martedì 24 settembre 2013

pc 24 settembre - FORTE SALUTO A GIOVANNI, MARCO, ANTONIO


SALUTIAMO CON GRANDE GIOIA IL RITORNO ALLA FIAT SATA DEI TRE OPERAI, Giovanni Barozzino, Marco Pignatelli e Antonio Lamorte.

Finalmente al loro posto in fabbrica, tra i loro compagni di lavoro.

Una vittoria, dopo tre anni, che è per tutti gli operai che non piegano la testa e vogliono lottare per impedire gli attacchi padronali alle condizioni di lavoro e ai diritti di sciopero e sindacali.
Finalmente La Fiat di Marchionne, che mise in atto con questi tre operai, di cui due delegati fiom, una vera e propria rappresaglia, ora deve incassare questa sconfitta.  

Noi abbiamo partecipato sia ai momenti di lotta alla Fiat Sata sia ai processi contro questi licenziamenti. 
E diciamo a Giovanni, Marco, Antonio: arrivederci alla Sata di Melfi

I compagni di Proletari comunisti
I compagni dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto.


Melfi, tornano in fabbrica i 3 operai licenziati da Fiat

"Rientrati al lavoro i tre operai Fiat dello stabilimento di Melfi, iscritti alla Fiom, che erano stati licenziati nel 2010 e reintegrati definitivamente da una sentenza della Corte di Cassazione nel luglio scorso.

I tre sono Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. I primi due erano all'epoca delegati Fiom e Barozzino, che è stato eletto a febbraio in Senato nelle liste di Sel, era stato in assoluto il delegato a ricevere più voti nelle elezioni del Rsu dello stabilimento lucano del Lingotto.

Dopo una sentenza favorevole alla Fiom, che giudicò antisindacale il comportamento della Fiat, e una all'azienda che ne accolse il ricorso, la Corte d'Appello di Potenza, nel 2012, dichiarò illegittimo il licenziamento e dispose il reintegro dei tre operai alla Sata di Melfi.

Il Lingotto, pur stipendiando regolarmente i tre operai, non li aveva più fatti rientrare in fabbrica. I lavoratori iscritti alla Fiom erano stati licenziati perché, durante uno sciopero interno notturno, avevano bloccato, per l'azienda, un carrello per il trasferimento di materiali a chi non scioperava.

La Cassazione non ha ritenuto tuttavia volontario o premeditato il blocco della produzione. I tre operai, nel giugno scorso, sono stati tuttavia citati in giudizio dalla procura di Melfi per concorso in violenza privata e turbata libertà dell'industria."

Nessun commento:

Posta un commento