venerdì 8 febbraio 2013

pc 8 febbraio - il boicottaggio elettorale è necessario innanzitutto nelle fabbriche - una lettera per la fiat sata melfi

Risposta di chiarimento a quei lavoratori che vacillano per un voto al centro-sinistra per 24-25 febbraio.

Per gli operai che hanno la memoria corta

La perdita di identità comunista e operista ormai è stata da anni abbandonata dal Prc, dalla SEL e dal Pdci. La cosa più grave è nell’oggettiva e progressiva vicinanza a politiche sempre più affini a quelle di marca liberista del PD.
Altro che venirci a raccontare la favoletta di riuscire a condizionare le scelte del centro sinistra!
Le sole volte che fanno credere di stare vicino alle questioni operaie è quando candidano il “protagonista” di turno, il cui profilo viene ingigantito ad arte mediaticamente, facendo di lui un “eroe” per via di qualche licenziamento o tragedia personalmente vissuta.
Emblematici al proposito i casi dell’operaio della Thyssenkrupp o dell’peraio Barrozzino, licenziato dalla Sata di Melfi.
Mentre nei confronti di chi non vuol cedere ai loro desiderata ricattatori, nei luoghi di lavoro, arrivano a minacciare, espellere dal sindacato e, se necessario, in collaborazione con l’azienda, a far licenziare, quei lavoratori che rappresentano la punta più avanzata della classe operaia. Vedi quanto accaduto alla Piaggio, principalmente.
Questi signori hanno creato un sindacalismo e partitismo di regime, formando funzionari di mestiere.
Le uniche lotte che hanno prodotto un innalzamento della coscienza e realizzato dei miglioramenti economici e normativi dei lavoratori sono state quelle nate spontaneamente. Ricordiamo quelle che ci hanno toccato direttamente, con relativa occupazione dello stabilimento SATA di Melfi.
La tre giorni insieme agli operai di Termini Imerese e la lotta dei 21 giorni a Melfi.
In quella situazione i burocrati della FIOM e del centro sinistra (compreso il PRC ,allora unico partito con gli attuali SEL e PDCI) hanno cercato di controllare la lotta, per poi riportarla alla normalità.
Invece di contribuire ad unire ed organizzare meglio i lavoratori per elevare i livelli di coscienza e dello scontro tra capitale e lavoro - magari aprendo una prospettiva di unità con il sindacalismo di base, che negli ultimi anni si è andato affermando sulla scena della fabbrica, superando le logiche dell’opportunismo personale, pur tra tanti limiti e mille difficoltà - quando sono stati organizzati scioperi dalle OO.SS confederali hanno sempre appoggiato la logica delle semplici sfilate per aumentare solo ed esclusivamente il peso della negoziazione per fini di carriera personale.
I tempi di lavoro che la FIAT periodicamente aumenta, inoltre, non sono mai stati messi in discussione da lorsignori, nemmeno dalla stessa FIOM, nonostante il contesto rappresentato dalla grande occasione della “lotta dei 21 giorni” della primavera del 2004.
Era necessario che quella lotta continuasse in fabbrica, anche per cercare di far maturare la coscienza fra gli operai di saper lottare per sé come classe, imparando a difendersi e a lottare collettivamente.
Tutto è stato invece lasciato tutto in mano alla FIAT ed ai loro numerosi leccapiedi, così tantissimi hanno pensato di "vedersela singolarmente," accettando ricatti e compromessi. Le cose in seguito sono andate peggiorando.

Domando ai lavoratori, perché il Sig. Vendola sbraitava, quando la direzione del PD elogiava Marchionne, accreditato come uno dei paladini della ristrutturazione della FIAT con Fabbrica Italia e si assoggettava insieme al parlamento Italiano a Monti?
Perché oggi si ritrova come il più fedele alleato di Bersani?
E tutto questo mentre i sigg. Ferrero e Diliberto continuano a mantenere le alleanze con il centro sinistra nelle amministrazioni locali e cercano con esso, con la copertura di Ingroia, un posto a tavola in un ipotetico governo.
Non abbiamo dimenticato le scelte dei governi di centro-sinistra operate con l’avallo di Rifondazione (allora unico partito con gli attuali SEL e PDCI), che hanno contribuito ad accelerare l’impoverimento e l’esproprio dei diritti ai lavoratori!
Vendola appoggiava queste scelte insieme all’allora gruppo dirigente di Rifondazione!
Possiamo dimenticare il pacchetto Treu che ha aperto la strada al lavoro interinale e a termine? E la riforma delle pensioni e del Welfare portata avanti da un ministro come Damiano, ex dirigente nazionale della Fiom?
Non dobbiamo dimenticare che quando le OO.SS. concertative (CGIL-CISL-UIL) insieme al governo Berlusconi, firmando la Legge Biagi – Maroni (legge che disarticolava e precarizzava il mercato del lavoro e sottometteva definitivamente la classe lavoratrice) Vendola, Diliberto e Ferrero, con l’appoggio al secondo governo Prodi, non fecero nessuna seria e credibile resistenza per cercare di eliminarla.
Per non parlare dell’accordo del 23 luglio , quando CGIL, CISL E UIL e le rispettive categorie dei metalmeccanici FIOM, FIM e UILM decretano la concertazione.
La concertazione ha determinato una riduzione degli stipendi dei lavoratori a discapito dell’occupazione. L’accordo SATA-FMA ne è un esempio, dove i sindacati confederali, oltre a discriminare sindacati di base, li escludono da una serie di diritti.
Abbiamo dimenticato che la riforma bipartisan del TFR, decisa prima da Maroni e Tremonti con il governo Berlusconi e poi anticipata di un anno dal governo Prodi, è stata uno dei tiri più mancini tirati ai lavoratori italiani negli ultimi decenni. Grosso favore al fondo privato Cometa di Cesare Damiani (ex FIOM ed oggi nel PD).
Continuano ad occupare le televisioni, Vendola in testa, ormai, senza una cognizione precisa di proposta, tipo la cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione, cancellazione dell’accordo del luglio del ’93, riduzione dell’orario lavoro.

Non possiamo continuare ad avere la memoria corta e dimenticare il passato!

Se dovete sbagliare … meglio non andare a votare!



Per la FLMU-CUB Basilicata 6/2/2013
Tonino Innocenti

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