venerdì 13 settembre 2013

pc 13 settembre - ILVA: COMIZI, STRISCIONI, VOLANTINAGGI DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE




Ieri comizi, striscioni, volantinaggi, discussioni alla port. A dell'Ilva di Taranto

Ieri, all'uscita delle ore 15 e delle 16, alla port. A comizi, striscioni e volantinaggi dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Contro il licenziamento di Marco Zanframundo, per il suo rientro immediato in fabbrica;
contro il piano Riva/Bondi di ristrutturazione/tagli senza messa a norma.
Nei comizi abbiamo detto della necessità di una risposta di massa degli operai a questo licenziamento, il cui significato riguarda tutti;
che Marco potrà essere riportato in fabbrica dalla mobilitazione in qualsiasi forma degli operai e non dalle prese di posizioni, sia pur utili, di consiglio comunale, vescovo, ecc.;
che occorre quindi una fermata di massa nella prossima settimana e iniziative interne degli operai, anche attraverso una raccolta firme di reparto che pretenda dai delegati e dai sindacati confederali che su questo si muovano.
Attenzione tra gli operai e discussioni.
Dalle discussioni è emerso anche il lavoro sporco di confusione che stanno facendo sindacalisti all'interno per celare la verità sul licenziamento di Marco. 
Lo Slai cobas ha rilanciato: 
che si faccia e si chieda allora un'assemblea con la presenza di Marco Zanframundo e degli operai del Mof, perchè possano informare gli operai della vera situazione al Mof sulla mancanza di sicurezza e del fatto che nulla è cambiato dalla morte di Claudio Marsella, dell'azione dei capi (tra cui quello inquisito per la morte di Claudio Marsella) che è peggiorata in questi mesi, delle resistenze che gli operai hanno dovuto fare.

Nello stesso tempo, la denuncia del piano complessivo di Riva/Bondi e governo è sembrata, con le notizie arrivate in serata dei 1400 licenziamenti negli stabilimenti del nord, quasi una premonizione.

Purtroppo, una previsione facile - che i sindacati confederali nascondono o dicono ai loro "fidati" - che se non si dà una risposta unitaria contro padroni e governo, per la difesa di tutti i posti di lavoro, degli stipendi e della salute, coinvolgerà tra poco anche lo stabilimento dell'Ilva di Taranto













VOLANTINO DISTRIBUITO IERI ALL'INIZIATIVA ALLA PORT. A

MARCO ZANFRAMUNDO DEVE RIENTRARE CON LA LOTTA UNITARIA DEI LAVORATORI - QUESTA LOTTA VA UNITA A QUELLA PER UNA VERA SICUREZZA AL MOF E IN TUTTA LA FABBRICA E A QUELLA CONTRO IL PIANO CHE BONDI PREPARA PER TUTTA L'ILVA CHE SARA' DI RISTRUTTURAZIONE E TAGLI CON IL PRETESTO DELL'APPLICAZIONE DELL'AIA.

La lotta per far rientrare Marco operaio del reparto MOF, attivista della USB - licenziato dopo una catena di contestazioni e provvedimenti disciplinari allo scopo di arrivare al licenziamento - è appena cominciata.
Al MOF, dopo la morte di Claudio Marsella, la battaglia per la sicurezza non si è ancora risolta. Capi di questo reparto sono inquisiti ma restano al loro posto e invece MARCO VIENE LICENZIATO!
Con questo licenziamento l'Ilva vuole dare un segnale di intimidazione a tutti gli operai. Per questo il rientro di Marco è interesse di tutti gli operai per difendere il loro diritto di alzare la testa e il diritto alla sicurezza sul lavoro.
Tutte le OO.SS. devono prendere posizione e fare la loro parte per il rientro di Marco, non si può accettare questo vergognoso silenzio-assenso.
Ma tutti gli operai devono fare la loro parte in questa lotta che deve essere condotta in termini seri e giusti e non alzando polveroni di 'scioperi ad oltranza' su tutto e il contrario di tutto, ma allargando la partecipazione in tutte le forme.
E' positivo che consiglio comunale e arcivescovo abbiano preso posizione, ma il rientro di Marco è legato innanzitutto alla mobilitazione della fabbrica e contestando in tutte le sedi il provvedimento. Dobbiamo vincere e non darla vinta a padroni, capi e loro complici.
Serve la solidarietà operaia e popolare con gli operai licenziati della Emmerre.
Questi operai devono essere tutelati applicando la clausola sociale di continuità del lavoro in caso di cessazione dell'appalto
Non possiamo accettare che licenziano mentre altri arresti eccellenti vengono fatti del comando occulto in fabbrica e altri soldi vengono scovati del tesoro di profitti fatti sul sangue dei lavoratori e della città. Non possiamo accettare che Bondi, per conto di Riva e governo, prenda il pieno controllo della situazione e ristabilisca il comando autoritario in fabbrica per attuare ristrutturazione e tagli occupazionali, senza una reale messa a norma.
Lo slai cobas fa la sua parte in questa lotta
nell'interesse non di una sigla sindacale ma nell'interesse di tutti gli operai. Noi siamo sempre unitari, gli altri invece o si fanno complici del padrone o si fanno autopropaganda. In questa fabbrica deve avanzare il sindacato di classe basato sui cobas altrimenti gli operai non hanno niente né otterranno niente.

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