domenica 10 novembre 2013

pc 10 novembre - dopo il 19 - se lo stato vuole scatenare la guerra, la guerra avrà !

Roma. La Procura prepara il blitz contro i movimenti di lotta per la casa

Roma. La Procura prepara il blitz contro i movimenti di lotta per la casa

L'edizione romana del Corriere della Sera ha pubblicato un articolo - piuttosto ben informato - dai contorni inquietanti. Si evince che il pool antiterrorismo della procura di Roma sta mettendo insieme gli elementi per avviare provvedimenti repressivi "pesanti" attraverso reati associativi, contro i movimenti di lotta per la casa a Roma. La giornalista dimostra di intuire bene le contraddizioni di questo impianto repressivo e indugia anche sulle differenze interne ai movimenti per il diritto all'abitare. Ma il contesto e lo scenario lasciano intendere che gli apparati dello Stato - pressati anche dai palazzinari e dagli speculatori romani - stanno lavorando per "normalizzare" un conflitto sociale metropolitano che si è andato estendendo anche ad altre città. Del resto il governo - sia nell'incontro con il ministro Lupi che nella conferenza Stato-regioni - ha fatto ben capire di non avere l'emergenza abitativa tra le proprie priorità nè di voler mettere in campo soluzioni decenti e adeguate ai problemi sociali posti. Ragione per cui se la carota non c'è si passa al bastone. Qui di seguito l'articolo in questione:
L'articolo del Corriere della Sera di venerdi 8 novembre

Ruderi, uffici e case appena ultimate . Il dossier sulle occupazioni è sul tavolo della procura

Si sta valutando anche l’ ipotesi di «reato associativo» Negli ultimi due anni 22 «azioni» dei movimenti per la casa

di Ilaria Sacchettoni
ROMA - Ci rimettono anche i costruttori, certo. In due anni gli Scarpellini, i Caltagirone e gli Armellini hanno perso, a quanto risulta, un casale a Spinaceto (Scarpellini), un fabbricato a Ponte di Nona (Caltagirone) e un edificio a Tor Marancia (Armellini). Presi di mira anche alcuni fondi bancari come l’Upside della Bnp, proprietaria dell’edificio in via Musa (Policlinico), occupato il 6 aprile scorso. Ma va assai peggio agli enti pubblici. Ministeri. Comune. Provincia. Regione. Che, nel fenomeno delle occupazioni abusive, ci rimettono locali, edifici, case, uffici e perfino pezzi di architettura monumentale. Non fosse la città dell’emergenza abitativa irrisolta, dramma per migliaia di famiglie, si potrebbe parlare anche del danno erariale. Un dossier realizzato nel 2012 dall’ex presidente della commissione sicurezza Fabrizio Santori (con la collaborazione dei municipi) e ora depositato al pm Luca Tescaroli per un’inchiesta su alcune occupazioni abusive, censiva 57 occupazioni stanziali, ormai storiche. Un patrimonio pubblico sotto ipoteca.
Ma l’elenco ufficioso dei movimenti (fra cui Blocchi Precari Metropolitani, Action, Asia) lo integra con altre 22 occupazioni. Edifici che, secondo gli stessi movimenti, ospitano all’incirca 2000 famiglie. Bambini, anziani, persone ammalate. C’è un altro modo per dormire al coperto? Senz’altro sì. Ma i dati sull’abusivismo nelle case popolari non aiutano: 5.100 famiglie abitano le case Ater senza alcun requisito. Solo in piazza Indipendenza sono precariamente alloggiati 400 nuclei di rifugiati. 185 famiglie vivono nell’albergo dell’ex Unicredit di via Prenestina. Un centinaio di altre si sono sistemate nelle sedi Inps dismesse di Casal Boccone. Certo, ci sono anche le storie stravaganti. Il tizio che, tutto solo, occupa abusivamente una porzione dell’edificio comunale in via Salaria 144. Senza cedere di una mattonella benché «già perseguito penalmente per tale illecito» spiega la relazione dei vigili del II gruppo sul Rambo del metro quadro. L’incontro di ieri sull’ex edificio Acea occupato a Tor de’ Schiavi si è rivelato deludente secondo i sindacati dell’Unione Inquilini: «L’amministrazione è senza idee».
Solo recentemente il pool antiterrorismo coordinato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, ha deciso di esaminare il fenomeno delle occupazioni in modo sistematico. Si sta valutando l’ipotesi di un reato associativo che, però, non sarà semplice da dimostrare. Davvero Casapound e Action hanno strategie e obiettivi comuni? Possibile che il coordinamento cittadino di lotta per la casa sia in linea con i neo - no global di «Esc»? Gli investigatori interpretano anche i nuovi segnali. Action, ad esempio, da quando è arrivato il nuovo sindaco ha mantenuto un basso profilo. Protagonista di vari blitz nel 2012, da qualche tempo è assente. Non ha partecipato alle occupazioni di alloggi a beneficio degli indignados che si sono dati appuntamento per la manifestazione del 19 ottobre scorso ed è rimasta defilata anche al corteo non autorizzato in via del Tritone il 1 novembre. Si vedrà se è un segno di pace lanciato alla nuova amministrazione. 
08 novembre 2013
Ultima modifica il Domenica, 10 Novembre 2013 10:28

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