venerdì 19 aprile 2013

pc 19 aprile - MENTRE CONTINUANO I GIOCHI DI POTERE SI FANNO I FATTI DELL’ECONOMIA



Mentre in parlamento vanno avanti manovre, unità/divisioni, giochi al ‘gatto e topo’ nonché giochi di carte con “Assi nella manica” che vengono tirati fuori o tolti dal tavolo, nella realtà fuori vanno avanti fatti che avranno pesantissime conseguenze sui lavoratori. 

A metà aprile è stato firmato un protocollo per la competitività e per un nuovo sistema di relazioni industriali da Finmeccanica con Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil che porta ancora di più i sindacati confederali e metalmeccanici, dietro il discorso di un sistema di informazioni e consultazioni, di conoscenza e confronto sulle scelte strategiche e di sviluppo del gruppo, a stare da una sola parte, dalla parte delle aziende, del padronato a difesa dei loro profitti.
…Questo nuovo sistema di relazioni si occuperà di strategie della Finmeccanica, di informazioni su tematiche busines critical. Viene inoltre istituito un Osservatorio nazionale di settore, composto dai vertici di Finmeccanica, delle singole società controllate e dai rappresentanti sindacali, che si riunirà in momenti di verifica per analizzare le ricadute delle scelte sugli assetti produttivi e occupazionali. Il protocollo istituisce anche livelli di confronto internazionale: Finmeccanica promuoverà sessioni di approfondimento, insieme ai rappresentanti dei sindacati, su temi transnazionali come l'organizzazione del lavoro, le innovazioni tecnologiche…”.  (da Sole 24 ore).
Si aggiunge poi che “trattandosi di un'azienda quotata in Borsa, nell'attuazione del Protocollo i rappresentanti dei sindacati si impegnano alla riservatezza sulle informazioni price sensitive di cui saranno messi a conoscenza”. (idem).
 Quindi, anche di queste notizie i lavoratori non dovranno sapere niente, salvo conoscerle quando avranno effetti sul loro posto di lavoro e sul salario.

Il protocollo guarda al sistema partecipativo tedesco… per fare gli interessi degli azionisti, ma anche trovare un'adeguata struttura per il modello produttivo che permetta di raggiungere i risultati sperati…”. (idem).
Sistema per cui chi deve essere “partecipativo” sono gli operai, perché la “partecipazione” deve essere in un unico senso, quello verso l’azienda per difendere gli interessi dell’azienda, a cui vanno sempre più subordinati gli interessi degli operai, le loro condizioni di lavoro e salariali, i loro diritti.

Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è chiaramente entusiasta: «questo è il modello partecipativo che la Cisl intende esportare in tutte le grandi aziende italiane…».
La Uilm dichiara che “uno degli obiettivi è studiare nuove forme di tutela e sostegno alle riorganizzazioni aziendali”. Non, quindi, forme di tutela e sostegno ai lavoratori che sono le vittime sacrificali delle riorganizzazioni aziendali fatte dai padroni per ridurre i costi del lavoro (in primis quelli dei lavoratori), aumentare la produttività, cioè lo sfruttamento degli operai; bensì tutela e sostegno alle aziende affinché possano fare le riorganizzazioni senza lacci e laccioli e, se mai, avere finanziamenti e contributi dallo Stato.
Ma è la rappresentante della Cgil, Elena Lattuada, ad indicare più chiaramente lo scopo di questo protocollo.  Si tratta – dice – di un sistema di regole nell'informazione strategica del gruppo che mette i sindacati nella condizione di conoscere gli andamenti aziendali e di attuare politiche concordate in materie sensibili quali la competitività, i premi di risultato, gli inquadramenti professionali, un sistema di welfare aziendale”. 
Tradotto, vuol dire mettere la primo posto la “competitività” delle aziende, e subordinare a questa, al fatto che gli operai si facciano il mazzo per rendere competitivi i loro padroni, qualche elemosina qui e là ai lavoratori, come premi di risultato, inquadramenti professionali, sviluppando anche una divisione, "competitività" tra lavoratore e lavoratore.

Infine, a scanso di equivoci, il protocollo si conclude con un vincolo, che diventerà una gabbia per i lavoratori. “Tra i punti fermi sottoscritti da tutti c'è – viene scritto - il carattere vincolante degli accordi sottoscritti ad ogni livello, insieme all'impegno ad «individuare procedure di raffreddamento per regolare e risolvere i conflitti” (idem). 
Sia chiaro, dicono i padroni della Finmeccanica e le segreterie sindacali, nessuna struttura sindacale di singole aziende potrà mettere in discussione gli accordi di vertice, nessuno potrà pensare di migliorarli. E, se in qualche azienda gli operai, nonostante questo vincolo, pensassero di scioperare, stiano tranquilli i padroni, saranno, ancora più di ora, le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm a intervenire per soffocare le lotte. 

Dopo questo accordo, le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil riuniscono martedì 30 aprile una riunione degli organismi direttivi. In questo incontro, conseguentemente alla linea che ha sostenuto la firma del protocollo con la Federmeccanica, si parlerà di confronto con le imprese, delle proposte del sindacato sul tema della rappresentanza da verificare a priori con la Confindustria, ma anche di una mobilitazione, sciopero “da effettuare addirittura - aveva ipotizzato la Uil - in concomitanza con una «serrata» di protesta delle aziende”. (da Il Manifesto).
I sindacati confederali, quindi, che sono così restii a organizzare scioperi contro il padronato quando sono in discussioni lavoro, salario e diritti fondamentali degli operai, non esiteranno a chiamare i lavoratori in sciopero fianco a fianco con quello stesso padronato.

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