lunedì 13 maggio 2013

`pc 13 maggio - sulla assemblea di bologna .. un primo commento a caldo

L'appello "Per un movimento politico anticapitalista e libertario" ha raccolto l'adesione di molti compagni. Il cinema di Bologna era pieno.
I promotori hanno rimarcato che l'iniziativa nazionale cadeva nello stesso giorno dell'assemblea PD e della manifestazione di SEL a Roma, due partiti del "compromesso con l’attuale governo autoritario dell’economia e della società" e l'iniziativa bolognese è volta a dimostrare la sua identità alternativa ("distinti e distanti"). Di fronte al fallimento della sinistra elettoralista e l'attacco della Troika sempre più pesante portato avanti dai governi nazionali sempre più autoritari, l'intento di unire le lotte e dargli una rappresentanza politica, di uscire dalla frammentazione delle forze politiche, sindacali e sociali che hanno lottato contro i vari governi dei padroni succedutesi in questi anni è decisamente nobile, alto, ma.... dai promotori è stata affrontata senza "coraggio", perchè la "politica" del neonato movimento dell'assemblea dell'11 maggio si è tradotta in una piattaforma vertenziale, riformista ma nello stesso tempo illusoria nel contesto attuale, che parte dalla rivendicazione dell'uscita dall'UE alla riduzione d'orario a parità di salario, reddito di cittadinanza, sicurezza sul lavoro, scuola e sanità, beni comuni in mano pubblica, intervento pubblico sull'economia, uniti alla lotta al patriarcato, al diritto di cittadinanza agli immigrati, la patrimoniale, assieme alla lotta contro la guerra e al ritorno al proporzionale, alla lotta contro la repressione.
Un programma che per la sua attuazione richiede oggi un rovesciamento rivoluzionario dei governi della borghesia imperialista, lo scontro reale con lo Stato borghese, che richiede se si affrontano con serieta la costruzione degli strumenti per la rivoluzione, il Partito, il fronte unito, la forza combattente.
L´assemblea di Bologna non ha toccato questi problemi. Senza di questo La Rivoluzione tanto evocata dall'assemblea resta purtroppo solo una frase, che nei fatti lascia i movimenti allo stadio in cui si trovano già.
La composizione della presidenza dei promotori  e´ stata espressione di una raccolta di forze politiche, sociali, sindacali che, non intendendo affatto mettere in discussione la linea finora seguita dalle proprie organizzazioni finendosi per unirsi facilmente intorno ad una piattaforma sociale dettata dal solito inconsistente parolaio massimalista Cremaschi. Per non parlare delle lotte delle donne, rappresentate in questa assemblea
 da Imma Barbarossa della Libera Università delle Donne e dal forum donne della cgil, cioè dalle "egregie signore" del femminismo piccolo borghese istituzionale avverse alle istanze  delle espressioni piu` radicali del movimento femminista e delle donne proletarie.
Cremaschi dice che le mobilitazioni non bastano, che è necessaria l'autonomia dei movimenti, che bisogna combattere il grillismo, ma tutto si riduce a una generica piattaforma rivendicativa.
L'assemblea di Bologna cerca ora di darsi forme organizzative di assai improbabile consistenza e utilita`  Senza affrontare i nodi del Partito e del sindacato di classe tutto diventa il solito opportunismo da "il movimento è tutto, il fine è nulla"!

un compagno di proletari comunisti presente all`assemblea




Nessun commento:

Posta un commento