giovedì 6 dicembre 2012

pc 6 dicembre - Moderno medioevo in Inghilterra; Nazisti in Grecia: ONE SOLUTION, REVOLUTION!



Bristol “zitte e giù dal palco”. Gruppo universitario cristiano bandisce le donne
"Così dice la Bibbia". Con questa motivazione, un'associazione religiosa dell’università della città inglese ha stabilito che, d’ora in poi, nessuna persona di sesso femminile potrà più insegnare ai seminari o tenere discorsi in pubblico a meno che non sia sposata. Femministe e difensori dei diritti civili di tutto il Regno Unito sono già sulle barricate. “Questo è puro Medioevo nell’anno del Signore 2012”
Zitte e giù dal palco. A meno che non siano sposate, “perché così la Bibbia dice”. La Bristol University Christian Union, un gruppo religioso dell’università della città inglese al confine con il Galles, ha bandito le donne dai propri incontri, lezioni e meeting. Così, d’ora in poi, nessuna persona di sesso femminile potrà più insegnare ai seminari o tenere discorsi in pubblico. “A meno che non siano accompagnate dal marito, in quel caso non ci sono problemi”, ha scritto in una e-mail agli iscritti dell’associazione il presidente del gruppo Matt Oliver. Intanto, la decisione, che ha già fatto dimettere per la sua contrarietà il segretario agli affari internazionali del movimento, manda su tutte le furie il gruppo di donne dell’Università di Bristol. Una delle dirigenti, Rebecca Reid, ha scritto su un forum: “Sono cattolica e per me tutto questo è osceno e ha dell’incredibile. È a dir poco oltraggioso nei confronti non solo delle donne, ma di tutti”.
I giornali inglesi, intanto, vanno a caccia delle reali ragioni della decisione, con l’Huffington Post Uk che è riuscito a rintracciare la versione originale dell’e-mail mandata da Oliver agli iscritti della Bristol University Christian Union. “Dopo una lunga riflessione su questo tema – ha scritto il presidente – e cercando la saggezza di Dio e discutendo su di essa con tutto il comitato, abbiamo preso questa decisione sull’insegnamento da parte delle donne. Noi tutti abbiamo le nostre idee su argomenti quali le donne e il loro ruolo di speaker, convinzioni che spesso trovano riscontro nell’organizzazione delle chiese che scegliamo di frequentare. È buono e giusto che noi tutti manteniamo le nostre idee che rispecchiano l’insegnamento della Bibbia”. Ma non è solo l’Huffington Post a lanciarsi  sulla vicenda. Femministe e gruppi per la difesa dei diritti civili di tutto il Regno Unito sono già sulle barricate. E il principale gruppo femminista del Regno Unito, che ha sede proprio a Bristol, fa sapere: “Questo è puro sessismo, è una decisione ampiamente discriminatoria e profondamente offensiva”.
Il ruolo delle donne nelle chiese e nei gruppi cristiani non è mai stato così al centro del dibattito pubblico come in questo momento, dopo il voto della Chiesa anglicana che ha rigettato la proposta di concedere alle donne l’accesso alla “poltrona” di vescovo. La chiesa d’Inghilterra di è spaccata a metà e lo stesso Rowan Williams, arcivescovo uscente di Canterbury e quindi la principale figura della Chiesa anglicana dopo la regina, ha detto che ora “la comunità cristiana inglese ha molto da spiegare e ha delle decisioni da motivare”. Non è un caso, quindi, che la vicenda di Bristol faccia notizia proprio ora, con tutta una comunità, quella cristiana appunto, che si interroga sui diritti delle donne nella Chiesa e nella società.
Intanto, a Bristol, il gruppo universitario per l’uguaglianza e il welfare, un movimento aconfessionale, sta cercando di entrare a patti con la Bristol University Christian Union. Obiettivo, portare il gruppo a un ripensamento, anche secondo le indicazioni delle femministe. Che hanno detto: “Questo è puro Medioevo nell’anno del Signore 2012”. 


Grecia l’escalation di Alba dorata: in Parlamento con le pistole
Prima il tentativo di far entrare due deputati in Aula con le armi. Poi, la creazione di "Medici con frontiere", gruppo di dottori rivolto solo ai cittadini greci. Senza contare i numerosi episodi di violenza e razzismo. Per questo Evanghelos Venizelos, leader del Pasok, ha chiesto a tutti i democratici del Paese di “combattere penalmente” il partito di estrema destra perché “si tratta di un'organizzazione criminale e nazista”
Il partito greco di Alba dorata non è più un fenomeno sconosciuto, ma dopo il suo ingresso in parlamento alle scorse elezioni di maggio con il 7 per cento dei consensi, (oggi raddoppiati) si è distinto per numerosi episodi di razzismo, xenofobia e violenza. L’ultimo, in ordine di tempo, compiuto da due deputati che hanno tentato di fare ingresso nel Parlamento greco con due pistole, intercettate dai metal detector. Solo due settimane fa il portavoce del partito Ilias Kasidiaris si era rivolto in rete ai suoi militanti, per spiegare che era giunto il momento di “approfittare” dei diritti che gli concede l’esser stati eletti. E aveva detto: “Ora potremo portare pistole legalmente e non saremo arrestati sul luogo dei fatti se c’è un incidente. Questo ci permette di sentirci più tranquilli rispetto alle nostre azioni”. Lo stesso Kasiriadis era stato al centro pochi giorni fa di un voto del Parlamento proprio per spogliarlo dell’immunità, perché indagato per un furto a mano armata nel 2007. Ma questo è solo la punta di un iceberg ben più pericoloso e demagogico. Il partito ha deciso di creare un’associazione di medici solo per cittadini greci, chiamandola “Medici con frontiere”, in aperta polemica con le ben più nota “Medici senza frontiere” che da anni opera in tutto il mondo per curare ammalati, senza distinzioni di sesso, razza o religione. Come invece Alba dorata intende fare. Per questo il sindaco di Maroussi, Patoulis, ha commentato stizzito che “le carenze dello Stato non possono tramutarsi in un’operazione partigiana, ma chi è in grado di fornire aiuti al nostro prossimo, lo potrà fare solo in modo certificato”. Allo stesso tempo il ministro della Salute Lykourentzos ha sottolineato che l’assistenza sanitaria delle associazioni di volontariato sono offerte a tutti, “al popolo greco, così come ai cittadini di paesi terzi che sono nel bisogno e nella sofferenza”. Nell’ultimo trimestre, i membri di Alba dorata sono anche arrivati a minacciare controlli negli ospedali pubblici per “buttare fuori gli stranieri a dare il loro posto ai cittadini greci”. La reazione contro il partito non si è fatta attendere: ieri un ordigno è esploso nella sede di Aspropirgos, a Nord Ovest di Atene: gravi i danni agli appartamenti e ai negozi dell’edificio ma nessuna vittima. L’attentato è giunto a pochissime ore dall’invito rivolto da Evanghelos Venizelos, il leader del Pasok, a tutti i partiti democratici del Paese a “combattere penalmente” Alba dorata, in quanto “si tratta di un’organizzazione criminale e nazista”. Della condotta del partito ha fatto le spese un’insegnante dell’isola di Cefalonia, che in occasione della festa nazionale greca dello sorso 28 ottobre, aveva “osato” far scrivere agli alunni alcune preghiere in lingua greca ma anche in lingua albanese, al fine di favorire l’integrazione della folta comunità albanese che vive da anni in Grecia. Con il risultato che l’insegnante è stata trasferita nell’incredulità generale. Sul tema c’è stata una doppia reazione internazionale: non solo la Commissione europea e l’Onu hanno aperto un dossier sul caso, per valutare quali e quanti provvedimenti intraprendere contro queste forme di razzismo perpetrate dall’interno delle istituzioni (dal momento che il partito è nel parlamento ellenico), ma anche un appello di intellettuali e scrittori europei, capeggiati da Dario Fo e Bernard Henry Levy.




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