lunedì 22 luglio 2013

pc 22 luglio - la ministra Kienge va a Nardò... parla con istituzioni e sindacalisti ma con gli immigrati

Kyenge, visita lampo a Nardò
gli immigrati: "Parla con noi"

Il ministro visita al volo l'ex falegnameria sgombrata sabato. La delusione degli extracomunitari: "Perché non la fanno parlare con noi, neanche gli animali vivono così"


Arriva a Nardò il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge, stringe mani, ascolta le istituzioni, i sindacalisti  ma resta ai margini della tendopoli abusiva allestita sotto gli ulivi. I migranti la aspettano ma i ritmi serrati della visita e non meglio specificate "ragioni di sicurezza" impongono alla Kyenge di affacciarsi appena nell'area in cui duecento persone vivono in condizioni di assoluto degrado, con sei bagni chimici e una cisterna di acqua, sufficiente appena per sciacquarsi quotidianamente il viso.

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"Vieni a vedere casa nostra", le dicono gli immigrati, ma il ministro fa appena in tempo a scendere dall'auto  -  davanti all'ex falegnameria sgomberata in tutta fretta sabato  -  e a scambiare con loro qualche parola, per poi correre via alla volta del convento dei Carmelitani, lasciando i ragazzi profondamente delusi. "Perché non la fanno parlare con noi? - chiede Memed, tunisino di 35 anni  -  perché non si è fermata a vedere come viviamo? Neanche gli animali vivono così". Le auto blu vanno via sgommando, l'accampamento resta nella polvere, i braccianti tornano nelle loro tende mentre le telecamere cercano di carpire brandelli pezzi della loro quotidianità.

"Se non fosse venuto il ministro nessuno si sarebbe accorto di noi  -  rincara Amhed  -  stiamo qui da due mesi e non si è mai presentato nessuno, a parte i sindacalisti e qualche associazione, il sindaco è venuto soltanto ieri, a nessuno importa di noi". Il primo cittadino Marcello Risi, dal canto suo, al ministro ha tenuto a chiarire che "Nardò è una città accogliente, che rispetta questa gente e che ha predisposto un'area attrezzata in località Scianne, con tanto di letti, bagni e acqua corrente". Un luogo in cui i lavoratori non vogliono trasferirsi, "perché è lontano dal paese e dai posti in cui i capisquadra vengono a cercarci per il lavoro", spiega ancora Memed.
...anche Yvan Sagnet, il leader della rivolta dei braccianti del 2011, che si fa portavoce dei compagni "vogliamo che vieni a vedere dove abitano i ragazzi", riuscendo a far modificare la tabella di marcia della mattinata, dalla quale era stata eliminata la visita alla tendopoli, limitando il passaggio dell'esponente di Governo alla sola masseria Boncuri, fino a due anni fa rifugio dei braccianti e oggi inesorabilmente chiusa.

La Kyenge, dal canto suo, ascolta tutti e raccoglie documenti, il dossier della Cgil e le lettere degli immigrati, poi chiede al sindaco Risi di inviare al più presto al ministero una relazione sul caso Nardò e promette di tornare "per dimostrare all'Italia che Nardò è davvero diventata città dell'accoglienza". Di fronte alle sollecitazioni e alle voci contrastanti cerca di mediare: "La mia visita è l'opportunità per mettere tutti i soggetti che operano in questo ambito attorno allo stesso tavolo, superando le incomprensioni e facendo diventare le critiche costruttive, per creare un sistema che vada oltre l'emergenza e concretizzi una buona politica dell'accoglienza, in cui il migrante venga messo al primo posto". E a chi ha cercato di chiederle un commento sulle recenti prese di posizione, razziste e xenofobe, da parte di esponenti politici nazionali e locali, il ministro ha replicato glissando: "La mia posizione è sempre stata di rispondere con la non violenza a ogni atto di violenza verbale".

Il ministro, poi, annuncia che l'obiettivo del Governo è ampliare l'accoglienza per i richiedenti asilo nel sistema Cara, portando i posti a 8.000 su tutto il territorio nazionale.
 

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