mercoledì 16 ottobre 2013

pc 16 ottobre - La "stabilità" del Governo Letta… pagata anche con i tagli ai lavoratori del pubblico impiego

Oltre 11 miliardi di "risparmi" complessivi per lo Stato!
Circa 500.000 lavoratori in meno 2006-2017

-          blocco della contrattazione fino al 31 dicembre 2014
-          taglio 10% straordinari
-          dilazione da 6 a 12 mesi del pagamento del Tfr
-          congelamento indennità vacanza contrattuale
-          blocco assunzioni (non per polizia, forze armate ecc.)
-          nessun futuro per i 122.000 precari della pubblica amministrazione

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Quel taglio pesante non si vede ma c'è

Il nuovo blocco della contrattazione per un altro anno e la proroga dello stop al turn over, sia pure a "maglie allargate" fino al 2018, daranno un contributo decisivo all'azione di contenimento della spesa corrente. Un contributo in parte già iscritto nei tendenziali che il Governo ha diffuso con la Nota di aggiornamento del Def di fine settembre ma che vale la pena sottolineare al momento del varo della nuova legge di Stabilità. Il blocco dei contratti, secondo una prima stima dell'Ufficio studi di Aran realizzata per il Sole24Ore, garantirà nel biennio 2013-2014 risparmi cumulati per circa 5 miliardi. Il calcolo è stato effettuato prendendo in considerazione l'indice Ipca depurato dai prodotti energetici, la cui variazione dovrebbe essere del 2% quest'anno e dell'1,8% nel 2014. Un risparmio maggiore rispetto a quello del biennio 2012-2013 perché questa volta andrà perduta anche l'indennità di vacanza contrattuale. Da quando è iniziato lo stop totale al rinnovo dei contratti, vale a dire dal 2010, i risparmi cumulati salgono così a 11,5 miliardi di euro e nel 2014 i redditi da lavoro dipendente si fermeranno a 161,9 miliardi (10,1% del Pil). Si tratta di un taglio tanto importante quanto invisibile, perché già iscritto nella legislazione vigente, ove non si prevedono i rinnovi contrattuali se non a consuntivo.
Ma il contributo del pubblico impiego non si ferma qui. Il turn over pieno arriverebbe solo nel 2018 stando al testo del Ddl entrato in consiglio dei ministri con un decalage che prevede, dopo il blocco dell'anno prossimo, il 40% di possibli nuove assunzioni rispetto ai ritiri per l'anno 2015, che sale al 60% nel 2016 e all'80% nel 2017. Come si tradurrà questo ulteriore filtro ai reclutamenti sulle dotazioni organiche complessive? Secondo gli ultimi dati Aran fermi al 2012 sappiamo che dal 2006 il blocco del turn over ha prodotto un calo in termini assoluti di 279.100 dipendenti, con riduzioni di organico medie dell'1,5% sul totale ogni anno. Da qui al 2018 il trend si dovrebbe un poco ridurre, sia perché le facoltà assunzionali sono un po' più estese sia per effetto della riforma delle pensioni, che impone una maggiore permanenza in organico del personale anziano. Ma simulando un calo tra l'1% e lo 0,5% l'anno, tra il 2013 e il 2017 possiamo immaginare che i dipendenti pubblici si ridurranno di ulteriori 180.763 unità; per un calo cumulato 2006-2017 pari a circa 459.860 addetti. In quell'anno i dipendenti pubblici complessivi dovrebbero aggirarsi attorno a 3 milioni e 176mila unità, contro i 3.635.900 del 2006. A funzioni, servizi e perimetro invariato, la cura dimagrante delle Pubbliche amministrazioni non è da poco. Messa a regime quella manovra bisognerà ora saper affrontare e risolvere il problema del precariato della Pa (122mila addetti, scuola esclusa; 10mila in più del 2007, l'anno della stabilizzazione targato Prodi-Padoa-Schioppa).

Il sole24ore

16 ott. 13

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