lunedì 25 marzo 2013

pc 25 marzo - Viareggio: inizia il processo per la strage del 2009


VIAREGGIO - E' stata rinviata al 2 aprile l'udienza preliminare per la strage del 29 giugno 2009 a Viareggio, costata la vita a 32 persone, apertasi questa mattina (lunedì) nel polo fieristico di Lucca. La decsione del Gup Alessandro Del Torrione è arrivata intorno alle 15 per dare il tempo ai giudici di esaminare le eccezioni presentate alla  richiesta di costituzione di parte civile avanzata da un centinaio fra familiari delle vittime ed enti. Fra questi anche la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione Toscana, la Provincia di Lucca e il Comune di Viareggio, oltre ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di diverse regioni e alla Cgil nella persona del segretario Susanna Camusso. In aula non era presente alcun imputato.  In programma sono fissate udienze per il 2,3 e 4 aprile.
LA CRONACA DELLA GIORNATA
L’ultima volta era stato il novembre 2001: è passato oltre un anno e l’aula del Polo fieristico di Lucca che allora vide l’incidente probatorio per il disastro ferroviario del 29 giungo 2009 da oggi accoglie l’udienza preliminare. Là dove nel 2011 fu seduto il giudice per le indagini preliminari (Gip), Simone Silvestri, a condurre gli appuntamenti già fissati in un fitto calendario sarà oggi il giudice per l’udienza preliminare (Gup) Alessandro Dal Torrione. In aula i familiari delle trentadue vittime della strage, i feriti che ancora lottano con le conseguenze delle ustioni, coloro che avendo avuto danni non hanno accettato i risarcimenti delle assicurazioni. Tra le questioni sul tavolo del Gup questa sarà una delle principali: accettare o meno le costituzioni di parte civile che “catapultano” nel cuore del procedimento familiari e danneggiati.

C'è lunga attesa al Polo fieristico di Lucca dove sono in corso gli adempimenti tecnici  per l'udienza preliminare del procedimento giudiziario relativo al disastro ferroviario di quattro anni fa a Viareggio.  Intanto i familiari delle vittime si dicono "profondamente amareggiati, delusi, addolorati" per l'assenza dei rappresentanti istituzionali di Comune e Regione. Il commissario prefettizio Domenico Mannino ha inviato a Daniela Rombi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, una e-mail per spiegare l'assenza motivata con il rispetto dovuto alla corte. "Io capisco il rispetto della corte - ha sottolineato Rombi - ma ci siamo anche noi". Da parte sua il commissario prefettizio Domenico Mannino ha tenuto a precisare che" ill gonfalone del Comune al processo non è un atto istituzionale. La tragedia che la città ha avuto non può essere portata nelle aule di un tribunale".
Le prime giornate di udienza non entreranno nel vivo delle tante questioni tecniche che l’incidente probatorio ha esaminato. Verifica delle notifiche, costituzioni delle parti civili, deposito di tutto quanto i legali - dall’uno e dall’altro lato - riterranno opportuno. Una serie di questioni procedurali, dunque, codice alla mano, essenziali per assicurare che da qui all’ultimo grado di giudizio non si rivelino intoppi non intercettati che possano procurare il colpo di scena di un annullamento che fa ricominciare tutto da capo. Familiari delle vittime e Assemblea 29 giugno, sempre al loro fianco, hanno portato al Polo fieristico le foto dei propri cari e gli striscioni che tutta Italia ha imparato a conoscere in questi quatto, lunghissimi anni.


PM: PER CONSULENTE SQUARCIO DOVUTO A PICCHETTO
"Una seconda consulenza del professor Paolo Toni ha ribadito punto su punto» che fu un picchetto a provocare lo squarcio nella cisterna da cui, il 29 giugno del 2009, fuoriuscì il gas che esplodendo uccise 32 persone. Lo ha ricordato il procuratore di Lucca Aldo Cicala, parlando con i giornalisti durante una pausa dell'udienza preliminare in corso a Lucca.    Proprio sulla causa dello squarcio si concentra una parte della battaglia legale fra accusa e difesa. Secondo i consulenti di Ferrovie dello Stato, a provocarlo fu la 'deviata zampa di lepre', un elemento indispensabile dello scambio. Per i periti
dell'accusa, invece, fu un picchetto (serve ad indicare le curve) la cui pericolosità - sostengono i pm - venne sottovalutata dalle Ferrovie. Una terza perizia, chiesta dal gip durante l'incidente probatorio, ha sposato sostanzialmente la tesi dei periti di Fs. Proprio rispondendo ad una domanda su quest'ultima relazione, Cicala ha ricordato la nuova e successiva consulenza svolta dal professor Toni per la procura, secondo cui la "'responsabilità" è del picchetto.

ECCEZIONI
Trenitalia, Fs logistica, Cima riparazioni e Rete ferroviaria italiana tramite i propri legali hanno eccepito, a udienza preliminare entrata nel vivo, di non aver ricevuto le notifiche del 415bis inviate via posta elettronica dalai Procura il 28 giugno 2012. L'ultima parola in merito alle eccezioni spetta al giudice Alessandro Dal Torrione.L'udienza preliminare va avanti: il giudice ha deciso per lo stralcio di Trenitalia, Fs logistica, Rfi e Cima riparazioni. Per loro l'udienza si riaprirà a notifiche nuovamente recapitate dalla Procura di Lucca. La seconda parte di udienza è dedicata alle costituzioni di parte civile

Da Il Tirreno




La storia
Viareggio, 29 giugno 2009 - Ventitre e quarantotto, di una calda sera d'estate. Il treno 50325 è in ritardo. Partito da Trecate (Novara) deve raggiungere Gricignano (Caserta). Porta quattordici cisterne cariche di Gpl. Ciascuna contiene 35mila litri di gas liquido. Viaggia, alla velocità di 90 chilometri l’ora: la velocità consentita è fino a 100. Attimi. Al treno si rompe qualcosa, esce dai binari prima di entrare nella stazione di Viareggio. Schizzano i sassi, “friggono” le scintille. Il capostazione fa appena in tempo a realizzare che va dato l’allarme subito. Ma prima vanno fermati altri due treni, che viaggiano da Nord a Sud e viceversa e rischiano di incrociare le quattordici cisterne fuori controllo.
Schianto. Stazione in tilt. I “bomboloni” sdraiati sui binari, sotto la storica passerella in ferro. La cisterna poco più avanti, all’altezza della Croce Verde. I macchinisti riescono a scendere, intuiscono e, tra le pozzanghere di gas liquido,  raggiungono la strada, la sede dell’associazione di volontariato: «Date l’allarme…è pieno di gas…». In quel momento le esplosioni.
Il boato. Il cielo che si fa rosso. La nuvola azzurra della morte dai binari è entrata nelle case. Devastazione. Brucia Rosario Campo, che passava in motorino al momento sbagliato. Bruciano le ambulanze della Croce Verde. Brucia via Ponchielli e la sua gente. Brucia il cuore di una città intera. Si è spezzato l’asse. Ed una cisterna si è aperta. Il bilancio dei morti è salito di ora in ora, poi di giorno in giorno. Dai sei annunciati nel cuore della notte, ai tredici della mattina seguente, ai quattordici della sera, ai diciassette del giorno successivo, ai diciannove, ai ventidue, ai ventiquattro. L'ultima è Elisabeth Silva, morta martedì 22 dicembre, dopo quasi sei mesi di agonia. Qui sotto l'elenco e le foto delle 32 vittime. Cliccando sul nome si possono leggere le loro storie.
Alba di tecnici e politici, tra i luoghi devastati ed il Municipio. L’asse datato 1974, costruito nella Germania Est, revisionato nel 2008 ad Hannover, presso la Jungenthal che poi la invia alla Cima riparazioni. Ironia della sorte per sostituire, sullo stesso treno, un’altra sala montata (l’insieme di asse e ruote) che aveva mostrato di avere problemi tecnici. Perché si è spezzato l’asse e cosa doveva essere fatto per evitare la strage che alla fine conterà 32 morti?
La risposta arriva due anni dopo, dalle prove tecniche che costituiscono l’incidente probatorio e si tengono a Lovere (Bergamo) nelle Officine Lucchini: è stata la ruggine. Le indagini della Polfer che indaga per conto della Procura parlano chiaro: allo stato dei fatti, “sussitono fondati sospetti di colpevoli lacune in fase di manutenzione dell’assile rotto”. Così si legge in una delle relazioni dell’ispettore capo Angelo Laurino, uomo chiave dell’inchiesta. Per il 3 novembre 2011 i periti dovranno depositare gli esiti delle prove tecniche. Il processo potrebbe iniziare nella primavera 2012.
Due anni di battaglie, per i familiari delle vittime riunite nell’associazione “Il mondo che vorrei” e dai cittadini e ferrovieri organizzati nell'associazione "29 giugno". Mentre via Ponchielli rinasce con le case rimaste, gli uffici, le aziende gli occhi di tutti sono puntati sull’esito dell’iter giudiziario. Trentotto gli indagati, tra i quali Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato; i vertici di Rfi e Trenitalia; tecnici e dirigenti delle officine Jungenthal e Cima riparazioni.

Da ancora in marcia

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