lunedì 25 febbraio 2013

pc 25 febbraio - libertà per i compagni in carcere




Il mattino di lunedì 18 febbraio le forze dell’ordine hanno arrestato e tradotto in carcere il compagno Davide Rosci dell’Azione Antifascista Teramo con l’accusa di “evasione” dal regime di arresti domiciliari in cui il compagno si trova oramai quasi da un anno.
La traduzione in carcere del compagno Davide è l’ultimo atto della campagna repressiva che va avanti da più di un anno e mezzo contro il movimento di resistenza del nostro paese e alcuni dei partecipanti alla grande giornata di lotta del 15 ottobre 2011. Il compagno è accusato di aver infranto alcuni mesi fa, delle restrizioni relative al suo regime di detenzione. La traduzione in carcere di Davide segue la notifica avvenuta il 24 gennaio dell’avvio del processo al nostro compagno e collaboratore Mauro Gentile (anche lui condannato il 7 gennaio) accusato del “tentato omicidio” di Maurizio Tartaglione (il carabiniere che il 15 ottobre lanciò a folle velocità contro i manifestanti il blindato di cui era alla guida per poi subire la giusta e legittima risposta dei manifestanti che da ore si difendevano da quei caroselli omicidi).
Entrambi questi eventi sono una vera rappresaglia delle Autorità contro il rinnovato movimento di solidarietà che si sta sviluppando in tutto il paese per la liberazione dei compagni condannati il 7 gennaio a 6 anni di detenzione. Le Autorità stanno rincarando l’accanimento repressivo a danno di Davide, Mauro e degli altri compagni in risposta alla riuscita della grande giornata di mobilitazione nazionale di solidarietà tenutasi a Teramo il 9 febbraio, perché temono il dispiegarsi della solidarietà, perché questa diventa la giusta rivendicazione che è giusto e salutare ribellarsi e lottare contro questo infame sistema economico e sociale.  
Per scrivere a Davide Rosci
Davide Rosci
Casa Circondariale di Teramo
località Castrogno, 64100
 
La lettera di Davide sul suo arresto
Con la presente racconto la vera versione di quello che mi è accaduto così ognuno di Voi sarà in grado di farsi un’idea di come io venga trattato. Ormai ho perso la fiducia in tutto, quindi posso solo prendere atto e sperare che un giorno le cose cambino realmente perché quello che ho subito io in questi anni ha dell’allucinante.
Sabato 26 gennaio 2012 dopo un controllo effettuato verso le otto da parte della polizia, mi sono svegliato e preparato per andare a lavoro convinto che fosse venerdì. Visto che le giornate mi sembrano tutte uguali ed essendo a casa solo, visto che mia madre si era recata all’ospedale ad assistere mio padre ricoverato, non mi sono accorto di essermi svegliato inutilmente per recarmi in ufficio. Non curante del mio errore, sono uscito di casa e, nell’adempiere alla prescrizione di comunicare ai carabinieri l’orario di uscita e di rientro da lavoro, vedo che il credito non era insufficiente per effettuare la chiamata.
Sapendo che telefonando al numero di emergenza del 112, avrei avuto la risposta – come già successo più di una volta - di ricaricare e contattare a sua volta il numero a cui quotidianamente comunico le entrate e uscite, mi sono recato alle poste, per ricaricare il mio numero di poste mobile.
Va specificato che le poste distano 400 metri da casa ed a soli 3 minuti di macchina.
Proprio nel varcare la soglia, mi sono accorto che era sabato e immediatamente sono uscito per tornare a casa e comunicare l’errore.
Il “caso” ha voluto che all’uscita dalle poste io trovassi, magicamente, due carabinieri in borghese che mi fermano. Io, genuinamente, gli spiego il tutto. Loro mi dicono che la legge prevede l’arresto. Insisto, educatamente, nel dire dell’errore fatto e pare che anche loro capiscano. D’altronde, dopo aver, per nove mesi, rispettato tutte le prescrizioni ed essere stato presente a casa ogni minuto e secondo così come certificano le continue “visite” di polizia e carabinieri, che senso avrebbe evadere per fare una ricarica per chiamare proprio i carabinieri?
Torno a casa tranquillamente e dopo due ore, a conferma della mia buona fede, giungono i carabinieri in borghese dicendomi di non allarmarmi perche non sarebbe successo nulla. Loro avevano comunque segnalato l’errore e specificato quanto raccontato da me.
Ed invece ecco che oggi, lunedì 18 febbraio 2013, vengo portato in galera.
Ditemi voi se questo è un paese normale? E’ giusto che per un errore umano del genere si debbano addirittura aprire le porte del carcere? E’ giusto che io stia scontando un arresto preventivo da 9 mesi pur non essendo condannato in via definitiva? E’ giusto che persone come Berlusconi, condannate in primo grado a 4 anni non abbiano scontato un giorno di galera mentre io, figlio di un Dio minore si? E’ giusto che un certo dell’Utri, condannato in via definitiva per mafia stia a spasso nei locali di Montecitorio? E’ giusto che Sallusti, condannato anch’egli in via definitiva, evada volontariamente e che il suo stato di privilegiato faccia si che si chiuda un occhio? E’ giusto che sempre lo stesso, venga graziato dal presidente della repubblica dopo una settimana dal suo arresto? La legge è uguale per tutti?
Io penso di no. Il marcio è evidente così come lo è la voglia di farmi diventare la loro vittima perfetta.
Guardate non ho più parole. Oggi dalla mia cella torno a fare lo sciopero della fame e della sete con l’obbiettivo, non di cambiare qualcosa, ma di dare un taglio a questo schifo. Non voglio vivere per subire queste cose e per far fare carriera a chi ha progettato questo squallido disegno su di me.
Errare è umano.
 
Un abbraccio a tutti voi Davide
18.02.13
Davide Rosci

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