinando, Agostino, Ettore.
Nessuno avrà un più bel libro di storia, il tuo sangue sarà il loro poeta dalle vive parole, con te crescerà la loro leggenda come cresce una vigna d'Emilia aggrappata ai suoi olmi con i grappoli colmi di sole.

Vecchio nodoso come un olmo antico, pianta potata dai miei sette rami, che dura scorza gli anni e il nemico
hanno fatto al mio volto, alle mie mani.
I Cervi, è buona terra : ara, nemico, affonda il vomero nelle mie carni, coi pugnali dell'erpice colpisci: morte puoi darmi, male non puoi farmi.
E' buona terra questa carne antica.
mieti, nemico, le mie sette spighe :
il grano non muore nel pane, non sono morti i miei sette figli che hanno dato la vita alla vita.
In tutto ciò che vive sono vivi, in tutto ciò che spera sono vivi, in tutto ciò che soffre e lotta vive i miei figli per sempre sono vivi.






Rosa della Libertà
...è questo il fiore del Partigiano morto per la Libertà...
La Rosa della Libertà nasce e cresce a Casa Cervi. Nasce e cresce per richiamare i valori di Libertà, Democrazia, Uguaglianza che hanno animato la Resistenza, a prezzo di una lotta che non ha risparmiato il sacrificio di tante donne e uomini, spesso giovanissimi. Fra tutti è esemplare quello dei Sette Fratelli Cervi e Quarto Camurri.
Quei valori parlano ancora oggi; parlano a tutti coloro che nell'Antifascismo individuano un senso di appartenenza da declinare ogni giorno. Parlano attraverso i luoghi, le storie, i simboli.
La Rosa della Libertà rappresenta tutto questo: simbolo di vissuti e memorie ma anche invito a fare rifiorire nell'oggi quei valori senza i quali non si può avere nè Libertà nè vera Umanità.


La pianura dei sette fratelli

E terra, e acqua, e vento
Non c'era tempo per la paura,
Nati sotto la stella,
Quella più bella della pianura.
Avevano una falce
E mani grandi da contadini,
E prima di dormire
Un padrenostro, come da bambini.
Sette figlioli, sette,
di pane e miele, a chi li do?
Sette come le note,
Una canzone gli canterò.
E pioggia, e neve e gelo
e vola il fuoco insieme al vino,
e vanno via i pensieri
insieme al fumo su per il camino.
Avevano un granaio
e il passo a tempo di chi sa ballare,
di chi per la vita
prende il suo amore, e lo sa portare.
Sette fratelli, sette,
di pane e miele, a chi li do?
Non li darò alla guerra,
all'uomo nero non li darò.
Nuvola, lampo e tuono,
non c'e perdono per quella notte
che gli squadristi vennero
e via li portarono coi calci e le botte.
Avevano un saluto
e, degli abbracci, quello più forte,
avevano lo sguardo,
quello di chi va incontro alla sorte.
Sette figlioli, sette,
sette fratelli, a chi li do?
Ci disse la pianura:
Questi miei figli mai li scorderò.
Sette uomini, sette,
sette ferite e sette solchi.
Ci disse la pianura:
I figli di Alcide non sono mai morti.
E in quella pianura
Da Valle Re ai Campi Rossi
noi ci passammo un giorno
e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi.

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