sabato 6 luglio 2013

pc 6 luglio - Firenze antifascista contro la polizia e la repressione

FIRENZE ANTIFASCISTA IN MERITO ALL'INDAGINE DELLA PROCURA SUI FATTI DEL 13 GIUGNO

Come riportato dalla stampa la Procura di Firenze ha aperto un'indagine rispetto a quanto accaduto, e riportato in Consiglio Comunale da Ornella De Zordo, la sera del 13 Giugno alla Stazione nell'operazione della squadra antidegrado dei vigili. È stato ascoltato dalla Digos il ragazzo testimone dei fatti, non più anonimo, che ha ribadito il suo racconto, la cui veridicità è stata ulteriormente confermata dalla sua compagna anche essa convocata. Chi a gran voce chiedeva esposti e denunce è adesso accontentato. La Procura può accertare definitivamente cosa è accaduto quella sera: basta del resto visionare le telecamere che numerose riprendono la zona della Stazione; interrogare i vigili della squadra antidegrado in azione quella notte, sentire autisti e personale della tramvia... Ma agli inquirenti forse interessa di più cosa è accaduto dopo, come è stata riportata la notizia, chi e come l'ha fatta circolare e per questo continuano ad essere convocati in questura come "persone informate sui fatti", compagni che nulla possono aggiungere al racconto del ragazzo. È evidente che l'indagine si sta concentrando molto di più su chi scrive volantini o manifesti, chi gestisce i siti o i blog, chi e come convoca i cortei, chi ha denunciato le responsabilità politiche, su chi insomma avrebbe “diffamato” il corpo di polizia municipale e l'intero Comune. Ci mancava solo la farsa della scorta al comandante della polizia municipale per presentarsi ai processi contro il movimento perchè si teme per la sua incolumità. Forse sarebbe bene scortare coloro che scendendo da una tramvia rischiano di fare brutti incontri nelle sere d'estate nei pressi della Stazione! È evidente l'utilizzo della forma "persone informate sui fatti" per poter interrogare, senza nessuna possibilità di difesa legale, compagn* le cui dichiarazioni potranno essere utilizzate contro di loro in un eventuale procedimento successivo. È molto comodo allinearsi alla destra cittadina come stanno facendo gli inquirenti, che ha gridato da subito alla diffamazione, allo scandalo, che hanno invocato da subito repressione e divieti. Non c'è da stupirsi: è proprio dentro quella cultura fascistoide di cui fanno parte, fatta di sopraffazione, di insofferenza verso il diverso, il più debole, che nascono e si sviluppano squadre come quella antidegrado. È molto comodo limitarsi a sottolineare i toni eccessivi del manifesto del corteo del primo luglio, come fatto dal PD cittadino, invece di denunciare e chiedere chiarezza su quanto successo. Non vorremmo in futuro assistere e subire le conseguenze di strane relazioni che potrebbero stabilirsi tra appartenenti a queste squadrette, così come abbiamo visto in passato. È molto comodo e strumentale andare oggi a colpire compagn* che hanno avuto la forza e il coraggio di denunciare quanto successo, di non voltarsi dall'altra parte, di farne una battaglia di verità, perché nella città dove sono stati uccisi a freddo due senegalesi solo 1 anno fa, non debbano esistere squadre speciali, squadrette che impunemente fanno della violenza e la sopraffazione una costante dell'attività "antidegrado". Questa volta è toccato ad un gruppo di immigrati, senegalesi o meno, domani può toccare a chiunque. A quando la prossima tragedia? Non possono non tornarci alla mente le frasi di chi accusava la madre di Aldrovandi di aver falsificato le foto del figlio massacrato, querelata dagli stessi che difendono l'operato di assassini in divisa; le storie di tutti coloro che hanno dovuto subire denunce e querele per aver chiesto la verità e la giustizia per la morte dei propri cari, amici o amiche, compagn* di strada e di lotta. L'Italia è il paese dell'impunità per le forze dell'ordine. Anzi, potremmo dire, se pensiamo alla odierna nomina di De Gennaro, che i protagonisti dei fatti di Santa Maria Novella se ne stiano tranquilli, perché domani potranno avere anche una bella promozione.

Ci chiediamo allora: si vogliono accertare i fatti? A noi sembra decisamente di no! Da parte nostra siamo certi che continueremo nella nostra battaglia, accanto al ragazzo testimone ed a tutti coloro coinvolti in questa storia ed invitiamo le comunità di immigrati, l'associazionismo, tutti e tutte coloro che in queste settimane si sono indignati, hanno protestato, hanno chiesto spiegazioni al comune, a respingere queste logiche ed a pretendere che venga fatta luce sulla sera del 13 giugno.

Firenze Antifascista
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