giovedì 31 gennaio 2013

pc 31 gennaio - TUTTE A L'AQUILA CON "ROSA"

Oggi a L'Aquila vi sarà l'ultima udienza di un importante processo contro uno stupro e tentativo di uccisione avvenuti il 12 febbraio 2012.
Da Taranto, da Milano sono andate a L'Aquila compagne lavoratrici/disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario.
In contemporanea, oggi, vi saranno a Palermo e a Taranto iniziative. 

E' importante contro questa "guerra" fatta di violenze sessuali e uccisioni che le donne si uniscano, dal nord, al centro e al sud, e che nessuna si senta sola.
PER QUESTO FACCIAMO APPELLO, A PARTIRE DALLE DONNE DI TARANTO CHE SI STANNO MOBILITANDO CONTRO LA VIOLENZA "INQUINAMENTO" DELLA POLITICA PADRONALE DELL'ILVA E DELLE ISTITUZIONI SUI NOSTRI CORPI E SU QUELLI DEI NOSTRI FAMILIARI, A VENIRE AD UN PROCESSO SIMILE A QUESTO DELL'AQUILA, CONTRO GLI STUPRI E LA "UCCISIONE" DI CARMELA CIRELLA (morta a 13 anni a Paolo VI il 15 aprile 2007), CHE SI TERRA' L'8 FEBBRAIO AL TRIBUNALE DI TARANTO, PER DIRE NO ANCHE A QUESTA CONTINUA VIOLENZA SULLE NOSTRE VITE.

VOLANTINO

Il 31 gennaio a L’Aquila: ultima udienza del processo per lo stupro di Pizzoli

Il 31 gennaio 2013 si tiene a L’Aquila l’ultima udienza del processo per lo stupro di “Rosa”, una ragazza di 20 anni, che nella notte del 12 febbraio scorso, fuori della discoteca di Pizzoli (AQ), fu brutalmente violentata, seviziata e abbandonata sulla neve seminuda e insanguinata, fino a rischiare di morire.
Accusato di questa aggressione e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare del 33/o reggimento Artiglieria Acqui, impiegato nell’operazione “strade sicure”.
Le atrocità commesse sul corpo di Rosa da militari impiegati nell’operazione “Strade sicure”, gli stupri, i femminicidi in continuo aumento e sempre più efferati nel nostro paese e nella nostra città (solo un paio di settimane fà, proprio vicino al tribunale di L’Aquila è stata uccisa Hrjeta Boshir dal suo ex- marito), rendono questa vicenda emblematica di quale “sicurezza” questo Stato parli.

- quella delle aule di tribunale, dove la donna viene stuprata e offesa una seconda volta con affermazioni del tipo “se succede le donne se la sono cercata", "si è trattato di un rapporto amoroso consensuale"…
- delle questure, dove le donne vengono scoraggiate a denunciare i loro stupratori, soprattutto se appartenenti alle forze dell’ordine: “non è il caso di sporgere denuncia”, hanno risposto dalla Questura di L’Aquila a una ragazza che voleva denunciare il tentativo di stupro da parte dell’amico e commilitone di Tuccia, Stefano Buccella, poi coinvolto insieme a Tuccia nello stupro di Pizzoli.
- delle procure, dove si va dagli arresti domiciliari per gli stupri anche reiterati, all’istigazione allo stupro e ai femminicidi, con affermazioni come quella del Procuratore di Bergamo, Francesco Dettori: "sarebbe bene che di sera le donne non uscissero da sole..."
- delle caserme, delle carceri e dei cie, dove sempre più donne, senza diritti (perché prostitute, o immigrate, o semplicemente prigioniere), vengono ricattate e stuprate impunemente
della chiesa, che giustifica il femminicidio con “l'atteggiamento provocante delle donne” (vedi Don Corsi, parroco di San Terenzo a Lerici)
- del governo, dello Stato dei padroni, della sacra famiglia, embrione e puntello di questo sistema sociale, dove si amplificano le contraddizioni e si concentra la violenza (7 donne su 10 uccise in famiglia) e i governi, di destra e di sinistra, continuano a propinare interventi a “favore della famiglia” con licenziamenti - soprattutto di donne - carovita, tagli a scuola, sanità, servizi sociali, ecc., ricacciando le donne tra le mura domestiche, condannandole al continuo ricatto, ad un futuro senza prospettive di emancipazione e di liberazione dalla violenza domestica. Intanto fuori, con la militarizzazione, creano città invivibili e desertificate, in cui sono bandite le normali libertà, la socialità tra i giovani, tra le persone, spingendo a una concezione individualista, antisociale della vita, compagna di strada della sopraffazione, di una ideologia comunque reazionaria, razzista e fascista che nei confronti delle donne si esprime sempre come maschilismo e violenza...".

Le violenze contro le donne poi si amplificano negli ambienti militari, improntati costituzionalmente al machismo, al rambismo, ad una ideologia maschilista e fascista, in cui gli stupri, le violenze sulle donne sono considerati “normali”, “medaglie” da mettersi sul petto e coperte da tutta la struttura militare (vedi tutta la feccia emersa nell’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea).
Non di isolate "mele marce", dunque, si tratta, ma di una guerra sistemica contro le donne!

Dall’India all’Italia, al mondo intero
scateniamo la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione!

Non è quindi questo Stato che può difendere noi donne, che può reprimere i “suoi” stupratori e impedire le violenze sessuali. Questo Stato borghese è la causa, non la soluzione del clima moderno fascista che alimenta stupri e femminicidi.
Solo noi donne possiamo e dobbiamo invertire questa rotta! Con la nostra lotta complessiva e radicale contro questa società capitalista, che produce e si alimenta di violenze sessuali e femminicidi, che ci vuole “puttane” o “angeli del focolare” ricacciandoci in un moderno medioevo.
Noi che non abbiamo alcun sistema da difendere, noi che non abbiamo voti da conquistare, diciamo oggi con più forza, che siamo chiamate a rispondere direttamente a questa guerra scatenata contro le donne. E di fronte a una guerra sistemica, la nostra lotta non può che essere rivoluzionaria.
Siamo al fianco di Rosa e vogliamo la condanna dello stupratore, come passo in avanti della lotta complessiva delle donne contro questo sistema sociale.

Per ogni donna stuprata e offesa, siamo tutte parte lesa!


movimento femminista proletario rivoluzionario



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