venerdì 27 dicembre 2013

pc 27 dicembre - DA BRESCIA A MILANO LA SCUOLA "MODELLO" LOMBARDIA...

....PRECARIETA' E AMIANTO

Brescia scuole senza fondi reclutano ex docenti in pensione. Che lavoreranno gratis
Gli insegnanti dovranno soprattutto fornire assistenza agli studenti stranieri, ma tra di loro potrebbero esserci anche ex ingegneri e musicisti. Dura la reazione dell'Anief: "Dopo la carta igienica pagata dalle famiglie, arriva il prof che lavora senza compenso"
24 dicembre 2013
BRESCIA - Pensionati e scuola: un binomio che, fino ad oggi, faceva venire in mente solo il giubbotto arancione con cui i più anziani aiutavano i bambini ad attraversare la strada e gestivano il traffico. A Brescia, invece, i pensionati torneranno persino tra le mura scolastiche: ex docenti e professionisti lavoreranno gratuitamente, secondo una proposta arrivata dalle stesse scuole e approvata dall'assessore comunale alla Pubblica Istruzione Roberta Morelli.

Per questi ex insegnanti sarà creato un albo ad hoc e gi interessati dovranno solo consegnare il loro curriculum al Comune. Le loro richieste saranno poi comunicate ai singoli istituti e il loro compito sarà soprattutto quello di fornire assistenza agli studenti stranieri, che in quest'anno scolastico sono, solo a Brescia, oltre il 25 per cento di tutti gli iscritti alle scuole statali elementari e medie della città.

La soluzione bresciana di fronte alla mancanza di fondi destinati all'istruzione, in particolare all'assunzione di nuovi insegnanti, ha subito scatenato le reazioni dell'Anief, l'associazione sindacale che raggruppa docenti e ricercatori: "Dopo la carta igienica pagata dalle famiglie, le minacce di ridurre i riscaldamenti, i ritardi nel pagamento dei supplenti e il tentativo di assicurare gli aumenti di stipendio con il taglio delle attività extra-didattiche, arriva il professore in quiescenza che torna a lavorare senza compenso: la carenza di soldi nelle scuole sta producendo delle soluzioni sempre più ingegnose. Ma che a volte sembrano oltrepassare il buon senso". L'Anief si è scagliata contro il ritorno dei docenti in pensione affermando che questo "è solo un modo per evitare di pagare dei professionisti, una deriva che trae origine dai tagli ai finanziamenti per le scuole e dalle inadempienze dei pagamenti da parte del Ministero delle Finanze".

La protesta dell'Anief procede soprattutto su due fronti: da un lato, l'associazione si chiede perché "non si sia neppure aspettato lo stanziamento dei fondi del Miur (ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca), previsti dall'ultima legge per gli studenti alloglotti, destinati alla formazione dei docenti impegnati nell'insegnamento dell'italiano come seconda lingua"; dall'altro sottolinea la riduzione delle risorse destinate al Mof (fondo per il miglioramento dell'offerta formativa). "Nell'anno scolatisco 2013-14 è stato infatti eliminato il 25 per cento del Mof - fa sapere l'Anief - che serviva per il recupero, come assegno ad personam, dei mancati aumenti di stipendio che da contratto sarebbero dovuti essere previsti per il 2011".

Tra i pensionati pronti a lavorare gratuitamente nelle scuole bresciane ci saranno non solo ex docenti ma anche ingegneri e musicisti, che potrebbero potenziare l'insegnamento della matematica e organizzare varie attività.


Amianto a scuola, scontro tra Comune e genitori. L’opposizione: «Perizie errate, qualcuno paghi»

Dati opposti dalle analisi dell’Arpa e di Palazzo Marino. L’assessore Rozza: «Le famiglie firmino una liberatoria»
 caso delle elementari di viale Puglie arriva a Palazzo Marino. Sulla scuola chiusa l’estate scorsa per amianto adesso ci sono due relazioni con conclusioni opposte: «C’è amianto in quantità elevate», secondo la Veram, società incaricata per i controlli dal Comune. «Nessuna presenza del materiale», è il risultato dei test eseguiti dall’Arpa, commissionati dai genitori degli alunni, che erano stati subito trasferiti in via Oglio. Famiglie contro amministrazione, allora. Ma lo scontro adesso è anche politico. «Il tribunale dirà se ci sono responsabilità per l’emergenza creata e per i soldi spesi», attacca la Lega. E l’ex assessore Mariolina Moioli (Milano al Centro): «E adesso come ci regoliamo sulle altre scuole con amianto? Prima di spendere un euro si facciano tutte le verifiche necessarie».

INCONTRO URGENTE - A chiedere di vedere le carte subito è l’assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza, che ha fissato per domani un incontro con i tecnici della società che ha eseguito i controlli. «Disporremo nuove verifiche, con la Veram, con l’Arpa e con la Asl - anticipa Rozza -. Ma è pazzesco essere accusati di eccesso di precauzioni, con i bambini poi». L’assessore intanto ha chiesto una relazione anche ieri, arrivata dalla Veram in serata. Nel documento si legge: «Siamo stati nella scuola quattro volte, e su dieci campioni raccolti, in due casi abbiamo riscontrato la presenza di amianto». Il punto verrà fatto domani.
LEGA ALL’ATTACCO -
Intanto la Lega chiede: «Vogliamo sapere quali sono le aziende che hanno eseguito le verifiche con nomi e cognomi dei responsabili», dice il capogruppo Alessandro Morelli. Ecco la spiegazione dell’assessore: «Il Comune deve avere un responsabile per il rischio amianto nei suoi immobili. C’è stata una gara pubblica vinta dalla società Veram che ha fornito il tecnico, si tratta dell’ad della società, Danilo Terradura, che ha firmato le relazioni».
La Veram ha svolto indagini per l’amministrazione sulla presenza di amianto in 900 edifici, comprese 320 scuole. «Sono sereno - dice Terradura -. Ho rivisto le analisi di viale Puglie, svolte in parte da noi e in parte da un laboratorio esterno abilitato, la Delta Aps. L’amianto c’è e lo ha trovato anche l’Arpa in un campione. Il punto non è la concentrazione, ma la presenza».
FORTI DISCREPANZE -
I risultati delle analisi sono diversi e non di poco. Concentrazioni anche del 18% in pannelli e guarnizioni per la Veram che parla di «rischio massimo». Sotto l’1% e solo in un campione per la Teicos, che ha incaricato l’Arpa e la valutazione dell’agenzia per l’ambiente è: «Il campione non può essere classificato come contenente amianto». Caso ancora aperto allora. Ed è polemica anche sulle parole di Carmela Rozza dopo l’attacco dei genitori con la contro perizia. Venerdì l’assessore aveva dichiarato: «Se le famiglie firmano una liberatoria possono tornare nella loro scuola». «Comportamento pilatesco», dice il leghista Morelli. «Provocazione assurda. Non tocca ai genitori valutare la sicurezza», il commento di Moioli.
LE RICHIESTE DEI GENITORI -
Intanto le famiglie degli alunni di viale Puglia sollecitano una risposta dal Comune sul futuro della loro scuola, uno dei prefabbricati a rischio demolizione. «Aspettavamo una comunicazione per luglio, la decisione poi è slittata a febbraio. Intanto i nostri bambini sono nei locali di via Oglio e la convivenza fra piccoli e adulti del Ctp non va bene».
23 dicembre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA 

Nessun commento:

Posta un commento