lunedì 30 settembre 2013

pc 30 settembre - Ai padroni i soldi non bastano mai, adesso vogliono pure un "Fondo strategico…" come durante il fascismo

I padroni italiani, in particolare quelli organizzati nella Confindustria, tramite il suo attuale dirigente, Squinzi, fanno sapere di essere arrabbiati con chi ha fatto cadere il governo, e quindi soprattutto con Berlusconi che non mancano di accusare, udite, udite!, di mancanza di dignità. Non glien'è fregato niente di Berlusconi delinquente già condannato e in attesa di andare in galera, l'importante è per loro che il governo Letta "stava lavorando bene", ha fatto delle leggi che li aiutano in mille modi e soprattutto ha cominciato a pagare i soldi dovuti dalla pubblica amministrazione alle aziende (già circa 15 miliardi di euro versati su 20 miliardi come prima parte di un totale di 90 miliardi); e sul più bello adesso il giocattolo rischia di rompersi…

Di passaggio ricordiamo che ci sono decine di migliaia di "cittadini" di questo Stato che aspettano legittimi rimborsi per i più svariati motivi tra cui quelli più gravi come gli indennizzi per i malati di epatite C causata dalle trasfusioni con sangue infetto ecc. ecc. e che i vari governi non vogliono proprio dare!!!

Ma i padroni, questa escrescenza parassitaria e mortale della società, mettono le mani avanti e si preparano anche per il governo che arriva dichiarando che hanno bisogno di tanti tanti soldi, approfittando ancora una volta della "crisi economica mondiale". E questi soldi li vogliono appunto dallo Stato come riportato da un articolo di oggi apparso su Affari & Finanza di Repubblica dal titolo "Quanta nostalgia per l’Iri, adesso tutti sognano il Fsi". Questa richiesta non ha niente di nuovo, perché l'Iri, l'Istituto di ricostruzione industriale, è stato lo strumento con cui il fascismo ha salvato i padroni negli anni '30 nazionalizzando banche e industrie! E la storia si ripete dopo aver distrutto buona parte della base produttiva del paese…

Riportiamo l'articolo con qualche commento.


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Quanta nostalgia per l’Iri adesso tutti sognano il Fsi

Ora tutti vogliono il Fondo strategico. Nel senso del Fondo strategico italiano, braccio industrialfinanziario della Cassa Depositi e Prestiti. [Soldi raccolti soprattutto dai risparmi dei depositi postali]. Lo invocano per difendere l’italianità della rete telefonica, per proteggere le aziende dell’Ansaldo che piacciono a coreani, giapponesi e americani, per salvare (ancora!) l’Alitalia dall’abbraccio mortale dei francesi di Air France. Si mescolano cose che l’Fsi può fare (l’intervento sulla rete) con ipotesi lontane dal perimetro della sua missione, come, appunto, quella sull’aerolinea tricolore. Succede perché cadute le banche sotto i colpi della lunga crisi e delle nuove ferree regole europee, il capitalismo italiano si è disvelato per quel che era da tempo: povero di idee e anche di capitali. Nulla di nuovo, si potrebbe dire. Nuovo, però, è l’arrivo dei capitalisti stranieri. Nuovo è il processo di deindustrializzazione dell’Italia accertato dall’Unione europea, nuova è la riduzione (in media del 15 %) dal potenziale produttivo delle nostre imprese. Siamo in piena decadenza industriale. Servono risorse per arrestarla. Il Fondo le ha (fino a 7 miliardi di euro) e deve metterle in campo. Uscendo dal suo guscio, diventando adulto. Quattro operazioni soltanto sono un po’ poco. L’Italia non manca di aziende sane da aiutare a crescere, quello che comincia a mancare è il tempo. Il Fondo, se c’è, batta un colpo.
(30 settembre 2013)


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