martedì 12 novembre 2013

pc 12 novembre - un primo commento sull'assemblea di Roma

primo report sull'assemblea di Roma del 9/10 novembre
da un compagno di proletari comunisti

L'assemblea all'Università ha avuto una grossa partecipazione sia nella platea sia come interventi e questo è positivo, perchè mostra che il vento del 19 produce movimento reale di tipo nazionale - cosa che noi auspichiamo e lavoriamo da sempre.
Erano presenti  il movimento No Tav (Perino in collegamento skype e Dosio che è intervenuta), poi compagni attivi nel sostegno alla lotta degli operai della logistica, collettivi studenteschi (PI), compagni del movimento di lotta per la casa di varie città, disubbidienti, USB e con due compagni noi di proletari comunisti
L'intervento introduttivo ha fatto il bilancio della manifestazione del 19 ottobre senza metterlo in relazione, però, con lo sciopero/manifestazione dei sindacati di base del giorno prima che nessun intervento ha valorizzato e tantomeno menzionato - mentre prima non si è esitato a strumentalizzarlo, per mettere i lavoratori al carro e all'interno di una logica 'genericamente sociale' anzi, le due giornate, anche se non detto esplicitamente, risultano contrapposte - si vuole sviluppare contrapposizione tra proletari in lotta e lavoratori autorganizzati? A favore di chi?
Per i promotori dell'assemblea il 19 ottobre si è trattato di una scommessa vinta per avere portato in piazza il protagonismo dal basso delle lotte sociali (casa/No Tav). E' stata giudicata positivamente l'assenza di bandiere di partiti e sindacati frutto della costruzione di percorsi in una "forma nuova", aperta, orizzontale, opposta all'organizzazione di comitati, che ha messo assieme le varie lotte sociali, "mischiando" le varie esperienze in un unico movimento anticapitalista - a parte che le bandiere c'erano sia pure  in coda al corteo, e proletari comunisti invece le ha portate, sia pure poche, ma all'interno - ma quello dei senza bandiere è anch'esso un 'partito-movimento' di carattere politico ideologico e che ha trovato la sua matrice elettorale nel grillismo
Dalla sollevazione al "sabotaggio" di questo sistema (dall'intervento di un compagno di Abitare nella crisi/BPM). - dalla sollevazione pacifica, con qualche punta di attacco avanzato alla rivolta proletaria e popolare generale è invece la proposta di 'proletari comunisti' che pensiamo sia largamente più condivisa tra le masse che hanno manifestato a Roma, rispetto al generico 'sabotaggio' del sistema che bisognerà pure riempire di fatti e di prospettiva, per non essere un 'bisticcio linguistico anarchicheggiante.
Se dovessimo stare quindi alle parole dette in assemblea da parte degli interventi degli 'organizzatori capi' del movimento, il "sabotaggio", attraverso pratiche di "riappropriazione" di casa, reddito, beni comuni, 
la riappropriazione non è nè potrà mai essere niente di più di una necessaria forma di lotta e combattimento verso un obiettivo; 'senza il potere tutto è illusione' diceva Lenin...

Quello proposta all'assemblea da parte dei promotori è un bilancio venato di soggettivismo e di lettura ideologica postfestum, e nonostante siano alla testa del movimento non comprendono l'effettiva natura e la straordinaria potenza delle 2 manifestazioni romane, del protagonismo dei lavoratori, disoccupati, studenti, donne, immigrati, comitati No Tav, No Muos, No discariche/inceneritori che hanno manifestato, molti organizzati proprio dietro le bandiere dei sindacati di base e di classe, e una parte dietro la bandiere di partiti e organizzazioni comuniste che vanno considerate interne al movimento e non fuori di esso, per non ridursi al livello delle rivendicazioni minime fatte passare per massime.
Le 2 giornate romane hanno dato impulso a dare continuità all'assedio-assalto ai Palazzi del potere a Roma come in numerose città e chiede unità, ma per farla finita una volta per tutte con questo sistema e non semplicemente allargare le lotte. Tutte le esperienze di lotte rivendicative sono purtroppo destinate ad essere inconcludenti se si limitano a perseguire i propri obiettivi, peraltro irraggiungibili oggi senza mettere in discussione il potere politico ed economico della classe dominante, potere che si abbatte e non si cambia - con la costruzione in corso d'opera di un nuovo potere proletario.

Nessun giornale o volantini a parte il nostro speciale proletari comunisti ROMA e i nostri volantini con la piattaforma dello slai cobas per il sindacato di classe, sulla mobilitazione nazionale della Rete nazionale sicurezza sul lavoro del 14 novembre contro precarietà e morti sul lavoro, il foglio GUERRA POPOLARE, a sostegno della guerra popolare in India.
A livello di conclusioni le cose sono andate meglio di quelle dette negli interventi. Il movimento si impone al di là delle parole
L'assemblea del 1° giorno ha definito l'agenda delle mobilitazioni
il 15 nov. gli studenti, il 16 la manifestazione in Val Susa e sostegno ad essa nei territori (come il corteo a Napoli contro inceneritori e discariche) e il 20 la contestazione al vertice Italia-Francia,  per dicembre il mese della mobilitazione dei precari contro carovita, austerità, per il reddito. 
Al primo tavolo, quello di abitare nella crisi, sono intervenuti compagni delle realtà delle occupazioni di Roma, Firenze, Milano, Bologna, Pisa. L'intervento introduttivo dei compagni di Roma ha valorizzato il riconoscimento politico con l'incontro con il ministro Lupi (anche se non c'è stata alcuna risposta alla richiesta del movimento) e la necessità di dare continuità alla lotta contro gli sfratti per morosità, per la moratoria generalizzata, e ha proposto una mobilitazione nazionale il 29/30 novembre davanti a enti locali, prefetture, comune, regioni.
Tutte mobilitazioni che proletari comunisti e le organizzazioni ad esso collegate sostengono e partecipano nelle realtà in cui siamo presenti
Nel corso del secondo giorno  dove ci sono state i 2 tavoli tematici su abitare nella crisi e su reddito/precarietà, un nostro compagno è intervenuto per la Rete per la sicurezza e salute sul lavoro e nei territori per lanciare la mobilitazione del 14 contro la precarietà e le morti sul lavoro che quella condizione determina e per proporre la discussione su questo nesso al tavolo sulla precarietà.
La proposta ha ricevuto un applauso dall'assemblea anche se non è stata ripresa come impegno nelle conclusioni finali.

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