mercoledì 12 dicembre 2012

pc 12 dicembre - Egitto Gli operai di Mahalla si sollevano contro il decreto costituzionale di Morsi

] Gli operai di Mahalla si sollevano contro il decreto costituzionale di Morsi

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Continuano le manifestazioni di protesta in Egitto. Migliaia di persone riempiono le strade ormai da settimane. Come abbiamo cercato di mostrare con la traduzione dell'appello alla mobilitazione dell'EFITU, la Federazione dei Sindacati Indipendenti Egiziani, le ragioni dei manifestanti non si fermano a quelle cui danno spazio i media nostrani. Le piazze sono riempite non solo perché si chiede un passo indietro al presidente Morsi rispetto a quelle misure che gli permettono di accentrare i poteri dello stato nelle sue mani, ma anche - e da parte di alcuni settori soprattutto – perché i Fratelli Musulmani, una volta arrivati al potere, hanno mostrato di non essere assolutamente al fianco delle classi subalterne egiziane: operai, contadini, pescatori, disoccupati, lavoratori del settore informale.
Ad esempio, la bozza di legge in materia sindacale redatta dalla Fratellanza prevede una strutturazione delle organizzazioni sindacali altamente gerarchica, in cui le decisioni sono nelle mani dei vertici, mentre ben poco potere viene lasciato al semplice iscritto, sulla cui partecipazione diretta si fonda invece la forza dei nuovi sindacati indipendenti. Strutture, queste ultime, sfavorite anche dalla misura per la quale i lavoratori che abbandoneranno l'ETUF, il sindacato 'di stato' dell'era Mubarak, perderanno anche i fondi che finora hanno versato nei fondi pensione. Per di più, la libertà di organizzazione sindacale è fortemente compromessa dagli articoli 30 e 39 della bozza che prevedono, rispettivamente, che le attività e le elezioni sindacali possono essere vietate dal padrone perché sarebbero permesse solo nel caso in cui “non interferiscano con l'andamento del lavoro nell'istituzione” e che un lavoratore possa essere punito con una multa di 10.000 sterline egiziane (pari a circa 1260€, in un paese in cui lo stipendio medio si aggira sui 120€ mensili) per aver fatto “circolare informazioni false”. Al contempo, un imprenditore che dovesse licenziare un dipendente perché coinvolto in attività sindacali si vedrebbe sottoposto alla pena di pagare una multa di addirittura 1000 sterline (circa 126€)! (Per approfondire vedi MENA Solidarity Network)
Questi sono solo alcuni dei motivi che spingono migliaia di lavoratori a scendere in strada e a scontrarsi con le forze di polizia e contro i sostenitori di Morsi. Per capire meglio quale ruolo stanno giocando e quale possono giocare pubblichiamo una nostra traduzione dall'inglese di un articolo di Hisham Fouad, membro dei Socialisti Rivoluzionari. Perché quello che in troppi descrivono semplicemente come uno scontro per sostituire la leadership al potere – da Muabarak a Morsi, da Morsi a El Baradei – da molti è vissuto in maniera completamente diversa. A tantissimi egiziani tutto questo non basta. Vogliono altro. Vogliono l'abbattimento non solo del regime, ma dell'intero sistema di sfruttamento.


Gli operai di Mahalla si sollevano contro il decreto costituzionale di Morsi

di Hisham Fouad dei Socialisti Rivoluzionari d'Egitto
Tratto da Socialist Worker

Ancora una volta i 20.000 lavoratori della Misr Spinning di Mahalla hanno preso le redini della sfida al regime egiziano. Hanno rifiutato gli emendamenti costituzionali del presidente Mohamed Morsi ed il potere dei Fratelli Musulmani.
I lavoratori nello stabilimento hanno indetto una protesta alla fine del primo turno il 27 novembre. La manifestazione è partita tra canti sulla terribile situazione e sulla continuazione delle politiche ostili alle classi popolari. I lavoratori hanno fatto appello per la fine del potere dei Fratelli Musulmani.
Tanti abitanti del luogo e membri di gruppi rivoluzionari si sono uniti alla protesta non appena ha attraversato le vie del centro della città, gridando “Il popolo vuole la caduta del regime” (da notare che è lo stesso slogan urlato all'epoca delle proteste per la deposizione di Mubarak, NdT).
Non appena la manifestazione ha raggiunto Shoun Square, nel centro città, i manifestanti sono stati attaccati da membri del Partito Libertà e Giustizia, legato alla Fratellanza, che hanno lanciato fuochi d'artificio e petardi contro di loro.
La piazza è stata trasformata in un campo di battaglia (vedi il video) e circa 400 persone sono rimaste ferite, dal momento che i manifestanti hanno risposto all'aggressione ribattendo con pietre e bombe Molotov. Le forze di sicurezza sono arrivate molto dopo e hanno fatto partire una raffica di centinaia di candelotti lacrimogeni.
La dichiarazione dei Socialisti Rivoluzionari “Lavoratori d'Egitto, sollevatevi contro la dichiarazione costituzionale e la povertà” è stata distribuita durante la protesta.
In essa si sostiene che Morsi considera le proteste dei lavoratori come il nemico principale. I suoi tentativi di assicurarsi poteri eccezionali hanno l'obiettivo di mettere a tacere i lavoratori che manifestano per chiedere il completamento della rivoluzione del 25 gennaio 2011 e la giustizia sociale.
Licenziamenti
La mossa di Morsi arriva dopo che una enorme ondata di licenziamenti e di persecuzioni di leader dei lavoratori non è riuscita a bloccare una crescita senza precedenti delle lotte dei lavoratori.
I lavoratori e la gente di Mahalla hanno ricordato alle elite politiche che ora stanno cercando di guadagnare influenza dopo la caduta di Hosni Mubarak che la loro ribellione del 6 aprile 2008 fu la prova generale della rivoluzione del 25 gennaio 2011.

In quella giornata i rivoluzionari di Mahalla fecero a pezzi l'immagine del dittatore ed affrontarono ogni tipo di abusi pur di reclamare libertà e giustizia.
Nel frattempo gli islamisti ed allo stesso modo i liberali hanno escluso le rivendicazioni ed i diritti dei lavoratori dalla bozza costituzionale. Questo documento è completamente monco di qualsiasi diritto per le classi popolari: niente di niente sul diritto alla salute, all'educazione o ad una paga decente.
La mobilitazione dei lavoratori di Mahalla è un passo importante nel legare la rabbia per condizioni di vita in continuo peggioramento all'attuale battaglia politica. Questo processo è già divenuto evidente nelle mobilitazioni di altri lavoratori che hanno recentemente iniziato a far proprie rivendicazioni politiche.
Durante il loro sciopero i lavoratori della metropolitana hanno chiesto le dimissioni del direttore ed il licenziamento degli elementi del vecchio regime. I lavoratori delle compagnie privatizzate hanno chiesto la loro ri-nazionalizzazione. Nelle nuove città industriali, i lavoratori hanno iniziato a combattere per prendere il controllo delle loro fabbriche non appena i padroni hanno minacciato di chiuderle.

Iniziativa
L'iniziativa dei lavoratori di Mahalla apre la porta affinché altri settori del movimento dei lavoratori entrino nella lotta politica.
Dovremmo ricordare il ruolo che i lavoratori hanno giocato nel metter fine al potere di Mubarak. Centinaia di migliaia entrarono in sciopero ed organizzarono sit-in, costringendo il dittatore ad uscire dalla scena, terrorizzato dalla prospettiva che la rivoluzione potesse trasformarsi in una rivoluzione popolare contro il potere dei padroni.
Se ciò fosse accaduto, avrebbe potuto portare alla crezione di uno stato dei lavoratori e all'adozione di un nuovo ordine sociale basato sulla redistribuzione della ricchezza nella società e alla proprietà collettiva di fabbriche e terra.
I rivoluzionari – ed al loro cuore i socialisti rivoluzionari – devono promuovere all'interno della classe lavoratrice scioperi e sit-in contro la dichiarazione costituzionale che criminalizza gli scioperi. Devono collegare questa dichiarazione liberticida con le politiche economiche ostili ai poveri.
Questo è ciò che darà alle proteste nelle piazze un potere ed un'influenza enorme sulle autorità, perché le masse lavoratrici possono fermare gli ingranaggi della produzione e bloccare la consegna delle merci. I lavoratori possono costringere il governo a dare risposte alle rivendicazioni politiche e sociali.
La fusione di rivendicazioni politiche ed economiche sarà raggiunta quando milioni di lavoratori decideranno di unirsi alla rivoluzione sui loro posti di lavoro. Allora saremo testimoni dell'alba di una nuova società e dell'abbattimento del sistema di sfruttamento e povertà.
Non vogliamo che si cambi semplicemente la gente al potere – da Mubarak a Morsi, da Morsi a El Baradei. Vogliamo nuove politiche orientate in favore della maggioranza – e questo accadrà solo se milioni di lavoratori prenderanno parte alla lotta politica per il rovesciamento del regim

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